Cultura

Rap: sui Club Dogo e Arisa non sempre conviene essere ottimisti

Non credo sia un segreto, per chi segue la scena hip hop. O quantomeno per chi segue il mio seguire la scena hip-hop, che si tratti di articoli o di libri. Anni fa, parecchi anni fa, quando i Club Dogo hanno lasciato l’underground firmando con una major e hanno definitivamente accantonato il loro passato (bye bye Dargen D’Amico), mi sono preso la briga di chiarire alcune cosette sul loro riguardo.

L’ho fatto con lo spirito ancora giovane che mi albergava, lo confesso, quindi cercando un po’ la polemica. Il fatto è, chi conosce quella storia ben lo sa, che mi aveva non poco infastidito il fatto che in un loro brano, non ricordo neanche più quale, andassero a dichiarare nero su bianco che Tiziano Ferro, un Tiziano Ferro pre coming out, fosse gay. Lo dicevano, questa la cosa che mi mandava fuori dai gangheri, per onestà cronachistica. In sostanza, in questo loro brano, non ricordo più quale, dicevano qualcosa che suonava così: perché Tiziano dice nelle sue canzoni di essere uno sciupafemmine quando tutti sanno che è gay.

Ora, a parte che Tiziano Ferro, altro personaggio col quale nella mia gioventù ho avuto non pochi scazzi, anche questo è scritto, non ha mai sbandierato di essere uno sciupafemmine, i tanti riferimenti alla propria omosessualità, dalla bianca schiena di Non me lo spiegare al nome del profumo gay di Xverso lo dimostrano, ma anche fosse stato, saranno o no affari suoi cosa fa poi una volta dismessi i panni del cantante pop? Questo pensavo. Questo penso. Ma soprattutto questo pensavo allora.

Così, visto che nel pop non è mai chiesta una adesione totale del cantante al proprio cantare (Baglioni, per dire, non credo sia stato mollato decine e decine di volte, come si poteva evincere dalla sua produzione anni settanta), mentre nel rap sì, sono andato a scrivere, allora, che i Club Dogo stavano lì a fare la morale a Ferro e a sbandierare un loro essere periferici, di strada, quando in realtà erano figli di grandi professionisti della carta stampata e del mondo della pubblicità, tutt’altro che periferici. Se abiti in piazza Castello, questo era il succo, perché ce la smeni dicendo che vivi nel ghetto? Apriti cielo, i Dogo si sono arrabbiati e hanno cercato di farmela pagare, finendo, per altro, col minacciare il fratello del Piotta, credo il rapper meno rissoso della storia del rap, nonché mio amico fraterno, durante un passaggio milanese di Nas, una cosa al limite del ridicolo. Tutto questo per dire che, a oggi, io e i Club Dogo abbiamo un conto aperto, e che, quando posso, mi diverto sempre a sbertucciarli, memore di quello scazzo giovanile.

Questa la premessa.

Premessa cui deve seguire, mi auguro, una seconda premessa, in cui mi dico da solo, supportato dai fatti, che sono sì un uomo vendicativo e che non lesina bordate a questo o quello, il primo post di questo blog, dedicato a Emis Killa lo attesta, ma sono anche, spero, portato a cambiare idea, se necessario, a tornare sui miei passi, ad ammettere di aver preso una cantonata su qualcuno, se è il caso. Non ho pregiudizi, per intendersi, e se anche in passato qualcuno non mi è piaciuto, o non mi è piaciuto un determinato lavoro, posso sempre apprezzare un lavoro successivo, o cambiare opinione su un personaggio.

È con questa mentalità che mi sono avvicinato, incuriosito dall’improbabilità dell’accoppiata, al singolo Fragili, che vede proprio i Dogo al fianco di una biondissima ArisaVuoi vedere, mi sono detto, che è la volta buona che questi due rapper di talento, perché il talento ce l’avrebbero pure, non stessero lì a scrivere testi da ganassa delle medie, tutti sgrille e bottiglie di Dompe, hanno imbroccato una canzone decente?

Questo mi sono detto, cosciente che quando hanno provato una operazione analoga con Giuliano Palma, con Pes, nonostante il megasuccesso ottenuto, ho considerato l’operazione pessima, e la canzone poco più che un jingle buono per chi ha con la musica un rapporto poco più che frivolo.

Vuoi vedere che i Dogo fattisi seri, senza linguaggi da tamarri, hanno messo a segno un colpaccio con Arisa, come hanno dichiarato nelle poche interviste rilasciate a ridosso dell’uscita del singolo?

Questo mi sono detto.

Poi ho sentito il brano.

E no, non se ne parla neanche stavolta. Guè e Jake continuano a sprecare il loro talento, e io, forse, farei bene a fidarmi dei miei pregiudizi e non perdere tempo ascoltando canzoncine d’amore buone per limonare in quelle feste cantate da Elio in Tapparella.