Prima l’allerta maltempo, dopo la mucillagine. E’ tornata, dopo anni, a mettere in difficoltà il comparto turistico della Riviera romagnola, già vessato da una stagione estiva contrassegnata da recessione e da precipitazioni straordinarie, la mucillagine, che soprattutto negli anni Novanta era l’incubo di tutto il litorale della regione, da Ferrara a Cattolica. Come segnalato da un lettore de ilfattoquotidiano.it, che con una telecamera ha ripreso la lunga linea scura che nei giorni scorsi galleggiava al largo di Marebello (in provincia di Rimini), ma anche nelle acque tra Ravenna e Cattolica, il fenomeno quest’anno si è ripresentato, “ma – assicura l’Arpa di Rimini – è dovuto a cause naturali e non è legato ad alcun tipo di inquinamento”. 

La mucillagine, spiegano i tecnici dell’Agenzia ambientale dell’Emilia Romagna, infatti, è “l’escrezione abnorme di polisaccaridi, cioè zuccheri complessi, prodotta da microalghe della specie Gonyaulax fragilis, presente normalmente, e in numero elevato, in ambiente marino”. In pratica, “è un fenomeno molto noto e non è esclusivo dei mari italiani”. Sulla base dei rilievi effettuati della struttura oceanografica Daphne dell’Arpa regionale, “nello specifico le mucillagini di questi giorni si presentano sotto forma di ‘reticoli’ e ‘nuvole’ ben visibili lungo la colonna d’acqua, che affiorano in superficie con chiazze – strisce di colore chiaro giallastro, che nel corso della giornata possono variare di dimensioni e muoversi in funzione dei venti e delle correnti. Lo spostamento verso costa è favorito dalla presenza di venti da scirocco provenienti da Sud Est, e provoca locali spiaggiamenti”. Cioè depositi a riva del materiale prodotto dalle microalghe

La ragione per cui, ad intervalli irregolari, ad esempio nel 2007, nel 2004, o nel 1999, si verifica questo fenomeno è legata alle condizioni atmosferiche. “La presenza di mucillagine al largo delle nostre coste – spiega l’assessore all’Ambiente di Rimini Sara Visintin – è dovuta al fatto che quest’anno si sono registrate precipitazioni straordinarie rispetto alla media della stagione estiva. Solo a luglio, in Riviera, ha piovuto per circa 24 giorni su 31, fattore che ha determinato una forte immissione di acqua dolce nel mare, che a sua volta ha desalinizzato l’acqua. Il caldo di quest’ultimo periodo, infine, ha portato a un affioramento di questi aggregati mucillaginosi”. 

Difficile quindi intervenire per contenere il fenomeno, che pure rischia di danneggiare un comparto turistico già alle prese con la recessione, il calo di turisti e il maltempo, che ha ritardato l’inizio della stagione. “Purtroppo, per quanto sia sgradevole da vedere, non c’è modo, per noi, di arginare il problema – spiega il sindaco di Riccione, Renata Tosi – ciò che possiamo fare è tenere pulite le spiagge mano a mano che la mucillagine si deposita, anche perché altrimenti maleodorerebbe, come tutte le alghe che si essiccano, e attendere che una mareggiata, ricambiando rapidamente le masse d’acqua, faccia pulizia”. 

La mucillagine, assicura comunque Visentin, “non è nociva per i bagnanti, né è correlata alla presenza di scarichi di sostanze inquinanti”. Secondo l’Arpa, del resto, i primi avvistamenti di mucillagine risalgono al 1729, quando le molecole inquinanti non erano ancora state sintetizzate. Ad oggi i meccanismi che inducono l’escrezione di tale materiale mucillaginoso da parte delle microalghe marine è ancora oggetto di ricerca, “tuttavia – garantisce Tosi – la situazione è costantemente monitorata e speriamo possa rientrare già grazie alle precipitazioni previste per i prossimi due giorni”.

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