Sul sito della Federnuoto compare un messaggio sibillino che lega i trionfi ai campionati di Berlino e al "telefono che ancora non squilla". Il riferimento, secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, è al Coni e al suo numero uno Malagò, con cui il presidente federale Barelli non ha buoni rapporti
L’ultima puntata della querelle tra Coni e Federnuoto arriva per colpa di un telefono che non squilla. Nella giornata delle sei medaglie agli Europei, sul sito della Fin viene postata un riga sibillina, nella quale il comitato olimpico non compare espressamente ma, secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, rappresenta il destinatario del tweet. Bastano undici parole per agitare ancora le acque: “Berlino. 10 giorni, 18 medaglie e il telefono ancora non squilla…”. L’interpretazione è univoca. In caso di exploit sportivi, infatti, il protocollo vuole che le congratulazioni arrivino dalle più alte cariche dello Stato e dello sport. Il Presidente della Repubblica scrive solitamente al presidente del Coni, a manifestazione conclusa. Renzi ha già chiamato gli atleti per festeggiare gli ori e oggi ha avuto un colloquio con il numero uno del nuoto italiano Paolo Barelli, ex senatore Pdl, parlando degli azzurri come di “un esempio per il Paese”. Resta il Coni, ovvero Giovanni Malagò, impegnato in un filo diretto solo con gli atleti. Non con Barelli.
Nel caso del numero uno dello sport italiano i motivi del silenzio sono probabilmente da ricercare nel difficile rapporto con il presidente federale. Anche se alcune ore dopo la pubblicazione, pur confermando che la telefonata non è arrivata, dagli ambienti della Fin lasciano filtrare un’interpretazione più soft del messaggio, che “voleva avere una chiave ironica in una giornata di festa”. Ma visto il dialogo teso che si vive da anni tra i due, il telefono muto è comunque valso una ‘flash news’ ufficiale. Ufficioso, invece, il destinatario del messaggio subliminale. Che è Malagò, ma alla Federnuoto non vogliono dare conferme ufficiali in tal senso.
I rapporti tra Malagò e Barelli si sono incrinati nel 2009 a causa dei Mondiali di nuoto di Roma. Barelli era già a capo della Fin, l’attuale numero uno del Coni – che è anche presidente del circolo Canottieri Aniene, per il quale nuota la Pellegrini – all’epoca era il presidente del comitato organizzatore. E i due battibeccarono sui meriti della buona riuscita della manifestazione.
Pochi mesi fa, a febbraio, il Coni si è invece mosso per fare luce su un elenco di 23 fatture (importo complessivo 845mila euro) relative alla piscina del Foro Italico. Il comitato olimpico ha presentato una denuncia contro la Fin per truffa aggravata perché avrebbe ricevuto un doppio finanziamento tra ministero dell’Economia e Coni Servizi per la ristrutturazione dell’impianto. Alla dura presa di posizione di Barelli, Malagò – che ha sempre parlato di ‘atto dovuto’ – puntualizzò: “Se uno ha fatto tutto per bene, non vedo perché debba reagire sopra le righe”. Il caso sembrava risolto a marzo, quando la Procura della Repubblica di Roma chiese l’archiviazione. Ma – come riportato dal Corriere della Sera a luglio – il gip ha rinviato le carte al pm per un supplemento d’indagine dopo un nuovo esposto del Coni Servizi. E nel frattempo la Fin ha anche messo sotto indagine Malagò, in quanto tesserato Fin, per le frasi pronunciate nella Giunta del Coni dello scorso 4 marzo, sempre relative all’ipotetica truffa sulla piscina olimpica romana. Una ricostruzione ritenuta falsa dalla Federnuoto.
Nel mezzo, gli appoggi incrociati di Malagò a Quadri nella corsa alla presidenza della Fin, quello di Barelli a Pagnozzi per la poltrona più importante del Coni e la questione Philippe Lucas, allenatore della Pellegrini. E poi la polemica della scorsa estate sulle modalità di erogazione dei contributi federali, innescata dalla richiesta di chiarimenti dalla campionessa veronese e sulla quale si espose anche il circolo Aniene. Oggi intanto proprio la Pellegrini ha portato a 20 il numero delle medaglie azzurre, corretto poi a ventuno dall’oro nel trampolino del duo Cagnotto-Dallapè. Un gran risultato anche se in prospettiva olimpica l’Italia, al momento, tra gli 8 ori conquistati può puntare forte solo su Paltrinieri e sperare che proprio la nuotatrice veneta si presenti in forma smagliante. Rio 2016 dista ancora due anni e il mondo del nuoto è in continua evoluzione. Basti pensare che durante le Olimpiadi giovanili di Nanchino, appena tre giorni fa, la stella cinese Shen Du, 17 anni, ha nuotato 1’56”12 sulla distanza preferita dell’italiana, che a Berlino ha chiuso con un tempo inferiore di 11 centesimi. Barelli per ora esulta e spera nell’evoluzione dei baby olimpionici Esposito, Di Fabio, Sabbioni e Quadarella. E aspetta che il cellulare vibri ancora.