Beretta e Macalli vice, ma soprattutto Claudio Lotito ‘uomo-chiave’ della governance. E niente più “discriminazione territoriale”, la norma che l’anno scorso aveva chiuso le curve degli stadi italiani tra mille polemiche, e i cui effetti verranno sensibilmente ridimensionati a partire dal prossimo campionato. Sono questi i primi atti ufficiali dell’era di Carlo Tavecchio in Figc, che si aggiungono alla nomina di Antonio Conte come ct della nazionale avvenuta negli scorsi giorni (domattina a Roma la presentazione).
NIENTE PIÙ STADI CHIUSI – La grande novità uscita dal consiglio federale di questa mattina è la revisione del codice di giustizia sportiva in materia di discriminazione territoriale. Il provvedimento in realtà era già stato messo in preventivo nel corso della scorsa stagione, sotto la gestione di Giancarlo Abete, dopo il caos dello scorso anno. E chissà che lo scivolone “razzista” in campagna elettorale di Tavecchio non abbia contribuito ad accelerare sul tema: dopo le frasi del nuovo presidente, sarebbe stato davvero difficile chiudere una curva per qualche sfottò alle tifoserie rivali. Sta di fatto che oggi la Figc, intervenendo sui testi dell’art. 11 e 12, ha cancellato la dicitura “di origine territoriale” dall’elenco dei comportamenti sanzionabili come illecito disciplinare e causa di responsabilità oggettiva delle società. La Federazione fa così retromarcia rispetto alle novità introdotte esattamente un anno fa, e che per l’intero campionato avevano generato polemiche per i provvedimenti adottati dal giudice sportivo. La modifica, ha spiegato Tavecchio, è stata fatta “per evitare provvedimenti drastici come la chiusura delle curve” e cercare di intervenire “in modo più ponderato”Ufficializzata, invece, la nomina di Fiona May a consigliere antirazzismo.
TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE – Il consiglio odierno era atteso anche per conoscere la nuova squadra di governo della Federazione. Tavecchio ha assegnato le poltrone più importanti ai suoi sponsor principali, ma con discrezione. Emblematica, in questo senso, la scelta di Maurizio Beretta a vicepresidente vicario (come anticipato anche da ilfattoquotidiano.it all’indomani dell’elezione dell’11 agosto). Una carica a cui ambisce da sempre anche Lotito (ci aveva già provato nel 2013, perdendo di un voto contro Albertini). Stavolta il proprietario della Lazio ha preferito farsi da parte spontaneamente: la sua nomina avrebbe scatenato troppe polemiche. Ma la posizione più defilata assunta da Lotito non cambia la sostanza: resta lui il vero vincitore delle ultime elezioni, nuovo padrone del pallone italiano. Potrà comunque controllare da vicino tutte le decisioni prese dal governo, facendo parte in prima persona (in qualità di rappresentante della Serie A) del comitato di presidenza (oggi, a conferma del suo attivismo, si è anche improvvisato scrutatore nel corso delle procedure di voto). Gli altri membri saranno Alberto Mambelli (vice vicario della Lega Nazionale Dilettanti, dove potrebbe succedere a Tavecchio) e Renzo Ulivieri; a parte il numero uno degli allenatori, un direttivo molto compatto e vicino al suo presidente. La nomina di Beretta, dunque, è strategica: gradita a Lotito (che nel 2013 aveva lavorato per la sua riconferma in Lega) da una parte, figura integerrima a tutela degli interessi di tutti dall’altra.
Il presidente della Lega, per altro, avrà anche la funzione di garantire a Tavecchio i voti della Serie A in consiglio, fondamentali per fare le riforme. Le uniche riserve sono legate ai suoi impegni che continuano ad accumularsi: già responsabile comunicazione del Gruppo Unicredit e presidente della Lega Calcio, adesso dovrà fare anche il vicario in Figc. Per il posto di secondo vice l’ha spuntata Mario Macalli, numero uno della Lega Pro, schieratosi sin dal primo giorno in favore della candidatura di Tavecchio, e ora al suo fianco anche in Federazione. Andrea Abodi dovrà accontentarsi di un altro incarico (probabilmente alla Federazione srl, che gestisce il patrimonio immobiliare; ma del resto il presidente della Serie B ha obiettivi a più lungo termine). Per il ruolo di direttore generale, che dovrebbe andare a Michele Uva (attualmente alla Coni Servizi, sponsorizzato da Malagò) se ne riparlerà in seguito: il governo Tavecchio nasce oggi, ma verrà completato nelle prossime settimane.
CAOS SERIE B: ANCORA NESSUN RIPESCAGGIO – Nessuna decisione risolutiva, invece, sull’ultimo punto all’ordine del giorno: ovvero la decisione dell’ultima squadra ammessa in Serie B, dopo la sentenza del Coni che ha riportato il torneo a 22 squadre. Il Consiglio ha riaperto i termini per le domande fino al 25 agosto. E soprattutto ha stabilito che farà ricorso agli attuali criteri in materia di ripescaggio già sanciti dal comunicato 171/A. La novità, dunque, è che a questo punto pare favorita la Juve Stabia, visto che il Novara sarebbe tagliato fuori per aver subito sanzioni per illecito sportivo. Ma fino al 30 agosto, giorno d’inizio del campionato, c’è ancora tempo per nuovi ricorsi e ulteriori ribaltoni.