Il primo dossier al quale il neo presidente della Fondazione Mps Marcello Clarich si sta dedicando è la sostituzione dei due membri del consiglio di amministrazione della banca nominati dalla stessa Fondazione con altri due espressi dai fondi Btg Pactual e Fintech, con i quali Palazzo Sansedoni ha stretto un patto di sindacato sul 9% dell’istituto senese. L’obiettivo è risolvere la vicenda entro settembre, in occasione della prima riunione del cda. Anche perché i fondi, come ha riferito lo stesso presidente oggi durante una conferenza stampa, non hanno nascosto il disappunto. “Abbiamo ricevuto a ridosso del 31 luglio una lettera piuttosto perentoria dei rappresentanti dei due patti in cui chiedono con un po’ di insistenza di questa cosa e manifestano ‘delusione profonda’. Questo è il primo dossier delicato”, ha detto Clarich. “Mansi ha già attivato i contatti. Non abbiamo strumenti coattivi e capisco la posizione non facile dei quattro componenti del cda, anch’io sarei a disagio. Se vogliamo rinnovare ed estendere il patto bisogna rispettare quello già firmato”. Ciò non toglie che “dobbiamo confrontarci con tutti gli azionisti significativi, sarebbe irresponsabile non farlo”.

Il neo presidente ha aggiunto che “i pattisti si aspettavano che la cosa fosse stata già risolta in occasione dell’ultimo cda della banca. Nel prossimo cda di inizio settembre l’aspettativa è risolvere la questione”. “La Fondazione è ben consapevole che con l’attuale livello di partecipazione è necessaria una politica di alleanze, altrimenti si può diventare irrilevanti”.

Il giurista ha poi rivendicato la propria indipendenza: “Non ho avuto e non ho rapporti organici e stretti con partiti o organizzazioni a cui devo qualcosa e a cui devo rendere conto”. Infine ha rassicurato sul fatto che sono “intoccabili” le azioni di responsabilità avviate dalla Fondazione contro i vertici dell’ente che nel 2008 autorizzarono l’adesione all’aumento di capitale di Mps, anche se bisognerà aspettare le repliche delle controparti “che arriveranno tra qualche mese”. “E’ un dossier che non voglio nemmeno prendere in mano: l’unica cosa che farò, cercherò un confronto con il professor De Nova”, il consulente che aveva scelto il suo predecessore Mansi. “Oggi sarebbe irresponsabile pensare di ritirarle”, visto che potrebbero essere “un’opportunità per aumentare il patrimonio”. 

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