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Selfie al volante, un giovane su 4 l’ha fatto. In crescita incidenti senza causa apparente

Secondo un sondaggio della Ford, un quarto dei giovani europei intervistati ammette di essersi fotografato mentre guidava. Un vizio pericoloso, che distrae a lungo da quello che succede sulla strada. Secondo l'Asaps, fra gli incidenti mortali del fine settimana, il 35% è causato da uno sbandamento
Selfie al volante, un giovane su 4 l’ha fatto. In crescita incidenti senza causa apparente
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La mania dei “selfie”, gli autoscatti con la fotocamera dello smartphone, filaga anche in auto: secondo una ricerca della Ford su 7.000 giovani europei di età compresa fra i 18 e i 24 anni, uno su quattro si è fatto almeno una volta un “selfie” mentre era al volante. Basta dare un’occhiata alle immagini raccolte sotto l’hashtag #drivingselfie, su Twitter, per rendersi conto che il fenomeno è piuttosto diffuso. E a proposito di social network, sempre un quarto dei giovani intervistati ha ammesso di essersi collegato almeno una volta mentre guidava. E questo nonostante la quasi totalità abbia ammesso di rendersi conto che si tratta di un’attività pericolosa.

I più attivi con i selfie al volante paiono essere gli inglesi (il 33% degli intervistati ha ammesso di averlo fatto almeno una volta), mentre i tedeschi cadono più spesso nella tentazione di dare un’occhiata a Facebook e Twitter (35%). Fra gli italiani, le percentuali di “ammissione di colpa” si fermano al 26 e al 21% rispettivamente.

Secondo gli esperimenti della Ford, farsi un selfie può distrarre il guidatore per 14 secondi, mentre controllare i social network per addirittura 20. Considerando che a 50 km/h si percorrono quasi 14 metri al secondo, distrarsi per un selfie per 14 secondi significa percorrere 200 metri “al buio”, senza vedere gli altri utenti della strada. E se le velocità salgono, le distanze aumentano di conseguenza. Per sensibilizzare i ragazzi sull’argomento, i corsi di guida della Ford battezzati “Driving Skills for Life” (che hanno già interessato 100.000 giovani in Europa negli ultimi 10 anni) d’ora in poi comprenderanno anche prove specifiche in pista. “All’inizio i ragazzi potrebbero essere un po’ scettici, ma quando vedranno quanti coni hanno buttato giù cercando di farsi un selfie, il messaggio gli arriverà molto chiaramente”, sostiene Jim Graham, responsabile del programma Ford.

E in Italia? “Sempre più spesso si notano tablet posizionati sul volante e utilizzati dal conducente mentre la traiettoria dei veicoli diventa incerta e pericolosa. O addirittura motociclisti che mantengono il volante con la mano destra e messaggiano con la sinistra o tengono il cellulare precariamente incastrato tra il casco e l’orecchio”, scrive Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, l’associazione amici della Polizia Stradale. “Non è dato di sapere quanti siano gli incidenti anche gravi determinati dalla distrazione per l’uso di cellulari, smartphoine e tablet alla guida, si sa però che sono in forte crescita gli incidenti senza una causa apparente. Sono circa il 35% le fuoriuscite per sbandamento nei soli incidenti mortali del fine settimana”.

 

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