Doveva essere il punto cardine della rivoluzione di Rosario Crocetta, lo strumento per rilanciare l’occupazione giovanile in Sicilia, il simbolo del riscatto in una terra abile finora soltanto a sperperare milioni di fondi europei per corsi di formazione dedicati ad estetiste e giardinieri. E invece dopo mesi di slogan e promesse, del Piano Giovani, il bando che metteva sul tavolo cento milioni di euro per garantire tirocini professionali retribuiti agli under 35, sono rimasti soltanto i cocci, prodotto di un agosto animato da violenti guerre intestine. A peggiorare il quadro è arrivato in queste ore un nuovo bando sostitutivo, ancora una volta con cifre da calcio mercato, per rimpiazzare il già vecchio Piano Giovani: solo che l’assessore alla Formazione Nelli Scilabra e quello al Lavoro Giuseppe Bruno raccontano in queste ore di averlo appreso a mezzo stampa.
Se a nord dello Stretto si profetizza il rapido arrivo di un autunno caldo per l’esecutivo nazionale, in Sicilia le temperature estive hanno già raggiunto livelli più che incandescenti. E pensare che doveva essere proprio l’estate la stagione del lancio del Piano Giovani, il simbolo della nuova formazione professionale targata Crocetta. La presentazione del tanto decantato piano lasciava sperare bene: cento milioni di euro, 800 tirocini retribuiti ogni mese, possibilità di assunzione. E invece oggi il Piano Giovani è finito spazzato via, rapidamente azzerato, insieme al portale internet, pomo della discordia di una storia cominciata male e finita peggio. A luglio, quando era stata aperta la prima finestra per selezionare i primi aspiranti tirocinanti il sistema aveva iniziato a scricchiolare: troppo debole il portale, troppo complicato per gli utenti riuscire ad accedere all’aria riservata del sito, troppe le richieste e troppo poco il tempo per accedere uno degli 800 tirocini rimborsati con 500 euro al mese.
I segnali del flop insomma c’erano tutti, aggravati da alcune singolari posizioni aperte nel database del sito, che rendevano disponibili tirocini per sagrestani e guarda pecore. Il 5 agosto poi ecco il flop day, con il portale andato in crash durante la seconda finestra di selezione: da lì in poi è stato uno scambio di accuse tra gli assessori di Crocetta, i vertici della burocrazia regionale e le aziende che avevano il compito di gestire il portale. A dare il via alla danza di j’accuse, la giovane assessore Scilabra, in passato orgogliosa di rivendicare ogni merito del Piano Giovani, e oggi principale accusatrice di Anna Rosa Corsello, direttore generale del settore Lavoro e Formazione. La polemica nei giorni d’agosto è corsa veloce sul filo delle missive: da una parte la dirigente ha respinto al mittente le accuse, sollevando ItaliaLavoro (società del Ministero) dalla gestione del portale del piano Giovani (che infatti è scomparso), dall’altra gli assessori Scilabra e Bruno anticipano il prossimo giro di vite ai vertici della burocrazia regionale.
In mezzo è finito perfino Antonio Ingroia, amministratore delegato di Sicilia e Servizi, la società regionale che si occupa di informatica, scavalcata da società esterne nella gestione del Piano Giovani, e poi incaricato da Crocetta di stilare un dossier con tutte le anomalie del sistema. Nelle ultime ore, quindi, ecco il colpo di scena: dalla pancia dell’assessorato regionale spunta un nuovo bando da ben 75 milioni, una sorta di Piano Giovani bis, per mettere una pezza al disastroso progetto naufragato in poche ore. Solo che gli assessori competenti, Scilabra e Bruno, si affrettano a prendere carta e penna per annunciare di non essere al corrente dell’esistenza del nuovo bando: “Sconoscevamo l’avviso sui tirocini e ne abbiamo avuto notizia solo dal sito”. Gli assessorati insomma avrebbero prodotto un nuovo avviso all’insaputa degli assessori competenti. E mentre i 1600 tirocini già riconosciuti nelle due uniche finestre del Piano Giovani vengono bloccati, anche il nuovo bando da 75 milioni si appresta ad essere ritirato.
Tra accuse incrociate, responsabilità politiche orfane di responsabili effettivi, e cifre da capogiro per aumentare l’occupazione rimaste solo sui titoli dei giornali, l’autunno caldo in Sicilia è già arrivato: a fare le spese soprattuto decine di migliaia di ragazzi che da beneficiari del Piano giovani sono diventati vittime mute di una farsa che si gioca tutta ai piani alti della Regione Siciliana. Quei piani dove 500 euro al mese di tirocinio sono solo una misura di legge e non l’ultima opportunità.