A Ferragosto mi aspettavo che il governo Renzi decidesse sulla banda larga e ultralarga, dopo la delusione del “decreto attuativo” che avrebbe dovuto introdurre snellimenti burocratici per gli scavi favorendone la diffusione. Rimaniamo, invece, il penultimo paese in Europa per la velocità della banda e solo poco più del 50% delle famiglie hanno la possibilità di accedere a Internet. Le lobby finanziarie sono più forti del bisogno di creare posti di lavoro per i giovani. È la conferma che in estate tutto rallenta, all’infuori delle promesse. In tv è calma piatta, in onda le repliche delle repliche, si raschia il fondo del barile delle teche, anche se i fatti da approfondire non mancano e il periodo andrebbe usato per sperimentare nuovi programmi per l’autunno (Millennium su Rai 3 è solo una mosca bianca), il calo della pubblicità, i budget sempre più risicati, l’obbligo dei lavoratori di smaltire le ferie, lo vietano e così gli studi tv si trasformano in vecchi magazzini.
Domenica scorsa a Speciale Tg1 vi è stata un’eccezione: Ruanda fuga nel futuro, autore il corrispondente da Nairobi Enzo Nucci, un’ottima inchiesta che ha fatto onore al servizio pubblico. Nucci, a basso costo produttivo, ha raccontato cosa sta accadendo in Ruanda tra gli Hutu e i Tutsi a vent’anni dal genocidio di oltre un milione di civili. Un paese dimenticato che dal 2000 è in mano al presidente Kagame che lo ha trasformato in un regime, dove, nonostante tutto, i giovani si stanno inventando un futuro. In giro per il mondo ci sono giornalisti Rai capaci, con grande esperienza, ma non sempre il loro lavoro è valorizzato adeguatamente.
Dal Fatto Quotidiano del 20 agosto 2014