Due anziani deceduti a due anni di distanza l’uno dall’altro, nello stesso reparto dell’ospedale genovese San Martino. Vittime entrambi di interventi chirurgici di routine, per malattie oncologiche, che hanno avuto esiti fatali. Tra i due episodi si inserisce una inquietante lettera anonima inviata da sedicenti infermieri ai parenti della prima vittima, Irma Sacco, 70 anni, deceduta il 6 maggio 2012 a seguito delle complicazioni sopravvenute ad un intervento in laparoscopia che le aveva procurato lacerazioni dell’intestino. La missiva conteneva un avvertimento inquietante: “Vi stanno ingannando, quello che è successo non è affatto normale. Ed è già accaduto altre volte”.

La famiglia della seconda vittima, il pensionato Lorenzo Fabiano, 75 anni, deceduto il 5 agosto scorso a causa di una peritonite fecale dopo essere stato sottoposto a due interventi chirurgici effettuati a un giorno l’uno dall’altro, ha presentato un esposto alla magistratura. Federico Manotti, sostituto procuratore della Repubblica di Genova, ha aperto un fascicolo d’inchiesta. Anzi due. Indagherà anche sulla mancata comunicazione, da parte dell’ospedale, del decesso dell’anziano degente, un atto dovuto. La famiglia del pensionato avrebbe riferito nell’esposto di aver ascoltato da parte del primario del reparto che l’apparecchio suturatore in dotazione era difettoso. Un altro medico del reparto, dopo il primo intervento, avrebbe confidato ai figli di Fabiano che una porzione dell’intestino del pensionato era stata suturata male. E che per questa ragione era stato necessario intervenire di nuovo col bisturi.

Il fascicolo della procura, aperto per il reato di omicidio colposo contro ignoti, non contiene per ora nomi di indagati. La settimana prossima il pm comincerà ad ascoltare i testimoni. Interpellata da ilfattoquotidiano.it la direzione sanitaria del San Martino, attraverso la responsabile, la dottoressa Alessandra Morando, ha fornito questa ricostruzione dei fatti: “Non c’è alcuna analogia tra il primo e il secondo decesso. La signora Sacco oltretutto era affetta da una malattia oncologica già ad uno stadio avanzato. Il signor Fabiano (secondo episodio, ndr) è stato ricoverato al centro di chirurgia generale ad indirizzo oncologico il 24 luglio scorso e sottoposto ad un intervento chirurgico, nel quale era stata utilizzata una suturatrice di ultima generazione. Purtroppo l’intervento ha provocato dei problemi e il paziente è stato nuovamente operato il giorno seguente. Nel secondo intervento è stata utilizzata un’altra macchina suturatice. Due giorni dopo il secondo intervento, il 29 luglio, è partita in via telematica, come da prassi, la segnalazione al ministero della Sanità sul cattivo funzionamento della prima suturatrice che non è mai più stata utilizzata”.

“L’esposto intendeva chiedere che venissero chiarite le cause della morte”, spiega l’avvocato Stefano Piovani, che assiste la famiglia Fabiano. “L’autopsia (le risultanze ufficiali saranno presentate entro 60 giorni dal medico legale, Luca Tajana) avrebbe evidenziato una infezione fecale all’origine del decesso. L’infezione si è verificata a causa del cattivo funzionamento dell’apparecchiatura medica impiegata nel primo intervento oppure per un errore umano dei sanitari? Lo accerterà la procura. In entrambi i casi, la responsabilità dell’ospedale è certa”. Il pm Manotti acquisirà probabilmente gli atti dell’inchiesta penale aperta a suo tempo e poi archiviata sulla morte di Irma Sacco. La famiglia della pensionata aveva già avviato una causa civile contro i medici dell’ospedale genovese, con l’assistenza dell’avvocato Ferruccio Barnaba.

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