Un raid israeliano uccide sei suoi parenti a Gaza. E Henk Zanoli, olandese "Giusto tra le nazioni", riconsegna il riconoscimento ricevuto per aver salvato un bambino ebreo durante l'Olocausto. "Tenerlo sarebbe offendere la memoria di mia madre"
Poco più che ventenne, aveva salvato insieme a sua madre un bambino ebreo nascondendolo a casa sua per due anni. Quel gesto gli era valso la medaglia di “Giusto tra le nazioni“. Un riconoscimento che oggi Henk Zanoli sente come una vergogna, dopo aver perso sei parenti durante un raid israeliano contro Gaza. E così il coraggioso 91enne ha riconsegnato la medaglia all’ambasciata israeliana in Olanda. “Continuare a sentirmi orgoglioso dell’onore concessomi dallo Stato di Israele, in queste circostanze sarebbe un insulto per coloro che nella mia famiglia, quattro generazioni dopo, hanno perso diversi parenti a Gaza”, ha scritto Zanoli in una lettera pubblicata dal giornale israeliano Haaretz. Secondo quanto riporta la Bbc, infatti, Zanoli ha scritto all’ambasciata israeliana all’Aja affermando che il 20 luglio un F-16 israeliano ha distrutto la casa della sua pronipote a Gaza, uccidendo tutti coloro che si trovavano al suo interno. L’ambasciata israeliana non ha voluto rilasciare commenti, prosegue l’emittente inglese.
Zanoli e sua madre Johana avevano ricevuto il riconoscimento di “Giusto tra le nazioni” nel 2011 per avere salvato la vita a Elhanan Pinto, un bambino ebreo che tenuto al riparo dai nazisti nella loro abitazione di famiglia di Eemnes, vicino a Utrecht, tra il 1943 e il 1945. Un premio che viene concesso a chi, pur non essendo di professione ebraica, ha rischiato la sua vita per salvare ebrei durante l’Olocausto. La vita ha voluto che la sua pronipote, Angelique Eijpe, divenisse un diplomatico olandese sposata con l’economista palestinese Ismail Ziadah, nato in un campo profughi nel centro della Striscia. Durante uno degli ultimi bombardamenti israeliani, la coppia non si trovava a Gaza city. Ma la madre di Ziadath, tre fratelli, una cognata e una nipotina di tre anni hanno perso la vita nei raid.
Zanoli, un avvocato in pensione, ha mosso aspre critiche all’operazione “Margine protettivo”, avvertendo che le “vergognose” azioni dell’esercito di Tel Aviv potrebbero portare a possibili condanne per “crimini di guerra” e “crimini contro l’umanità“. “È davvero terribile che oggi la nostra famiglia debba sopportare l’uccisione di alcuni suoi membri a causa della politica dello Stato di Israele – continua la lettera del 91enne – Per me, dunque, conservare questa medaglia sarebbe un insulto alla memoria della mia coraggiosa madre”. Nella lettera pubblicata dai media israeliani, Zanoli ha infatti ricordato di aver perso suo padre in un campo di concentramento nazista per il suo ruolo nella resistenza contro il regime di Hitler.