Fuorilegge il 55% dei campioni di acque marine prelevati. L'associazione: "Il sito del ministero è un bluff: il 43% delle aree critiche, sul portale del governo sono balneabili". Abruzzo e Marche le regioni più colpite, ma anche Calabria e Lazio. Sul tema della depurazione, l’Italia rischia una multa dall’Ue di 500 milioni di euro
Fuorilegge oltre la metà dei campioni di acque marine prelevati durante la campagna Goletta Verde: si tratta di un punto inquinato ogni 51 chilometri di costa. Lo denuncia Legambiente presentando il rapporto finale della sua analisi per monitorare e difendere la qualità del mare italiano. L’associazione presenta un quadro allarmante: su 264 campioni di acqua analizzati, in maggioranza in punti “a rischio” come foci di fiumi, nel 55% dei casi sono stati trovati valori eccessivi di batteri fecali. “Le criticità sono state riscontrate in gran parte delle regioni italiane – spiega il responsabile scientifico Giorgio Zampetti – Abruzzo e Marche hanno la maggior percentuale di punti critici, l’88 e l’83%, anche a causa delle forti piogge e dell’elevata presenza di corsi d’acqua, seguite da Calabria (79) e Lazio (75)”. In termini di “carico non trattato”, spiega l’associazione, sul podio dei killer di fiumi e mari ci sono la Campania, il Lazio e la Puglia. Regioni in cui il problema principale è ancora una volta la mancata depurazione delle acque che riguarda un italiano su tre. Ed è proprio sul tema della depurazione che l’Italia rischia una multa dall’Ue di 500 milioni di euro. “Sarebbe meglio usare questi soldi per costruire i depuratori – spiega Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente – piuttosto che per pagare la sanzione”.
Nel disegnare lo scenario del mare avvelenato italiano, Legambiente denuncia anche il “Portale delle acque” del ministero della Salute, “poco chiaro”, con dati su cui “regna il caos”. Serena Carpentieri, responsabile di Goletta Verde, ha sottolineato che il sito del governo fa riferimento a campionamenti “fatti lontano dai punti critici delle spiagge, in altri casi si dice che il mare è balneabile in tutta la spiaggia tranne nel punto esatto in cui c’è lo scarico, come se l’inquinamento fosse solo in quel punto”. Per la responsabile di Goletta Verde, sul portale del ministero “non mancano esempi di punti non balneabili inseriti, però, in strisce di costa dove in teoria si può fare il bagno”. Secondo i dati presentati, il 43% delle aree che risultano fortemente inquinate per Goletta Verde sono invece balneabili per il sito del governo, mentre il 47% dei punti che Legambiente definisce “critici” non sono neppure campionati. “Nei pochi casi in cui effettivamente si riscontra anche da parte del ministero il divieto di balneazione – spiega l’esperta – mancano poi gli adeguati cartelli che avvisino i bagnanti, presenti solo nel 7% dei casi”.