Tante ricerche online con la parola “tredicenni” fino a un mese prima del fermo. E’ quanto emerge, secondo il quotidiano La Repubblica, dalle analisi effettuate sui pc e supporti informatici sequestrati al muratore di Mapello Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere dal 16 giugno con l’accusa di essere l’assassino di Yara Gambirasio, la 13 enne di Brembate di Sopra uccisa il 26 novembre 2010. Dai dispositivi emergerebbero infatti numerosi accessi a siti pedopornografici. Una ricostruzione che, però, il legale di Bossetti smentisce, che a settembre presenterà l’istanza di scarcerazione. “Non ci sono accessi a siti pedopornografici”, dice l’avvocato Claudio Salvagni. “Poiché sono esami ripetibili – ha aggiunto – verificheremo la circostanza con i nostri consulenti. Per ora non posso commentare in quanto sono indiscrezioni imprecise”.
“L’unica ricerca datata – sottolineano gli avvocati Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni – risale al maggio 2014, stiamo parlando di una ricerca ‘postuma’ se pensiamo all’omicidio di Yara” e “che non tiene conto che l’assistito ha un figlio 13enne. Come padre avrebbe potuto cercare su internet spiegazioni, per un figlio adolescente, su un argomento delicato”. Inoltre è “un pc a cui ha accesso tutta la famiglia Bossetti”, precisano. Non solo: il computer “non è un prodotto di fabbrica, ma una macchina assemblata, con componenti hardware che in passato hanno avuto altri proprietari”. Quindi anche nell’ipotesi in cui ci fosse materiale pedopornografico, “le presunte ricerche potrebbe essere state fatte dai passati proprietari“. Un altro elemento per rimarcare la necessità di procedere con prudenza, in attesa che gli esperti del Ris di Parma terminino “la perizia, che non è stata ancora depositata. Solo allora, nel momento in cui avremo tutte le risposte, faremo con i nostri consulenti tutti gli accertamenti tecnici ripetibili per capire cosa è stato fatto, quando e – conclude – in che contesto si inserisce”.
Il giornale scrive che su un motore di ricerca pare sia stata digitata più volte, l’ultima lo scorso maggio, “la parola ‘tredicenni’, seguita da caratteristiche e dettagli porno” e come siano state “scaricate immagini dal contenuto pedopornografico”. Tuttavia “la perizia non è finita”. Trapela, secondo il giornale, “che gli accessi siano per ora cinque e non tutti databili, emerge un interesse sessuale per le tredicenni”. Avrebbe cercato scene di sesso “con protagoniste giovanissime”, “a meno di non ipotizzare l’uso del computer da parte di moglie, suocera e figli”, che hanno 13, 10 e 8 anni. La moglie di Bossetti, Marita Comi, interrogata su quanto ritrovato sui pc, “su consiglio dei legali si è avvalsa della facoltà di non rispondere”.