"A proposito di sentimenti" è il docufilm sull'argomento nato all'interno dell'associazione in collaborazione con la RAI, che racconta gli amori tra persone con sindrome di Down. Perché in tanti, come Mauro e Marta, stanno insieme e vogliono sposarsi
Dopo dieci anni insieme Mauro e Marta hanno detto si. 40 anni lui, 30 anni lei, entrambi con sindrome di Down, lo scorso 6 luglio a Roma, nella chiesa di San Bonaventura al Palatino vicino al Colosseo, si sono giurati amore eterno. A raccontare la loro unione le foto postate su Facebook e il video in cui parlano del loro incontro nel 2004 alla festa di compleanno di un’amica comune.
“Mauro e Marta si sono conosciuti all’interno dei nostri percorsi di educazione all’autonomia e hanno frequentato i nostri corsi di affettività e sessualità in cui diamo ai ragazzi informazioni sul proprio corpo e parliamo di relazioni e comportamenti aiutandoli a crescere in consapevolezza”, racconta a ilfattoquotidiano.it Anna Contardi, Coordinatrice nazionale dell’Aipd – Associazione Italiana Persone Down. “Vogliamo renderli consapevoli della propria affettività”. “A proposito di sentimenti” è il docufilm sull’argomento nato all’interno dell’associazione in collaborazione con la RAI, che racconta gli amori tra persone con sindrome di Down. Perché in tanti, come Mauro e Marta, stanno insieme e vogliono sposarsi.
L’amore tra Ludovica Boccaccini, 27 anni, e Francesco, 25 anni, è nata durante il tour “Tata Mary” de L’Arte nel Cuore Onlus, l’accademia di arte e spettacolo per diversamente abili e normodotati. “Ci conosciamo da anni ma durante il tour abbiamo avuto modo di stare insieme sempre. Durante la tappa di Vicenza ci siamo innamorati della città e l’uno dell’altra”, racconta Ludovica a ilfattoquotidiano.it, “Mentre ero in pullman, sulla strada del ritorno, ho telefonato a mia madre per dirle: “Mamma stiamo tornando. Devo darti una bellissima notizia: sono fidanzata con Francesco“. Lui ha già dichiarato apertamente che vuole sposarmi e avere dei figli, ma io non mi sento ancora pronta perché è una grande responsabilità”. Entrambi frequentano i corsi di recitazione, dizione, mimica e regia dell’accademia e condividono il sogno di scrivere insieme la sceneggiatura di un film.
Benedetta Bianchini, 23 anni, da circa sette mesi è fidanzata con Lorenzo, 22 anni. “Lui abita a Ostia e di solito sono io a raggiungerlo”, racconta Benedetta a ilfattoquotidiano.it, “Ci piace passeggiare sul Pontile, mangiare una pizza, andare al bowling o al cinema. Adesso ci sentiamo pronti per fare una vacanza insieme, ma mamma dice che è prematuro”. Benedetta è stata tra i protagonisti di “Hotel 6 Stelle”, il programma ispirato alla trasmissione svedese Service with a smile e trasmesso su Rai 3 in seconda serata. A oggi continua a lavorare nel settore dell’accoglienza grazie ad un tirocinio presso un tour operator.
Lorenzo Altavilla, 21 anni, sta con Serena, 25 anni, da sei mesi. Si sono conosciuti al gruppo di terapia occupazionale organizzato dal Professor Giorgio Albertini presso l’Irccs San Raffaele Pisana. “Il nostro è stato amore a prima vista“, racconta a ilfattoquotidiano.it Lorenzo. “Anche noi ci vogliamo sposare. Quando ho visto su Facebook le foto del matrimonio di Marta e Mauro le ho inviate a tutti i parenti dicendo: “Presto vi inviterò al mio”. La loro unione mi ha dato speranza, vuol dire che potrò farlo anch’io”. Lorenzo racconta di quando una sera si sono esibiti in un locale in un numero di tango argentino: “Ho ricevuto un piccolo rimborso spese. Ho dato quei soldi a Serena dicendole: “questi mettili da parte per il matrimonio””. La loro unione viene appoggiata anche dalle famiglie che ormai sono diventate amiche e per far vivere ai figli il rapporto di coppia spesso il sabato sera escono a fare una pizza insieme, lasciando che Lorenzo e Serena siedano a un tavolo da soli per avere un po’ di intimità. Ma sull’argomento matrimonio e vita insieme Giovanna, madre di Lorenzo, non può fare a meno di aggiungere: “Penso che una supervisione ci dovrà essere sempre”.
Per rendere autonome le persone con sindrome di Down, l’Aipd organizza corsi calati nella realtà. “Insegniamo loro a girare da soli per la città, ad usare i trasporti, il denaro, a rapportarsi con gli sconosciuti”, aggiunge Anna Contardi, “Lavoriamo sul processo di identità e sulla consapevolezza di sé e di essere grandi. Perché non basta saper fare, occorre anche saper essere”.