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Ebola, morto il medico liberiano infettato “Era stato curato con il siero ZMapp”

Abraham Borbor è deceduto domenica. Gli altri due ancora medici in terapia, un nigeriano e un ugandese che si sono ammalati mentre lavoravano in Liberia, sono ancora sotto trattamento, riferisce il governo. Oggi la stampa inglese ha reso nota l'identità dell'inglese contagiato in Sierra Leone e subito rimpatriato per essere curato a Londra: si tratterebbe di William Pooley, un infermiere di 29 anni. Il Giappone è pronto a offrire "all'Oms e a singoli pazienti" un nuovo farmaco anti-influenza contro l’epidemia: si chiama Avigan (T-705) ed è prodotto da un'azienda che fa capo a Fujifilm. Secondo una portavoce della casa di produzione "la compagnia ha scorte per oltre 20 mila pazienti"

E’ morto domenica Abraham Borbor, uno dei 3 operatori sanitari colpiti dal virus Ebola in Liberia e sottoposti al trattamento con il siero sperimentale ZMapp. Il quotidiano locale ‘Front Page Africa’ riporta la notizia del decesso del medico liberiano, contagiato mentre prestava assistenza ai malati al John F. Kennedy Medical Center di Monrovia. Il ministro per l’Informazione Lewis Brown ha definito il decesso “uno shock”, Borbor “era riuscito a muovere i primi passi e i sanitari confidavano in una ripresa completa”. Gli altri due ancora medici in terapia, un nigeriano e un ugandese che si sono ammalati mentre lavoravano in Liberia, sono ancora sotto trattamento, riferisce il governo. 

Alla luce di questa notizia, il Giappone è pronto a offrire un nuovo farmaco anti-influenza contro l’epidemia di Ebola. Il medicinale, prodotto dall’azienda Toyama Chemical Co., si chiama Avigan (T-705) e grazie a un meccanismo d’azione innovativo sarebbe efficace anche contro il ‘virus dei pipistrelli’, spiega Shinya Hiroshima, portavoce di Fujifilm, gruppo al quale fa capo la Toyama. L’antinfluenzale Avigan, formulato in compresse e autorizzato a marzo dal ministero della Salute giapponese, è un inibitore dell’enzima Rna-polimerasi e funziona bloccando la replicazione del materiale genetico virale all’interno delle cellule infettate, prevenendo così il diffondersi della malattia. Nel corso di una conferenza stampa Yoshihide Suga, segretario capo di gabinetto nipponico, ha affermato che il governo è disposto a “fornire il medicinale all’Oms, se l’agenzia ne farà richiesta”. E “in caso di emergenza, se si verificano specifiche condizioni”, è disposto anche a far fronte a “richieste individuali“. “La compagnia – ha precisato – ha scorte per oltre 20 mila pazienti”. 

Il virus Ebola continua a dilagare  nel continente africano: i primi due casi sono stati confermati anche nella Repubblica Democratica del Congo. Sempre più medici e operatori sanitari vengono colpiti dal virus nel tentativo di fornire assistenza ai contagiati: oggi la stampa inglese ha reso nota l’identità dell’inglese contagiato in Sierra Leone e subito rimpatriato per essere curato a Londra. Si tratterebbe di William Pooley, un infermiere di 29 anni originario di Woodbridge, che il Daily mail definisce “eroe”. L’altro caso reso noto domenica riguarda invece un epidemiologo senegalese, collaboratore dell‘Oms, contagiato anch’egli in Sierra Leone.