Dato che l'ipotesi della vendita all'estero a musei o al mercato nero va esclusa, lo storico Claudio Strinati sul "Corriere" avanza un'altra possibile strada: "Furto su commissione di un appassionato molto ricco e disposto a tutto pur di avere solo per se quell'opera. A meno che non ci sia sotto un qualche ricatto"
La tela del Guercino “Madonna in trono e i Santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo”, trafugata dalla chiesa di San Vincenzo a Modena nella notte tra martedì e mercoledì è “un’opera fuori mercato che non può essere, in nessuna forma, nemmeno parziale, piazzata con facilità, sia pure illecitamente, né presso privati né tantomeno presso istituti museali italiani o stranieri”. È quanto ha dichiarato Stefano Casciu, soprintendente ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia. “Si tratta di un dipinto notissimo e studiato, molte volte pubblicato tra le opere più importanti del Guercino e fotografato. Il suo esatto valore commerciale, pertanto, non può essere quantificato”, ha aggiunto il soprintendente dopo che Vittorio Sgarbi ha detto che l’opera monumentale “può valere tra i cinque e i sei milioni”. Casciu evidenzia anche che l’opera “appartiene alla parrocchia di San Biagio (Arcidiocesi di Modena-Nonantola), che è proprietaria anche dell’edificio religioso, ed è quindi responsabile della loro custodia”.
Per il soprintendente il furto è “del tutto anomalo ed eccezionale per la natura, la tipologia e le dimensioni dell’opera (293 cm x 184,5), ma anche per la centralità della chiesa, che è situata accanto al Tribunale di Modena e in area controllata da telecamere”. Casciu ricorda poi che “sono in corso le indagini da parte della Questura di Modena e dei Carabinieri del Nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo di Bologna”.
Sui dettagli del furto si aspettano i chiarimenti che forniranno i carabinieri, ma il parroco Don Gianni Gherardi commenta: “Secondo me sono usciti dalla porta principale di notte e li aspettava un camion. Lo so perché per riportare il quadro in chiesa dopo la mostra alla Venaria è stato necessario un camion con ben quattro uomini. Non è una cosa che si improvvisa”. Comunque, se le modalità sono ancora incerte, è sicuro che il sistema di allarme era disattivato. Il vicario generale dell’Arcidiocesi monsignor Giacomo Morandi ha infatti dichiarato che “in realtà l’allarme in Parrocchia c’era, solo che era inattivo. Era stato allestito su finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, ma aveva alti costi di gestione e una volta cessati i finanziamenti è stato spento. È davvero difficile assicurare una tutela a tutto il nostro patrimonio artistico.
Per quanto riguarda il movente del furto, dato che l’ipotesi della vendita all’estero a musei o al mercato nero va esclusa, lo storico Claudio Strinati avanza un’altra possibile strada, intervistato dal Corriere della Sera: “La fama della tela potrebbe far pensare a un furto su commissione di un appassionato molto ricco e disposto a tutto pur di avere solo per se quell’opera. A meno che non ci sia sotto un qualche ricatto, come avvenne di sicuro per il Caravaggio”. Insomma, l’episodio di Modena sta facendo riaffiorare vecchi incubi: l’opera a cui fa riferimento Strinati è la Natività coi Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, rubata dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo nel 1969 e mai ritrovata.