L'appalto per il primo 'digestore anaerobico' di scarti alimentari è stato aggiudicato alla De Vizia Transfer Spa, attiva da 40 anni, con 2mila dipendenti e un po' di guai con la giustizia per i suoi proprietari. Il commissario regionale: "La prefettura, dopo la nostra richiesta, ha dato l'ok. Non dobbiamo occuparci noi di eventuali vicende giudiziarie"
Il problema dei roghi di rifiuti speciali si intreccia con la gestione dei rifiuti solidi urbani. E’ la terra dei fuochi, al centro di studi e dossier, che denunciano l’aumento dell’incidenza tumorale. Un ciclo efficace di trattamento del pattume domestico consente di spostare controlli e attenzione nella filiera di produzione e smaltimento degli scarti industriali. Per tornare alla normalità serve stabilizzare i livelli di raccolta differenziata e migliorare l’impiantistica di trattamento soprattutto della frazione umida. Per raggiungere questo obiettivo, in Regione Campania c’è un commissario, preposto alla realizzazione di impianti di digestione anaerobica. Dopo due anni si vedono i primi risultati anche se al momento il commissario è ‘scaduto’ lo scorso aprile e serve un atto di proroga.
In piena terra dei fuochi, precisamente a Giugliano, sorgerà il primo impianto, in provincia di Napoli, per il trattamento dei rifiuti umidi, gli scarti alimentari. Il commissario Pasquale Manzo attende la valutazione di impatto ambientale della regione prima di salutare con soddisfazione la posa della prima pietra. L’appalto è stato aggiudicato alla De Vizia Transfer Spa, società con cuore pulsante ad Avellino e sede legale a Torino. Un gruppo con sedi in tutta Italia, attiva da oltre 40 anni con circa duemila dipendenti. Per i soci della spa non mancano alcune grane giudiziarie che ilfattoquotidiano.it può ricostruire. Emilio De Vizia, consigliere della spa, è stato condannato in primo grado a 6 mesi per omissioni di atti d’ufficio dal tribunale di Ariano Irpino nel processo per la gestione di una discarica in provincia di Avellino, quella di ‘Difesa Grande’.
Per i giudici, da vicepresidente della società mista Asi-dev ( il socio privato era il gruppo De Vizia) non ha ottemperato alla messa in sicurezza e alla gestione della fase post mortem dell’invaso come disposto da ordinanza commissariale. Il Tribunale ha concesso la sospensione condizionale della pena. Un processo che contestava una sfilza di altri reati, in grande parte prescritti. Contro la condanna Emilio De Vizia ha fatto ricorso in appello. Anche nel basso Lazio non mancano problemi. Vincenzo De Vizia, presidente del consiglio di amministrazione della De Vizia spa, e Nicola De Vizia, consigliere del cda, invece, sono indagati per frode in pubbliche forniture e truffa in una inchiesta della Procura di Latina per la gestione dei rifiuti sull’isola di Ponza. Proprio Nicola De Vizia è indagato anche in un’altra indagine della Procura di Latina per presunte irregolarità nella gestione dell’appalto dei rifiuti a Gaeta. Non è finita.
Vincenzo De Vizia è imputato per disastro ambientale e traffico illecito di rifiuti, in concorso con altri imprenditori, nel processo in corso davanti al Tribunale di Salerno nell’inchiesta denominata Chernobyl. La proprietà ha, ogni volta, ribadito l’estraneità alle accuse e di aver agire sempre nel rispetto delle norme ambientali. In un’altra inchiesta, in questo caso della Procura di Napoli, sulla bonifica di Bagnoli, all’esito dell’udienza preliminare i De Vizia , difesi dall’avvocato Giovanni Siniscalchi, sono stati prosciolti. Ora alla società spetta la costruzione dell’impianto, che tratterà 40mila tonnellate all’anno, in cambio degli introiti fissati per il conferimento e la cessione di energia. “I comuni pagheranno 97 euro a tonnellata – spiega il commissario Manzo – per conferire i rifiuti umidi mentre oggi pagano oltre 150 euro con l’auspicio di un abbassamento della tariffa. L’azienda incasserà gli introiti provenienti dalla vendita dell’energia prodotta. L’impianto sarà gestito per 15 anni dalla De Vizia prima della cessione agli enti pubblici”.
Il responsabile unico del procedimento per la realizzazione dell’impianto è, invece, Pietro Moretti. Ingegnere, già consulente di Giuseppe Pecoraro, prefetto commissario dell’emergenza rifiuti a Roma, quando si pensò di costruire una discarica, a 700 metri dalla zona di protezione della villa di Adriano, ipotesi poi tramontata con le dimissioni di Pecoraro. Manzo ha spiegato che Moretti è stato scelto su indicazione della Provincia di Napoli. Sulla impresa che, invece, realizzerà l’impianto, Manzo precisa: “La prefettura, dopo la nostra richiesta, ha dato l’ok. Non dobbiamo occuparci noi di eventuali vicende giudiziarie. Terminato l’iter in Regione finalmente inizieranno i lavori. Sarà il primo impianto di questo genere in Campania”. Giugliano e la terra dei fuochi ripartono con il digestore made in De Vizia.