Gli scavi in loco erano iniziati negli anni '60 per opera del grande archeologico greco Lazaridis e negli ultimi tre anni, nonostante le magre risorse, sono stati rivitalizzati dalla Soprintendenza alle Antichità Preistoriche e Classiche. Due sfingi presidiano l'ingresso all'interno in cima al tumulo un leone alto cinque metri simbolo di Alessandro il Grande
La storia in soccorso della Grecia? Due sfingi a presidiare l’ingresso di un’imponente tomba, con all’interno in cima al tumulo un leone alto cinque metri, simbolo di Alessandro il Grande. La Grecia si eccita per una scoperta archeologica dall’alto significato storico e ideale. Ad Anfipoli, nei pressi di Serres, nel nord del Paese (siamo nella regione della Macedonia) sono proseguiti gli scavi di una tomba di dimensioni anomale. Gli scavi in loco erano iniziati negli anni ’60 per opera del grande archeologico greco Lazaridis e negli ultimi tre anni, nonostante le magre risorse, sono stati rivitalizzati dalla Soprintendenza alle Antichità Preistoriche e Classiche. Con il risultato che ieri si è mosso perfino il premier Antonis Samaras, giunto sul sito assieme al ministro della Cultura Costas Tasoulas.
La tomba risale tra il 325 e il 300 aC. Tutt’intorno un recinto di 497 metri, quasi un cerchio perfetto scolpito in marmo di Thassos. Potrebbe essere di un componente della famiglia di Alessandro Magno, forse di suo figlio o al limite di uno dei suoi maggiori colonnelli. Si fa sempre più numeroso il numero di scenziati che tendono ad escludere che la tomba sia proprio di Alessandro, anche se a colpire è il dato della grandezza del sito. Come è emerso dal ventisettesimo sinedrio archeologico svoltosi lo scorso marzo presso l’Università Aristotele, il ciclo ritrovato, come da scavo realizzato dall’architetto Michael Lefantzis, è realizzato con incredibile precisione geometrica.
Secondo fonti del ministero della cultura, due pareti piuttosto spesse dividono lo scavo dall’interno del monumento sull’architrave centrale, dove sono state portate alla luce due sfingi da mezza tonnellata ciascuna, poste l’una di fronte all’altra, a guardia dell’ingresso, con delle tracce di colore evidenti a occhio nudo. I tecnici ipotizzano che dopo le sfingi dovrebbero trovare un secondo muro entro sei o sette metri. “La terra della nostra Macedonia – ha detto Samaras dopo la visita a sorpresa- ci commuove e ci sorprende rivelando le viscere dei tesori che compongono insieme questo mosaico unico della nostra storia greca, per la quale tutti i greci sono ancora molto orgogliosi”.
E ancora: “Siamo di fronte ad una grandissima scoperta” l’ha definita nelle primissime ore il premier. Che, ironia della sorte, giunge a dieci anni esatti da quelle Olimpiadi del 2004 che hanno segnato il punto più alto dello sfarzo greco, da cui poi è iniziato il crollo economico.