Lo cercavano da lunedì scorso, giorno e notte. Con le unità cinofile, i cani molecolari, gli elicotteri, e i “cacciatori” che perlustravano il territorio palmo a palmo. Una pressione, quella dei carabinieri, diventata alla fine insopportabile per Giuseppe Pilato, il trentenne ricercato con l’accusa di avere ucciso la moglie Mary Cirillo (31) nel loro appartamento, a Monasterace. E così stamani (23 agosto), l’uomo, accompagnato dai suoi legali, si è presentato ai militari, costituendosi.
“Non ricordo niente” sono state la poche parole dette al pm della Procura di Locri Rosanna Sgueglia che lo ha subito interrogato e gli ha notificato il provvedimento di fermo con le accuse di omicidio volontario e porto e detenzione illegale della pistola calibro 7.65 usata per il delitto e che ancora non è stata trovata. Pistola che, secondo quanto accertato dall’autopsia eseguita oggi nell’ospedale di Locri, ha fatto fuoco due volte contro Mary. Il primo colpo ha centrato la donna in bocca ed il secondo alla tempia, probabilmente mentre la vittima stava già cadendo per terra dove è stata trovata, in una pozza di sangue, dalla figlia di dieci anni, la maggiore dei quattro bambini della coppia.
E “non ricordo” sono state le parole usate da Pilato anche per rispondere ad altre domande del pm, come quelle su dove è stato in questi cinque giorni, se ha visto qualcuno, cosa ha fatto. L’uomo dice di non ricordare, ma la Procura ed i carabinieri del Gruppo di Locri, guidati dal colonnello Giuseppe De Magistris, e della Compagnia di Roccella Ionica, non sembrano avere dubbi sulle sue responsabilità.
I rapporti tra marito e moglie, hanno ricostruito gli investigatori, erano conflittuali da almeno due anni, ma nessuna denuncia è stata mai presentata per presunte violenze o minacce. Lunedì pomeriggio Pilato si è recato a casa della moglie, dove non viveva da alcuni mesi, per un ennesimo confronto con la donna. Nell’appartamento era presente anche il figlio piccolo della coppia, di soli due anni. Il colloquio, secondo la ricostruzione degli investigatori, si è ben presto trasformato nell’ennesimo litigio – pare perché Mary aveva manifestato l’intenzione di andarsene in Germania con i figli – al culmine del quale Pilato ha estratto la pistola ed ha esploso due colpi in rapida successione uccidendo la moglie. Quindi ha preso il figlio e l’ha portato a casa dei suoi genitori, dicendo che la moglie non era in casa.
Quando è scattato l’allarme ai carabinieri, l’uomo si era già allontanato da circa un’ora da Monasterace. La sua auto è stata ritrovata nella notte tra lunedì e martedì davanti la stazione ferroviaria di Guardavalle Marina. Ma i carabinieri non hanno creduto alla fuga in treno e confortati dal fiuto dei cani molecolari giunti dall’Arma di Firenze si sono convinti che Pilato era rimasto in zona. E così sono partite le battute, condotte a ritmo serrato con tutti gli uomini e i mezzi a disposizione. Battute che stamani hanno dato il risultato sperato. Adesso, però, le ricerche proseguono per ritrovare l’arma del delitto.
E domani Monasterace darà l’ultimo saluto a Mary Cirillo. Le esequie saranno officiate dal vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, mentre il sindaco Cesare De Leo ha proclamato il lutto cittadino.