Il deputato 5 Stelle torna sulla crisi irachena dopo il discusso intervento del 16 agosto. Gli risponde Saywan Barzani, capo della sede diplomatica irachena a Roma: "Può andare ad Erbil, raggiungere in qualche modo Mosul e convincere i terroristi a fermare il genocidio". Polemiche bipartisan, ma Grillo lo difende: "Campagna stampa contro di noi, forse chiederò i danni a Renzi"
La prima presa di posizione aveva suscitato un mare di polemiche. La seconda ha avuto lo stesso effetto. Alessandro Di Battista, vicepresidente della Commissione Esteri della Camera e deputato M5s, è tornato a parlare di quanto accade in Iraq. E se il 16 agosto sul blog di Beppe Grillo aveva provato ad avvalorare la tesi del “con i terroristi bisogna interloquire”, questa volta sul proprio profilo Facebook ha tentato di spiegare quali siano – a suo avviso – le ragioni che hanno portato all’esecuzione del reporter Usa James Foley. Per Di Battista “la violenza indecente, barbara, inaccettabile subita” dal giornalista Usa è “in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib“. Non solo. Attraverso una serie di passaggi del lungo intervento, il parlamentare a 5 stelle ha legato le azioni dei fondamentalisti islamici (dal 2001 ad oggi) all’”imperialismo” Usa. Le reazioni? Durissime, come accaduto a ridosso di Ferragosto. Per Lara Comi (Fi) si tratta di un “atteggiamento disgustoso”. Per Dario Ginefra (Pd) le parole del deputato sono “sermoni scellerati”. Ironico Daniele Capezzone: “Sbagliare è umano, perseverare è Di Battista”.
A difesa del ‘suo’ deputato è invece intervenuto il leader dei 5 Stelle Beppe Grillo con un videomessaggio sul blog: “Siamo a favore del terrorismo, dialoghiamo con i terroristi e non con il governo… Queste sono schifezze del nostro ebetino presidente del consiglio”.
Interviene per commentare le parole del parlamentare anche Saywan Barzani, ambasciatore iracheno a Roma. Per il diplomatico, contattato dall’agenzia TMNews, dialogare con i terroristi è “impossibile” ma “se l’onorevole Alessandro Di Battista ha la possibilità di entrare in contatto con i terroristi e vuole andare nelle zone sotto il loro controllo per intavolare con loro una discussione, sappia che il suo visto di ingresso in Iraq è pronto: può andare ad Erbil, raggiungere in qualche modo Mosul e convincere i terroristi a fermare il genocidio di cristiani e musulmani come sta avvenendo in questi giorni”. Riferendosi sempre alle dichiarazioni di Di Battista, il diplomatico iracheno ha detto: “Diamo il benvenuto a qualsiasi iniziativa lodevole, quindi anche a quella dell’onorevole Di Battista, atta a porre fine al massacro della minoranza cristiana e yezidi nel Nord del Paese dove i terroristi seminano il terrore uccidendo bambini e rapendo donne su base unicamente identitarie”. Barzani però convinto che “è impossibile per chiunque intavolare discussioni con questa gente”.
Il post integrale di di Battista sul suo profilo Facebook
“Ho ricevuto ogni genere di insulto in questi giorni. ‘Terrorista‘, ‘assassino’, ‘soggetto pericoloso per la società’ – ha scritto Di Battista – Un giornale ha anche scritto che avrei intenzione di farmi esplodere in una metro. Il tutto per aver espresso delle idee, riportato dei fatti e provato a ‘capire’, un atto che rivendico con tutto me stesso”. Inizia così il lungo post del deputato pentastellato, che è tornato a parlare di Ira q e fondamentalismo islamico dopo il suo discusso intervento del 16 agosto. In quell’occasione ci fu la dura reazione di tutto il panorama politico, con il Pd che successivamente prese spunto dall’uscita del parlamentare per commentare il diniego grillino al confronto con il governo sul tema della riforma della giustizia. “Parlerebbero con i terroristi, ma non bisogna dialogare con l’esecutivo” è stato il senso delle accuse di Orfini e Renzi al niet del M5s all’incontro con il ministro Andrea Orlando.
“Violenza su Foley figlia della violenza sui detenuti di Abu Ghraib”
Attacchi e presunte strumentalizzazioni che non sono andate giù a Di Battista. Che ha risposto su Facebook, legando l’azione del fondamentalismo islamico all’imperialismo statunitense pre 11 settembre. “Mi domando cosa possa succedere se dovessi mai compiere uno di quei reati tanto cari ad esponenti di quei partiti che i giornali che mi hanno infangato portano sul palmo della mano – ha scritto il vicepresidente della Commissione esteri della Camera – Qualcuno, in rete, mi ha anche augurato di fare la fine di quel povero reporter americano. A quel poveretto gli hanno messo addosso un divisa simile a quella indossata dai prigionieri a Guantanamo“. Qui il collegamento con le violenze dei soldati americani sui prigionieri iracheni: “Io penso che la violenza indecente, barbara, inaccettabile che ha subito quel ragazzo sia, in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib“.
“Attentato alle Torri Gemelle figlio dell’imperialismo nordamericano”
Poi la spiegazione della tesi: violenza chiama violenza. E vendetta. A catena. “Le violenze commesse in quella prigione furono senz’altro figlie di quel desiderio di vendetta che molti americani hanno provato dopo l’indecente, barbaro, inaccettabile attentato alle Torri Gemelle, quest’ultimo anche figlio dell’indecente, barbaro, inaccettabile imperialismo nordamericano (l’imperialismo non è soltanto nordamericano), che ha portato milioni di persone a morire di fame”. Di Battista a questo punto si è posto domande (“Si potrebbe continuare all’infinito ma serve a qualcosa? Ha qualche utilità sapere “chi ha sparato per primo”?) e poi è tornato sulle critiche nei suoi confronti. “Ho provato a mettere in discussione il pensiero dominante. In tanti hanno letto quel che ho scritto (la “macchina del fango” almeno a qualcosa serve) e di questo sono contento – ha scritto – Altri si sono fermati a una frase letta su qualche giornale. A questi ultimi consiglio di leggere tutto quello che ho scritto nella sua interezza“. In conclusione di post, il deputato ha bocciato la politica statunitense in tema di lotta al terrorismo.
Le reazioni, Capezzone: “Sbagliare è umano, perseverare è Di Battista”
Un ragionamento, quello di Di Battista, che ha suscitato ancora una volta aspre critiche da parte di tutti gli schieramenti. “Chiedere scusa non basta più: Di Battista prenda atto delle sue dichiarazioni scellerate e si dimetta” è la presa di posizione di Lara Comi, europarlamentare di Forza Italia, secondo cui “l’atteggiamento nei confronti della situazione irachena è disgustoso e antidemocratico”. “Quella di James Foley è stata una delle atrocità più gravi compiuta dal terrorismo internazionale – ha aggiunto l’esponente azzurra – e cercare letture alternative, come quella che vede l’omicidio collegato alla politica degli Stati Uniti, è davvero fuori dal mondo. Il messaggio di Di Battista è doppiamente grave – ha concluso la Comi – Sia per il contenuto, che per il rischio di emulazione da parte di qualche invasato che pensa solo a disseminare morte e a sterminare popolazioni intere come sta facendo l’Isis in Iraq”.
Compatto il Pd nella condanna delle parole del deputato M5s. “Al delirio grillino non c’è mai fine. I grillini sono inutili e dannosi alla comunità, se li conosci lì eviti perché a loro piace giocare. Arrivare a dire che dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano fa capire che forse Di Battista di politica estera ne sa quanto Razzi”. E’ la presa di posizione di Stefano Pedica. Che ha aggiunto: “Prima di lanciarsi in sgangherate analisi di politica internazionale, Di Battista dovrebbe imparare a pesare di più le parole, ricordandosi che per errore è stato eletto anche deputato. Forse l’esuberante grillino intende intavolare una discussione con i terroristi sul tetto di Montecitorio? I cinque stelle continuino pure a loro a fare i loro show ma per piacere lascino stare le guerre e rispettino almeno le migliaia di vittime innocenti del terrorismo”. Anche Dario Ginefra (Pd) non ha risparmiato accuse: “Il Movimento 5 Stelle prosegue nei suoi sermoni scellerati dando vita a letture e giustificazioni del terrorismo in Iraq che non sono più accettabili. Il deputato Di Battista dovrebbe solo vergognarsi e, dopo aver chiesto scusa a tutto il Paese, indossare la divisa dell’ex parlamentare”. “I suoi disgustosi esercizi di antidemocrazia e di spalleggiamento agli atti dei terroristi non possono trovare altra soluzione – ha continuato Ginefra – Grillo e i suoi oramai hanno superato ampiamente tutti i limiti possibili: la libertà di espressione hai dei limiti anch’essa, soprattutto quando l’obiettivo è solo quello di offendere la memoria di migliaia di vittime causate del terrorismo e l’intera famiglia di James Foley“. Ironica la presa di posizione di Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera, che su Twitter ha scritto: “Sbagliare è umano, perseverare è Di Battista”.
Grillo: “Forse chiederò i danni a Renzi per parole su terrorismo”
In difesa del vicepresidente della Commissione Esteri della Camera è intervenuto Beppe Grillo con un videomessaggio: “C’è una campagna stampa contro il M5S che è vergognosa: siamo a favore del terrorismo, dialoghiamo con i terroristi e non con il governo… Queste sono schifezze del nostro ebetino presidente del consiglio”. A sentire il leader di M5s, Renzi “si permette anche di dire che noi abbiamo attinenze con il terrorismo: io vedrò se ci sono gli estremi per chiedergli i danni in nome mio e del popolo italiano” ha detto l’ex comico, che poi ha aggiunto anche altro. “Questo ebetino, che non è stato eletto da nessuno: che vada alle politiche e che si faccia eleggere dal popolo italiano! Vorrei far capire a chi l’ha votato che non ha mantenuto nulla di quello che ha detto!”. Poi Grillo ha chiesto nuove elezioni:”Vorrei andare a elezioni per determinare se il popolo italiano vuole essere preso ancora per il c… da questo cartone animato che gira e sloganizza tutto, sloganizza, fa degli sloganetti, ce lo avevamo a scuola quei tipi di persone lì: facevano i casini e poi piangevano davanti al maestro e si facevano compatire! Per carità!”.