All’inizio di agosto Giorgio Beretta – tra i principali ricercatori e analisti sull’export di armi italiane – ha pubblicato sul portale Unimondo un lungo articolo sui dati contenuti nella Relazione governativa sulle esportazioni di sistemi militari del 2013, resa nota dal Senato con notevole ritardo il 1° agosto.

Rinviando all’articolo integrale per un’analisi completa della performance dell’industria militare italiana nel 2013, così come delle omissioni, delle lacune e della mancanza di totale trasparenza nella Relazione governativa, vale la pena soffermarsi su quello che Beretta definisce “il record di autorizzazioni ed esportazioni di sistemi militari ai paesi del Medio Oriente”, dei quali si occupa questo blog.

Verso quell’area, nel 2013, sono state autorizzate esportazioni per oltre 709 milioni di euro ed effettuate consegne per oltre 888 milioni di euro. Gas, petrolio, alleanze politiche, assenza di valutazione sulla situazione dei diritti umani paiono essere i fili conduttori delle autorizzazioni.

L’Arabia Saudita  ha acquistato armi per oltre 420 milioni di euro:  componenti per i caccia Eurofighter coi relativi missili IRIS-T, ma anche un ampio arsenale di bombe, munizionamento, apparecchi per la direzione del tiro, veicoli e velivoli militari.

All’Algeria sono stati forniti sistemi militari per 235 milioni di euro, mentre verso gli Emirati Arabi Uniti sono state autorizzate esportazioni per quasi 95 milioni di euro e consegnati sistemi militari per un record di oltre 434 milioni di euro, tra cui spiccano due corvette “Abu Dhabi Class”, una commessa – ricorda Beretta – sulla quale lo scorso dicembre la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta per “tentata  corruzione internazionale”.

Sempre nel Golfo persico, sono state autorizzate commesse all’Oman per oltre 44 milioni di euro che riguardano “armi automatiche”, munizioni e veicoli terrestri.

Ed eccoci all’Egitto, paese verso il quale il nostro ministero degli Esteri ha autorizzato esportazioni di materiali d’armamento per oltre 17 milioni di euro tra cui figurano armi automatiche, munizioni, bombe e sistemi per la direzione del tiro. La maggior parte di queste forniture è arrivata a destinazione prima del mese di agosto quando, come segnala una breve nota della Relazione (p. 24), sono state decise a livello europeo “misure restrittive” dopo la deposizione del presidente Mohamed Morsi da parte delle forze armate e i successivi massacri di simpatizzanti e membri della Fratellanza musulmana.

Quanto a Israele, Beretta ricorda che proprio nei primi giorni dei raid aerei su Gaza, Alenia Aermacchi ha consegnato i primi due velivoli addestratori M-346 , parte di una precedente commessa del valore di oltre 800 milioni di euro. Nel 2013 sono state autorizzate esportazioni di armi a Israele per poco più di 2,4 milioni di euro e consegnate per oltre 3,7 milioni. Salvo qualche generico riferimento non è possibile sapere dalla Relazione governativa gli specifici sistemi d’arma esportati.

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