“Disegno di Dio”, “precetto di nostro Signore”, “Dio nostro Signore”. Nella decina di fogli manoscritti sequestrati dai carabinieri, Luca Giustini, il ferroviere di 34 anni che ha assassinato la figlioletta di 18 mesi con cinque coltellate a Collemarino (Ancona), aveva scritto frasi confuse, in cui però si ripetono ossessivamente richiami mistici al “progetto di Dio venuto tra noi”, del “Signore” che avrebbe guidato le sue azioni.

Domani mattina, nel reparto di psichiatria dove l’uomo si trova ancora ricoverato, si terrà l’udienza di convalida dell’arresto davanti al gup Carlo Cimini. Giustini, che non ha parlato con gli inquirenti e con il suo legale, ha detto ai medici della Psichiatria, dove viene tenuto sotto terapia farmacologica, di aver sentito una voce che gli diceva di uccidere la figlia. Ha anche raccontato ai medici di una caduta di qualche giorno fa, in cui la bimba si era ferita in modo lieve alla nuca: un episodio che potrebbe aver scatenato nell’uomo la paura di danni permanenti alla piccina.

Secondo le ultime ricostruzioni, poche ore prima dell’omicidio l’uomo era andato a trovare la madre, aveva pianto e aveva chiesto all’anziana nonna di pregare con lui. Le indagini condotte dalla procura sul profilo facebook dell’uomo hanno rivelato che tra gli ultimi ‘mi piace’, Giustini ne aveva assegnato uno a un esperto in psicografia: la disciplina che studia la scrittura sotto la guida di uno spirito. Secondo gli inquirenti, questa potrebbe essere una conferma che il ferroviere da qualche tempo coltivava questo interesse, e forse iniziava a convincersi della necessità di compiere il gesto. Tutti elementi che verranno esaminati da uno psichiatra nei prossimi giorni.

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