Alcuni politici attaccano il sistema open source che avrebbe generato ulteriori spese. L'amministrazione, invece, rivendica i risparmi del passaggio avvenuto 10 anni fa. Uno studio esaminerà la questione
Monaco di Baviera riapre l’eterna guerra fra Windows e Linux. Il Comune tedesco starebbe infatti valutando la possibilità di tornare a utilizzare il sistema operativo ideato da Bill Gates. Circa dieci anni fa Monaco aveva scelto l’open source segnando una vittoria importante per il mondo Linux. L’amministrazione aveva scelto LiMux, una distribuzione sviluppata appositamente per gli uffici dell’ente locale. Non è stato un processo facile e indolore, ma secondo i dati pubblicati dall’amministrazione nel 2011 erano stati risparmiati circa quattro milioni di euro per la gestione dei sistemi informatici. Scegliendo l’open source il Comune ha evitato di spendere i soldi per rinnovare 15mila licenze di Office e altre 7.500 licenze del sistema operativo di Microsoft.
I software open source, aveva dichiarato il sindaco, hanno permesso di tagliare di un terzo la spesa destinata all’It riutilizzando anche hardware un po’ datato. Non solo: così è stato evitato l’acquisto di 7.500 nuovi computer e ridotto da 70 a 46 il numero di richieste di assistenza mensili per il supporto tecnico all’help desk. E anche i costi relativi alla riqualificazione degli impiegati comunali e alle modifiche delle applicazioni non hanno inciso più di tanto sui risparmi finali. Tutto bene, dunque? Non proprio. La prima delle grandi città europee a sposare il verbo dell’open source oggi non sembra più così convinta.
Il passaggio ha comportato dei risparmi ma anche costi relativi all’abbassamento della produttività. La formazione sui nuovi applicativi non ha dato i risultati sperati soprattutto perché intorno al Comune c’è un mondo che insiste a utilizzare Windows. I problemi hanno riguardato soprattutto i fornitori esterni e lo scambio di documenti. Tanto che qualche politico locale è passato all’attacco sostenendo che Linux sia più costoso di Windows perché nel passaggio la città ha dovuto assumere nuovi programmatori per adattare il software alle esigenze dell’amministrazione comunale.
Al momento non è stata ancora presa nessuna decisione. Uno studio esaminerà la questione, ma vale la pena di ricordare come ancora nel 2008 solo 1.200 dei 14mila computer interessati dal progetto erano migrati a LiMux. La ragione del ritardo era dovuta, secondo Florian Schiessl responsabile del progetto, alla disorganizzazione della infrastruttura It del comune di Monaco. Anche con Windows sarebbe cambiato poco. Chissà cosa ne pensano a Torino, dove di recente il Comune ha deciso di passare a Linux. Entro al massimo un anno e mezzo tutti i sistemi dell’amministrazione utilizzeranno l’open source con un risparmio, secondo il city manager Gianmarco Montanari, del 20%-40%. Il Comune utilizzava ancora Windows Xp, ma con la fine del supporto da parte di Microsoft avrebbe dovuto sostenere costi ingenti per la sostituzione del sistema operativo.