Per la prima volta Hamas ha ammesso di aver rapito e ucciso i tre ragazzini israeliani scomparsi in Cisgiordania a metà giugno. Azione che viene considerata la scintilla della nuova guerra che si sta combattendo nella Striscia di Gaza tra l’esercito israeliano e i gruppi armati palestinesi.
L’annuncio è stato fatto in conferenza stampa dall’alto leader del gruppo Salah Arouri. E’ la prima ammissione ufficiale da parte di Hamas che finora aveva solo elogiato il rapimento e l’uccisione dei tre studenti di una scuola religiosa ebraica. Hamas – ha spiegato dalla Turchia Arouri – ha compiuto il rapimento con l’obiettivo di provocare una nuova rivolta palestinese, aggiungendo che “è stata un’operazione compiuta dai nostri fratelli delle Brigate al-Qassam“, l’ala militare di Hamas. Le parole di Arouri dimostrano – secondo Israele – che Hamas “non si fa alcuno scrupolo nel prendere di mira civili innocenti”. Questa la risposta del portavoce del governo di Tel Aviv, Mark Regev.
Arouri ha detto che la formazione “non aveva intenzione di accendere una grande battaglia” e non credeva che Israele volesse una guerra. “Ma Allah ha scelto e ha voluto che scoppiasse una grande battaglia”, ha aggiunto. Fin da subito Israele ha accusato Hamas di avere orchestrato i rapimenti e ha identificato due miliziani come i principali sospettati. I due sono ancora ricercati. Salah Arouri è una delle principali figure di Hamas: ha fondato l’ala militare in Cisgiordania circa 20 anni fa e ora è a capo delle operazioni dall’esilio in Turchia, dove si trova dall’anno scorso a seguito di un accordo in base al quale è stato liberato da un carcere israeliano. Questa settimana il governo di Tel Aviv ha identificato Arouri come la mente di un presunto complotto per lanciare in Cisgiordania una rivolta mirata ad allontanare dal potere il presidente palestinese Mahmoud Abbas.
Eyal Yifrah (19 anni), Gil-Ad Shayer (16) e Naftali Yaakov Frenkel (16) sparirono nel nulla il 12 giugno nei pressi dell’insediamento di Gush Etzion, tra Betlemme e Hebron, nel sud della Cisgiordania, mentre facevano l’autostop. I loro corpi vennero ritrovati il 30 giugno, dopo una imponente ricerca da parte dell’esercito israeliano. Quell’azione ha contribuito ad innescare il nuovo conflitto che si sta tuttora combattendo a Gaza. Per quegli omicidi Israele ha condotto a fine giugno una massiccia campagna di arresti, fermando centinaia di membri del gruppo in Cisgiordania. Hamas e altri militanti hanno risposto intensificando i lanci di razzi contro lo Stato ebraico, che l’8 luglio ha avviato nella Striscia l’offensiva denominata Margine protettivo.