Crolla il prodotto interno del Giappone. Nel secondo trimestre dell’anno il Pil di Tokyo ha segnato un tonfo dell’1,7% rispetto ai tre mesi precedenti e del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2013. Dati vicinissimi a quelli (rispettivamente -1,8 e -6,9%) registrati subito dopo il terremoto e lo tsunami del marzo 2011. Stavolta però le calamità naturali non c’entrano: a frenare l’economia del Paese è stato il rialzo dell’Iva dal 5% all’8%, che ha determinato una frenata dei consumi del 5%. L’aumento dell’imposta sul valore aggiunto, scattato ad aprile, è il primo in 17 anni. I mercati, comunque, avevano già messo in conto un contraccolpo forte e hanno incassato la notizia senza scossoni: la Borsa di Tokyo ha chiuso in progresso dello 0,35%. I dati hanno però alimentato la pressione sul governo del premier Shinzo Abe e sulla Bank of Japan per il via libera a misure addizionali di sostegno all’economia. Il ministro delle Politiche economiche e fiscali Akira Amari si è detto ottimista sull’andamento futuro del Pil, peraltro cresciuto dell’1,5% nel primo trimestre, e ha escluso per ora nuovi stimoli, garantendo però “misure rapide” se e quando sarà necessario.
Nei piani dell’esecutivo l’Iva dovrebbe salire ulteriormente, arrivando al 10% nell’ottobre del 2015, ma la decisione finale sarà presa entro fine anno. Abe, ha detto Amari, valuterà l’andamento del Pil del periodo luglio-settembre e altri indicatori. Governo e banca centrale si aspettano una crescita lieve della domanda esterna, ma la debolezza dell’export giapponese (-0,4% nel secondo trimestre) potrebbe complicare il percorso di crescita innescato dalle misure della cosiddetta “Abenomics”, un mix di politica monetaria espansiva, incentivi fiscali e riforme strutturali. Secondo uno studio curato dal Japan center for economic research e basato sulle valutazioni di 42 economisti, il Pil dovrebbe rimbalzare del 4,08% anno su anno nel periodo luglio-settembre, ma sul lungo periodo le stime sono meno rosee. Molti analisti valutano poco realistico l’obiettivo di crescita all’1% della Bank of Japan per l’anno in corso. Più vicina, invece, appare l’uscita dalla deflazione: il deflatore del Pil si è attestato nel periodo aprile-giugno al 2%, per la prima volta in rialzo dopo 19 trimestri.