Pompei, un cantiere a cielo aperto dove si respira aria di presunzione
“Per gli scavi la direzione è esatta?” chiede la turista inglese a un’anziana seduta accanto la porta di casa. “A destra, poi a sinistra, poi sempre dritto!”, risponde la signora. Difficile credere che abbia capito la domanda, più probabile che sia molto abituata a dare quella risposta, senza neanche più pensarci. La turista inglese e il marito guardano fiduciosi la sua mano che disegna in aria una S, ringraziano e si rimettono in marcia. L’area archeologica di Pompei dista dalla stazione meno di un chilometro in linea d’aria, ma per arrivarci non esiste un percorso tracciato ben visibile. I segnali per gli scavi, di un marroncino sbiadito e scritti rigorosamente in italiano, si confondono con quelli stradali e a volte non si vedono neanche. Solo le indicazioni pazienti dei pompeiani e l’avvistamento delle prime bancarelle rivelano che la meta non è molto lontana.
La coda alla biglietteria è lunga e arriva fino al cancello d’ingresso, buon segno. Pochi gli italiani, molte le comitive di turisti tedeschi, spagnoli e francesi. Qui, lo scorso Ferragosto, c’erano 13 mila persone in fila per visitare le dieci domus riaperte pochi giorni prima, dopo anni di inagibilità, come il Thermopolium di Vetutius Placidus, una tavola calda dell’epoca, la Casa dei Ceii, con i pavimenti originali in cocciopesto e la Casa della Caccia antica. Al loro interno, fatti arrivare apposta ad inizio agosto dalla Ales, la società in house del ministero per i Beni e le Attività Culturali, i custodi hanno il compito di tenere d’occhio i visitatori. Ma non ce n’è bisogno, perché le comitive di stranieri sono silenziose e rispettose. Senti parlare solo quelli che non hanno l’audioguida, magari per riferire un’informazione carpita dal turista accanto. Non c’è altro modo per capire cosa sia stato in passato il posto in cui ci si trova, perché nella gran parte delle domus non esistono cartelli con indicazioni storiche.
Più si cammina tra stradine e antiche vie, più si tocca con mano (e con piedi) un’amara realtà. Gli scavi sono un enorme cantiere a cielo aperto. I segnali di divieto spuntano ovunque, così tanti che a un certo punto si smette anche di contarli. Dappertutto domus sbarrate, cancelli chiusi, ponteggi arrugginiti. I turisti guardano e passano. Si fanno bastare quello che c’è. Tirano fuori gli smartphone, sedotti dal fascino della Casa del Larario di Achille e dai dipinti in quella di Apollo. Ma solo pochi di loro si avventurano lungo via di Nola, nel Regio IV. Un sentiero verso il nulla, con decine di domus decrepite ai due lati, abbandonate al ricordo di se stesse. Sul fondo, un grande cancello chiuso. Una delle più belle strade degli scavi è ridotta a un lungo e solitario vicolo cieco.
L’odore che si respira, saltellando da un roccia all’altra, è quello della presunzione. La presunzione e il menefreghismo di chi ha pensato che la zona archeologica più bella del mondo potesse restare in piedi, in tutti questi anni, come per una sorta di sacra inerzia storica. Con sensi di colpa solo temporanei, provocati dal susseguirsi dei crolli.
Su alcuni dei cancelli chiusi con pesanti lucchetti penzolano dei cartelloni. Sono quelli del “Grande Progetto Pompei”, che ha ottenuto dalla Comunità Europea un finanziamento di 105 milioni di euro, che dovrebbero servire per riqualificare da cima a fondo l’area degli scavi. Il condizionale è d’obbligo, perché se entro il 31 dicembre 2015 i progetti di recupero non saranno approvati, tutto ciò che non è stato impiegato del finanziamento andrà perso. Al momento, come non ha mancato di far notare lo scorso 17 luglio il commissario europeo per le politiche regionali Johannes Hahn, durante la presentazione del piano d’azione per l’accellerazione del GPP, “solo l’1% è stato utilizzato e un altro 24% è stato destinato a lavori in fase di completamento”. Tradotto: ci sono quasi 80 milioni da spendere entro poco più di un anno. A settembre, ricorsi permettendo, bisognerà accelerare.
Di fretta vanno già i dipendenti dell’Autogrill, l’unico luogo dell’area archeologica dove le indicazioni in inglese precedono quelle in italiano. Qui, non molto distante dall’ex tavola calda di Vetutius Placidus, bisogna sfornare pizze e impanare panini per centinaia di turisti affamati. L’impressione, masticando un trancio bollente di margherita sotto il sole che non dà tregua, è che se in tutti questi anni ci fosse stata la stessa efficienza nella gestione degli scavi, ora staremmo raccontando tutta un’altra storia.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Mosca, 19 feb. (Adnkronos) - "E' necessario ripulire l'eredità dell'amministrazione Biden, che ha fatto di tutto per distruggere anche i primi accenni alle fondamenta stesse di una partnership a lungo termine tra i nostri Paesi". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov parlando alla Duma all'indomani dei colloqui di Riad, commentando la possibilità di una cooperazione strategica tra Russia e Stati Uniti e aggiungendo che potrebbero essere create le condizioni per colloqui sulla sicurezza e sulla stabilità strategica tra i Paesi.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Il partito di Giorgia Meloni é nei guai fino al collo e la maggioranza spaccata platealmente come dimostra la dissociazione di Forza Italia dalla conferenza stampa dei suoi alleati. Dagli assetti europei alla guerra in Ucraina allo spionaggio con Paragon, dalle parti di Fratelli d’Italia non sanno dove girarsi e allora attaccano l’ex presidente Conte. Era evidente fin dall’inizio l’intento da parte della destra di usare a fini politici la commissione parlamentare sul Covid, ora il re è nudo”. Così Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Stamane alcuni ragazzi sulle scale di Montecitorio hanno gettato dei sacchetti con del cibo che la Gdo cestina ogni giorno per richiamare la nostra attenzione sul Giusto Prezzo e sul fatto che il cibo di qualità sia un privilegio per pochi, al contrario di quello che il Ministro dell’agricoltura Lollobrigida sostiene". Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera
"Mentre solo pochi giorni fa dichiaravano sullo spreco alimentare e sull’importanza di evitarlo, oggi che fanno i Presidenti di Camera e Senato? Fontana li accusa di atti vandalici e La Russa lo ha definito un atto vile. Ma ci rendiamo conto? Questi sarebbero atti vili e vandalici? E cosa facciamo noi per alleviare le sofferenze di quei produttori che nonostante l’inflazione e il caro prezzi non ricevono soldi in più? Cosa facciamo per quei consumatori costretti a rinunciare a proteine e carboidrati, al cibo sano e sostenibile perché troppo costoso? E soprattutto cosa diciamo a dei ragazzi che ci richiamano con parole pulite e striscioni corretti a dare delle risposte concrete senza offendere nessuno?".
"La maggioranza e il governo, il ministro Lollobrigida che oggi attendiamo in Aula dovrebbero rispondere su questo non offendere dei giovani innocenti che si preoccupano giustamente del nostro e loro futuro!”.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Picierno è una signora che ogni mattina si sveglia pensando a una sciocchezza da dire sul Movimento 5 Stelle. Picierno è un'infiltrata dei fascisti nella sinistra. Chiede più guerra, più armi, più povertà, più morti: non ha nulla a che vedere con la sinistra. E' un'infiltrata dei fascisti. Cosa ha in comune con la sinistra chi chiede più armi e più povertà? Picierno lo chiede in ogni situazione". Lo ha detto l'eurodeputato M5S, Gaetano Pedullà, a L'Aria che Tira su La7.
Palermo, 19 feb. (Adnkronos) - E' stato solo momentaneo lo stop della colata lavica di ieri pomeriggio sull'Etna. Come conferma all'Adnkronos Giuseppe Salerno, dell'Osservatorio etneo dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, "la colata lavica è attiva" e prosegue, "e attualmente c'è una eruzione in corso". La colata lavica continua così ad avanzare lentamente lungo il fianco occidentale dell'Etna in direzione Sud-Ovest, attestandosi intorno a 1.800 metri di quota.
Intanto, sui paesini intorno al vulcano continua a 'piovere' cenere lavica. È l'effetto dell'eruzione sommitale in corso sul vulcano attivo più alto d'Europa con una bocca effusiva che si è aperta, l'8 febbraio scorso, a quota 3.050 metri, alla base del cratere Bocca Nuova.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Non so se è chiara la gravità di quello che sta accadendo, ma temo proprio di no. Provo a mettere brevemente in fila i fatti per spiegarlo". Lo scrive Matteo Orfini del Pd sui social.
"Come noto, un software spia (Graphite, prodotto dalla azienda Paragon) è stato utilizzato per spiare attivisti politici e giornalisti come il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. Quando è emersa la notizia il governo ha negato ogni responsabilità. Ul Guardian ha scritto che a causa dell'uso improprio l'azienda Paragon aveva sospeso il contratto col nostro paese. Il ministro Ciriani ha detto in parlamento che non era vero, e che il software era ancora pienamente operativo. Due giorni dopo le dichiarazioni di Ciriani una nota del governo comunicava la sospensione dell'uso del software stabilita d'intesa con la società che lo produce per consentire approfondimenti sulle violazioni. In realtà a quanto pare la sospensione è stata voluta dalla società produttrice a fronte di un uso improprio del software (quindi Ciriani aveva mentito al Parlamento)".
"Ma chi è in possesso del software? I servizi segreti e le varie polizie giudiziarie che operano per conto delle procure. I servizi hanno smentito risolutamente di aver utilizzato illegalmente il software per spiare giornalisti. Le procure possono utilizzarlo solo per reati gravissimi e onestamente pare assai poco realistico che il direttore di Fanpage sia sotto indagine per terrorismo internazionale. Resta dunque una sola ipotesi, ovvero che sia stato utilizzato illegalmente e autonomamente da un corpo di polizia giudiziaria. Ma quale? Praticamente tutti i corpi di polizia hanno smentito di aver utilizzato lo spyware per intercettare giornalisti e attivisti. A parte uno: la polizia penitenziaria".
"Le opposizioni hanno chiesto chiarimenti al governo che non ha risposto. Oggi alla Camera era previsto il question time, ovvero la sessione in cui i gruppi parlamentari interrogano il governo e i ministri hanno l'obbligo di rispondere. Pd e Iv avevano previsto di chiedere se la polizia penitenziaria avesse accesso o meno allo spyware in questione. Il quesito era stato ritenuto ammissibile dalla presidenza della Camera. Ieri il governo ha fatto sapere che non intende rispondere perché le informazioni sono "classificate", ovvero non divulgabili".
"E' falso -prosegue Orfini-, perché non c'è nulla di classificato nel rispondere si o no a una domanda semplice e trasparente come quella che abbiamo fatto. Sapere se la penitenziaria ha in dotazione il software è una domanda lecita a cui basta rispondere si o no. La polizia penitenziaria dipende dal ministero di giustizia di Nordio. E la delega specifica la ha Delmastro. Voi capite che visti i precedenti dei due la vicenda diventa ancora più inquietante. Un software in dotazione al governo è stato utilizzato illegalmente per spiare giornalisti e attivisti".
"Il governo invece di fare chiarezza e difendere chi è stato spiato illegalmente, sta utilizzando tutti gli strumenti possibili per insabbiare questa vicenda gravissima. E per evitare di rispondere. Il che, in tutta onestà, non fa che aumentare i dubbi e i sospetti. Ah, ovviamente la Meloni è sparita anche in questo caso".
Seul, 19 feb. (Adnkronos/Dpa/Europa Press) - Le autorità di Seul si sono dette disponibili ad accogliere i soldati nordcoreani che sono stati catturati sul territorio ucraino mentre combattevano assieme alle truppe russe e che intendono disertare. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri della Corea del Sud in un comunicato in cui precisa che "i soldati nordcoreani sono cittadini sudcoreani secondo la Costituzione. Rispettare la volontà di questi individui è conforme al diritto internazionale".
Secondo le ultime informazioni, numerosi soldati nordcoreani sono rimasti feriti durante il conflitto, dopo essere stati schierati a sostegno della Russia nel quadro dell’accordo di difesa strategica raggiunto l’anno scorso tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong Un. Le autorità ucraine hanno annunciato la cattura di due soldati nordcoreani che combattevano a fianco delle truppe russe nella provincia russa di Kursk, dove Kiev ha lanciato un'operazione militare l'estate scorsa. Il governo di Kiev ha proposto di restituirli alla Corea del Nord nel caso Pyongyang fosse disposta a facilitare uno scambio con i soldati ucraini attualmente detenuti in Russia.
Da parte sua, il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha stimato che circa 4.000 soldati nordcoreani siano stati uccisi o feriti a Kursk, anche se il numero non è stato verificato. L'annuncio del governo sudcoreano arriva dopo che un soldato ha dichiarato in un'intervista al quotidiano 'Chosun Ilbo' l'intenzione di chiedere asilo alla Corea del Sud. Il ministero sostiene adesso che "non dovrebbero essere rimandati in un luogo dove potrebbero essere perseguitati".
Antonio Leggieri
Giornalista
Cultura - 22 Agosto 2014
Pompei, un cantiere a cielo aperto dove si respira aria di presunzione
“Per gli scavi la direzione è esatta?” chiede la turista inglese a un’anziana seduta accanto la porta di casa. “A destra, poi a sinistra, poi sempre dritto!”, risponde la signora. Difficile credere che abbia capito la domanda, più probabile che sia molto abituata a dare quella risposta, senza neanche più pensarci. La turista inglese e il marito guardano fiduciosi la sua mano che disegna in aria una S, ringraziano e si rimettono in marcia. L’area archeologica di Pompei dista dalla stazione meno di un chilometro in linea d’aria, ma per arrivarci non esiste un percorso tracciato ben visibile. I segnali per gli scavi, di un marroncino sbiadito e scritti rigorosamente in italiano, si confondono con quelli stradali e a volte non si vedono neanche. Solo le indicazioni pazienti dei pompeiani e l’avvistamento delle prime bancarelle rivelano che la meta non è molto lontana.
La coda alla biglietteria è lunga e arriva fino al cancello d’ingresso, buon segno. Pochi gli italiani, molte le comitive di turisti tedeschi, spagnoli e francesi. Qui, lo scorso Ferragosto, c’erano 13 mila persone in fila per visitare le dieci domus riaperte pochi giorni prima, dopo anni di inagibilità, come il Thermopolium di Vetutius Placidus, una tavola calda dell’epoca, la Casa dei Ceii, con i pavimenti originali in cocciopesto e la Casa della Caccia antica. Al loro interno, fatti arrivare apposta ad inizio agosto dalla Ales, la società in house del ministero per i Beni e le Attività Culturali, i custodi hanno il compito di tenere d’occhio i visitatori. Ma non ce n’è bisogno, perché le comitive di stranieri sono silenziose e rispettose. Senti parlare solo quelli che non hanno l’audioguida, magari per riferire un’informazione carpita dal turista accanto. Non c’è altro modo per capire cosa sia stato in passato il posto in cui ci si trova, perché nella gran parte delle domus non esistono cartelli con indicazioni storiche.
Più si cammina tra stradine e antiche vie, più si tocca con mano (e con piedi) un’amara realtà. Gli scavi sono un enorme cantiere a cielo aperto. I segnali di divieto spuntano ovunque, così tanti che a un certo punto si smette anche di contarli. Dappertutto domus sbarrate, cancelli chiusi, ponteggi arrugginiti. I turisti guardano e passano. Si fanno bastare quello che c’è. Tirano fuori gli smartphone, sedotti dal fascino della Casa del Larario di Achille e dai dipinti in quella di Apollo. Ma solo pochi di loro si avventurano lungo via di Nola, nel Regio IV. Un sentiero verso il nulla, con decine di domus decrepite ai due lati, abbandonate al ricordo di se stesse. Sul fondo, un grande cancello chiuso. Una delle più belle strade degli scavi è ridotta a un lungo e solitario vicolo cieco.
L’odore che si respira, saltellando da un roccia all’altra, è quello della presunzione. La presunzione e il menefreghismo di chi ha pensato che la zona archeologica più bella del mondo potesse restare in piedi, in tutti questi anni, come per una sorta di sacra inerzia storica. Con sensi di colpa solo temporanei, provocati dal susseguirsi dei crolli.
Su alcuni dei cancelli chiusi con pesanti lucchetti penzolano dei cartelloni. Sono quelli del “Grande Progetto Pompei”, che ha ottenuto dalla Comunità Europea un finanziamento di 105 milioni di euro, che dovrebbero servire per riqualificare da cima a fondo l’area degli scavi. Il condizionale è d’obbligo, perché se entro il 31 dicembre 2015 i progetti di recupero non saranno approvati, tutto ciò che non è stato impiegato del finanziamento andrà perso. Al momento, come non ha mancato di far notare lo scorso 17 luglio il commissario europeo per le politiche regionali Johannes Hahn, durante la presentazione del piano d’azione per l’accellerazione del GPP, “solo l’1% è stato utilizzato e un altro 24% è stato destinato a lavori in fase di completamento”. Tradotto: ci sono quasi 80 milioni da spendere entro poco più di un anno. A settembre, ricorsi permettendo, bisognerà accelerare.
Di fretta vanno già i dipendenti dell’Autogrill, l’unico luogo dell’area archeologica dove le indicazioni in inglese precedono quelle in italiano. Qui, non molto distante dall’ex tavola calda di Vetutius Placidus, bisogna sfornare pizze e impanare panini per centinaia di turisti affamati. L’impressione, masticando un trancio bollente di margherita sotto il sole che non dà tregua, è che se in tutti questi anni ci fosse stata la stessa efficienza nella gestione degli scavi, ora staremmo raccontando tutta un’altra storia.
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Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
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Mosca, 19 feb. (Adnkronos) - "E' necessario ripulire l'eredità dell'amministrazione Biden, che ha fatto di tutto per distruggere anche i primi accenni alle fondamenta stesse di una partnership a lungo termine tra i nostri Paesi". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov parlando alla Duma all'indomani dei colloqui di Riad, commentando la possibilità di una cooperazione strategica tra Russia e Stati Uniti e aggiungendo che potrebbero essere create le condizioni per colloqui sulla sicurezza e sulla stabilità strategica tra i Paesi.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Il partito di Giorgia Meloni é nei guai fino al collo e la maggioranza spaccata platealmente come dimostra la dissociazione di Forza Italia dalla conferenza stampa dei suoi alleati. Dagli assetti europei alla guerra in Ucraina allo spionaggio con Paragon, dalle parti di Fratelli d’Italia non sanno dove girarsi e allora attaccano l’ex presidente Conte. Era evidente fin dall’inizio l’intento da parte della destra di usare a fini politici la commissione parlamentare sul Covid, ora il re è nudo”. Così Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Stamane alcuni ragazzi sulle scale di Montecitorio hanno gettato dei sacchetti con del cibo che la Gdo cestina ogni giorno per richiamare la nostra attenzione sul Giusto Prezzo e sul fatto che il cibo di qualità sia un privilegio per pochi, al contrario di quello che il Ministro dell’agricoltura Lollobrigida sostiene". Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera
"Mentre solo pochi giorni fa dichiaravano sullo spreco alimentare e sull’importanza di evitarlo, oggi che fanno i Presidenti di Camera e Senato? Fontana li accusa di atti vandalici e La Russa lo ha definito un atto vile. Ma ci rendiamo conto? Questi sarebbero atti vili e vandalici? E cosa facciamo noi per alleviare le sofferenze di quei produttori che nonostante l’inflazione e il caro prezzi non ricevono soldi in più? Cosa facciamo per quei consumatori costretti a rinunciare a proteine e carboidrati, al cibo sano e sostenibile perché troppo costoso? E soprattutto cosa diciamo a dei ragazzi che ci richiamano con parole pulite e striscioni corretti a dare delle risposte concrete senza offendere nessuno?".
"La maggioranza e il governo, il ministro Lollobrigida che oggi attendiamo in Aula dovrebbero rispondere su questo non offendere dei giovani innocenti che si preoccupano giustamente del nostro e loro futuro!”.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Picierno è una signora che ogni mattina si sveglia pensando a una sciocchezza da dire sul Movimento 5 Stelle. Picierno è un'infiltrata dei fascisti nella sinistra. Chiede più guerra, più armi, più povertà, più morti: non ha nulla a che vedere con la sinistra. E' un'infiltrata dei fascisti. Cosa ha in comune con la sinistra chi chiede più armi e più povertà? Picierno lo chiede in ogni situazione". Lo ha detto l'eurodeputato M5S, Gaetano Pedullà, a L'Aria che Tira su La7.
Palermo, 19 feb. (Adnkronos) - E' stato solo momentaneo lo stop della colata lavica di ieri pomeriggio sull'Etna. Come conferma all'Adnkronos Giuseppe Salerno, dell'Osservatorio etneo dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, "la colata lavica è attiva" e prosegue, "e attualmente c'è una eruzione in corso". La colata lavica continua così ad avanzare lentamente lungo il fianco occidentale dell'Etna in direzione Sud-Ovest, attestandosi intorno a 1.800 metri di quota.
Intanto, sui paesini intorno al vulcano continua a 'piovere' cenere lavica. È l'effetto dell'eruzione sommitale in corso sul vulcano attivo più alto d'Europa con una bocca effusiva che si è aperta, l'8 febbraio scorso, a quota 3.050 metri, alla base del cratere Bocca Nuova.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Non so se è chiara la gravità di quello che sta accadendo, ma temo proprio di no. Provo a mettere brevemente in fila i fatti per spiegarlo". Lo scrive Matteo Orfini del Pd sui social.
"Come noto, un software spia (Graphite, prodotto dalla azienda Paragon) è stato utilizzato per spiare attivisti politici e giornalisti come il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. Quando è emersa la notizia il governo ha negato ogni responsabilità. Ul Guardian ha scritto che a causa dell'uso improprio l'azienda Paragon aveva sospeso il contratto col nostro paese. Il ministro Ciriani ha detto in parlamento che non era vero, e che il software era ancora pienamente operativo. Due giorni dopo le dichiarazioni di Ciriani una nota del governo comunicava la sospensione dell'uso del software stabilita d'intesa con la società che lo produce per consentire approfondimenti sulle violazioni. In realtà a quanto pare la sospensione è stata voluta dalla società produttrice a fronte di un uso improprio del software (quindi Ciriani aveva mentito al Parlamento)".
"Ma chi è in possesso del software? I servizi segreti e le varie polizie giudiziarie che operano per conto delle procure. I servizi hanno smentito risolutamente di aver utilizzato illegalmente il software per spiare giornalisti. Le procure possono utilizzarlo solo per reati gravissimi e onestamente pare assai poco realistico che il direttore di Fanpage sia sotto indagine per terrorismo internazionale. Resta dunque una sola ipotesi, ovvero che sia stato utilizzato illegalmente e autonomamente da un corpo di polizia giudiziaria. Ma quale? Praticamente tutti i corpi di polizia hanno smentito di aver utilizzato lo spyware per intercettare giornalisti e attivisti. A parte uno: la polizia penitenziaria".
"Le opposizioni hanno chiesto chiarimenti al governo che non ha risposto. Oggi alla Camera era previsto il question time, ovvero la sessione in cui i gruppi parlamentari interrogano il governo e i ministri hanno l'obbligo di rispondere. Pd e Iv avevano previsto di chiedere se la polizia penitenziaria avesse accesso o meno allo spyware in questione. Il quesito era stato ritenuto ammissibile dalla presidenza della Camera. Ieri il governo ha fatto sapere che non intende rispondere perché le informazioni sono "classificate", ovvero non divulgabili".
"E' falso -prosegue Orfini-, perché non c'è nulla di classificato nel rispondere si o no a una domanda semplice e trasparente come quella che abbiamo fatto. Sapere se la penitenziaria ha in dotazione il software è una domanda lecita a cui basta rispondere si o no. La polizia penitenziaria dipende dal ministero di giustizia di Nordio. E la delega specifica la ha Delmastro. Voi capite che visti i precedenti dei due la vicenda diventa ancora più inquietante. Un software in dotazione al governo è stato utilizzato illegalmente per spiare giornalisti e attivisti".
"Il governo invece di fare chiarezza e difendere chi è stato spiato illegalmente, sta utilizzando tutti gli strumenti possibili per insabbiare questa vicenda gravissima. E per evitare di rispondere. Il che, in tutta onestà, non fa che aumentare i dubbi e i sospetti. Ah, ovviamente la Meloni è sparita anche in questo caso".
Seul, 19 feb. (Adnkronos/Dpa/Europa Press) - Le autorità di Seul si sono dette disponibili ad accogliere i soldati nordcoreani che sono stati catturati sul territorio ucraino mentre combattevano assieme alle truppe russe e che intendono disertare. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri della Corea del Sud in un comunicato in cui precisa che "i soldati nordcoreani sono cittadini sudcoreani secondo la Costituzione. Rispettare la volontà di questi individui è conforme al diritto internazionale".
Secondo le ultime informazioni, numerosi soldati nordcoreani sono rimasti feriti durante il conflitto, dopo essere stati schierati a sostegno della Russia nel quadro dell’accordo di difesa strategica raggiunto l’anno scorso tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong Un. Le autorità ucraine hanno annunciato la cattura di due soldati nordcoreani che combattevano a fianco delle truppe russe nella provincia russa di Kursk, dove Kiev ha lanciato un'operazione militare l'estate scorsa. Il governo di Kiev ha proposto di restituirli alla Corea del Nord nel caso Pyongyang fosse disposta a facilitare uno scambio con i soldati ucraini attualmente detenuti in Russia.
Da parte sua, il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha stimato che circa 4.000 soldati nordcoreani siano stati uccisi o feriti a Kursk, anche se il numero non è stato verificato. L'annuncio del governo sudcoreano arriva dopo che un soldato ha dichiarato in un'intervista al quotidiano 'Chosun Ilbo' l'intenzione di chiedere asilo alla Corea del Sud. Il ministero sostiene adesso che "non dovrebbero essere rimandati in un luogo dove potrebbero essere perseguitati".