L’andamento negativo del prodotto interno nel secondo trimestre ha incrinato la fiducia delle imprese tedesche. In agosto l’indice Ifo, calcolato sulla base di interviste presso circa 7mila imprese di diversi settori, è calato per la quarta volta consecutiva, scendendo a 106,3 punti dai 108 del mese di luglio. E la flessione è peggiore delle attese, ferme a 107 punti. Il dato arriva dopo la notizia che in Germania anche l’indicatore Pmi ha perso terreno. E nonostante dal mercato del lavoro arrivino indicazioni positive, visto che tra aprile e giugno gli occupati sono saliti a 42,5 milioni. Il nuovo calo riflette il rallentamento dell’eurozona, le tensioni politiche con la Russia e la conseguente escalation delle sanzioni internazionali nei confronti di Mosca, a cui Putin ha risposto con l’embargo all’import di diversi prodotti alimentari.
“L’economia tedesca continua a perdere forza”, è il commento di Hans-Werner Sinn, direttore dell’istituto economico Ifo, secondo il quale le imprese sono meno soddisfatte della situazione attuale dei loro affari, ma soprattutto guardano ai prossimi mesi con più scetticismo. Quanto ai singoli settori, la nota dell’istituto spiega che nel manifatturiero l’indice del clima di affari è sceso al livello più basso dal luglio 2013, e quello di oggi è il terzo calo consecutivo. Le prospettive per i prossimi mesi sono poi peggiorate notevolmente e meno stimoli sono attesi dall’export. Per le vendite all’ingrosso l’indice del clima di business è sceso al livello più basso da un anno. Anche nel commercio al dettaglio la maggior parte delle aspettative sono ora leggermente pessimistiche, per la prima volta dal luglio 2013. A sorpresa, invece, nelle costruzioni l’indice del clima di affari è aumentato leggermente e le imprese sono un po’ più ottimiste per quanto riguarda la prevedibile evoluzione della gestione. E questo nonostante a giugno, secondo i dati diffusi dall’Ufficio Federale di Statistica, gli ordini nel settore dell’edilizia abbiano registrato un calo dell’11,9%. Del resto la riduzione, si legge nel rapporto, “è determinata dal fatto che nel giugno 2013 gli ordini erano stati eccezionalmente alti”. Che il comparto sia in salute è dimostrato anche dal fatto che nello stesso mese il numero degli addetti è aumentato dell’1,3%.