Il prefetto: "Serve un'azione per impedire altri episodi". Daverio: "Offro 10mila euro ai ladri perché restituiscano la tela integra". Il pericolo, infatti, è che la pala venga "depezzata" e venduta in singole parti al mercato nero
Una task force per difendere le opere d’arte dall’escalation di furti delle ultime settimane, negli edifici di culto della provincia di Modena. Dopo la sparizione della Madonna con i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo del Guercino e del Paesaggio primaverile di Michele Cascella e i numerosi colpi in diverse chiese, il prefetto Michele Di Bari ha deciso di convocare il 28 agosto, un vertice tra forze dell’ordine, Procura, Soprintendenza e Curia per definire un piano di tutela dei beni culturali conservati negli edifici sacri della provincia. “L’iniziativa – spiega la prefettura di Modena – è sollecitata dalla constatazione che, in tempi recenti, l’attenzione della criminalità si è rivolta ad aggredire il patrimonio storico artistico di cui è ricco il nostro paese, prendendo di mira soprattutto le chiese, dove si concentra una significativa presenza di oggetti di pregio i quali, anche se non sempre di elevatissimo valore commerciale, rappresentano comunque una preda appetibile da inserire fruttuosamente nei circuiti del fiorente traffico illecito di opere d’arte. Articolato anche al di fuori del territorio nazionale”.
Il vertice avrà infatti due scopi: avviare una mappatura completa delle opere di maggiore rilievo conservate negli edifici di culto della provincia di Modena e predisporre o rafforzare le misure di sicurezza a tutela di dipinti e sculture, vigilanza e prevenzione all’interno delle chiese in cui sono custoditi, comprese. “Solo un’azione sinergica – sottolinea il prefetto Di Bari – può impedire che tali importanti testimonianze del nostro passato vengano sottratte alla fruibilità di tutti, e diventino motivo di lucro per delinquenti senza scrupoli”.
Com’è accaduto, pochi giorni fa, per il dipinto di Cascella, un olio su tela del valore di diverse decine di migliaia di euro sottratto dall’abitazione di un collezionista modenese, residente a Baggiovara (Modena). O per il quadro del Guercino, rubato dalla chiesa di San Vincenzo di Modena. Un’indagine difficile, quest’ultima, secondo lo stesso procuratore capo Vito Zincani, perché la tela potrebbe essere già stata “depezzata”, e venduta in singole parti al mercato nero. Un’ipotesi possibile, secondo il critico d’arte Philippe Daverio, che ha offerto 10mila euro agli stessi ladri che l’hanno rubata affinché la restituiscano “sana e salva”. “Nessun collezionista o magnate – dice Daverio al Resto del Carlino – si metterebbe un’opera di questo genere in salotto, neppure un maniaco dell’estetica rischierebbe tanto per osservare la splendida Madonna in trono”. Il timore, quindi, è che il quadro dipinto da Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, qualora non dovesse essere usato per chiedere un riscatto, possa finire smembrato o abbandonato dai ladri braccati dalle forze dell’ordine, o ancora, che possa scomparire come accadde al Caravaggio trafugato dalla mafia a Palermo ormai quarant’anni fa e mai più ritrovato.
Per ora le indagini della procura di Modena, che indaga anche sul furto di Boggiovara, e cioè sulla sottrazione di due quadri, uno del Cascella e uno di Mario Shifano, anch’esso valutato per qualche decina di migliaia di euro, non hanno dato esiti positivi. E al vaglio degli inquirenti ci sono solo ipotesi. Secondo la procura di Modena, a mettere a segno il furto del Guercino sarebbe stata “una banda dall’alto profilo criminale, con una committenza di alto livello”. Trafugare una pala d’altare alta tre metri non è cosa facile, serve un furgone e per rintracciarlo le forze dell’ordine hanno esaminato i video delle telecamere di sicurezza della zona e i tabulati telefonici. Al contempo un occhio è rivolto verso la frontiera con la Svizzera, che secondo gli studiosi del settore è una delle destinazioni verso cui viaggia la merce preziosa rubata in Italia, per essere smistata verso mete internazionali. Infine resta da capire se i due furti, Modena e Boggiovara, siano collegati, e per farlo è necessario datare il momento esatto della sparizione delle opere.