“Tutti gli attori in campo facciano la loro parte” per affrontare e contrastare la crisi. Compresa la Bce di Mario Draghi. La sollecitazione arriva al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nell’ambito di un’intervista a Bbc Radio 4. Che all’Eurotower, così pronta a invitare i governi a “cedere sovranità”, chiede di “essere coerente nel portare l’inflazione un’altra volta vicina al 2%, che è una cifra ragionevole” anche se “molto lontana dagli attuali livelli”. A luglio, stando ai dati della stessa Banca centrale, il tasso di crescita dei prezzi si è fermato a +0,4% e la previsione per l’intero anno è dello 0,7%.
Parlando alla Bbc Padoan ha parlato anche delle riforme, ammettendo che finora il loro percorso in Italia “non è stato brillante, ma il governo attuale è diverso”: “Noi stiamo lavorando proprio per fare le riforme e renderle effettive”. Tuttavia l’impatto non sarà immediato: “Sono fiducioso che le riforme che stiamo realizzando dispiegheranno i loro effetti nel medio termine, ciò significa nei prossimi due anni”, ha detto. Ribadendo, come già fatto il 7 agosto davanti alla Camera, che “per vedere un effetto sulla crescita c’è bisogno di tempo. Pochi trimestri non sono sufficienti”. Nel frattempo l’economia italiana si sta contraendo e nel 2014 “ci aspettiamo una crescita di molto inferiore” rispetto alle stime iniziali, ma ciò “non dipende dalle riforme ma riflette problemi che esistono da tempo”, per cui “il programma delle riforme non cambia, quello che cambia è che per la ripresa in Italia, ma anche in Europa, ci vorrà più tempo del previsto”. “Sfortunatamente, e non lo dico come una scusa, ci siamo tutti sbagliati. Intendo organizzazioni internazionali, governi e via di seguito. Tutti prevedevamo una crescita maggiore per quest’anno nella zona euro e nessuno fino ad ora ci ha visto giusto”.