A pochi giorni di distanza dalla morte della ventunenne base jumper russa, una nuova tragedia si è verificata sul Monte Brento, in provincia di Trento, tradizionale base di lancio per gli appassionati di questa disciplina estrema. Un base jumper spagnolo di 38 anni è morto dopo essersi schiantato contro la parete: secondo una prima ipotesi, il paracadute – dopo il lancio dal Becco dell’Aquila – si potrebbe essere aperto in ritardo e in modo anomalo, provocando la caduta dell’uomo. Un secondo jumper, che con la vittima ed una terza persona si era lanciato dal Brento, è invece atterrato sulla vegetazione alla base della parete. L’uomo, che in un primo momento si credeva ferito, è invece stato recuperato illeso. “Con tutta probabilità è stato un errore di valutazione a causare la morte dello sportivo”, lo ha detto Maurizio Di Palma, considerato un “guru” dei jumpers. “L’80% degli incidenti – ha detto Di Palma, che al suo attivo ha tremila voli da trecento diversi picchi nel mondo – è dovuto a inesperienza o a una cattiva valutazione delle proprie capacità”.
Come hanno ricostruito i soccorritori, l’uomo ha tentato di scendere in volo dalla cima con una tuta alare, ma aveva mostrato subito difficoltà a prendere quota. Dopo avere effettuato un volo di “proximity”, vale a dire con una traiettoria radente lungo le rocce, quando si è reso contro di essere finito troppo vicino alla montagna, ha azionato il paracadute in dotazione ma la vela non ha fatto altro che catapultarlo ancora più velocemente sulle creste rocciose. Lo spagnolo faceva parte di un gruppo di una quindicina di sportivi presenti in Trentino. Molti di loro avevano rinunciato al volo, dopo che uno tra i primi a saltare aveva perso il controllo, andando a finire su un albero.
Si tratta della seconda vittima del base jumping in quell’area nel corso di una settimana appena: l’ultima volta era toccato ad una russa di appena 21 anni. Moscovita, aveva preso il volo all’imbrunire, schiantandosi ben presto contro le rocce della Parete Zebrata. Il jumper che avrebbe dovuto saltare dopo di lei e che aveva poi rinunciato al decollo, l’aveva vista colpire per due volte consecutive la parete, per poi cadere a precipizio sino ai piedi della montagna. Lo spagnolo è il quindicesimo morto da quando ha preso il via la moda dei voli spericolati dalla vetta del Monte Brento che si affaccia sulla parete verticale.