I dati sono stati diffusi dal consigliere regionale toscano Lazzeri (Più Toscana/Ncd) che fa parte della commissione Sanità: "Nessuna caccia alle streghe. Anzi, dipende dalla riorganizzazione selvaggia della Regione". I sindacati: "La politica dovrebbe frequentare di più gli ospedali per parlare del settore"
Negli ultimi tre anni i dipendenti delle Asl di Firenze, Siena, Livorno e Massa, tra assenze e ferie, sono stati lontani dal lavoro in media due mesi all’anno. I dati sono stati diffusi dal consigliere regionale Gian Luca Lazzeri, eletto con la Lega Nord e ora confluito nel gruppo Più Toscana/Ncd. In sostanza nel 2013 ai “circa 30 giorni di ferie” per ogni dipendente si devono mediamente aggiungere, a seconda dell’Asl di riferimento, tra i 26 e i quasi 29 giorni di assenza. “Nessuna caccia alle streghe – precisa Lazzeri – ma è necessario approfondire le cause di questo fenomeno”. I dati diffusi dal consigliere, che è componente della commissione Sanità in Regione, riguardano le assenze fatte registrare dai dipendenti con contratto a tempo indeterminato tra il 2011 e il 2013. “Nelle prossime settimane saranno resi noti anche i dati di altre realtà locali” aggiunge.
A assentarsi maggiormente dal lavoro – sempre secondo l’analisi di Lazzeri – sono in generale i lavoratori del settore tecnico. L’aumento dei giorni di assenza più rilevante nei tre anni si registra alla Asl 10 di Firenze, struttura con alle dipendenze 6396 persone: dai 17,3 giorni del 2011 si è passati infatti ai 26 del 2013. Il più alto numero di assenze medie per il 2013 lo fa però registrare la Asl 1 di Massa Carrara (da anni sotto i riflettori per un buco di bilancio di oltre 200 milioni di euro): i 2535 dipendenti sono passati mediamente dai 26,2 giorni di assenza del 2011 ai 28,8 del 2013. Ai raggi x anche la situazione della Asl 6 di Livorno (3915 dipendenti): dai 26 giorni d’assenza media del 2011 si passa ai 27,4 dell’anno scorso. Anche in questo caso sarebbero stati i dipendenti del settore tecnico a aver fatto registrare il maggior numero di assenze (32,8 giorni). “Dati preoccupanti e sconfortanti” dice Lazzeri.
Alla base del fenomeno potrebbe esserci secondo Lazzeri la “riorganizzazione selvaggia” della sanità messa in atto dalla Regione e per questo il consigliere ha già presentato un’interrogazione alla Regione.”L’assessore regionale Luigi Marroni affronti urgentemente il problema, ora non può dire di non sapere”. L’auspicio del consigliere è quello di “ottenere risposte in tempi brevi” magari interpellando il Centro di riferimento regionale per le criticità relazionali (struttura istituita dalla Regione nel 2007, ndr) “che sta facendo un buon lavoro sul benessere organizzativo”. Lazzeri parla del personale come “risorsa principale e insostituibile di ogni azienda”, risorsa alla quale dev’essere perciò garantito “un sempre maggior benessere sui luoghi di lavoro”.
L’intervento di Lazzari non è piaciuto affatto al segretario provinciale della Uil-Flp Claudio Salvadori: secondo il sindacalista quei numeri sarebbero stati utilizzati “come mezzi denigratori”, ha detto al Tirreno, e “Lazzeri non sa cosa voglia dire lavorare in corsia saltando da un reparto all’altro, seguendo numerosi pazienti e con un sovraccarico di lavoro, frutto questo dei continui tagli al personale. Deve considerare lo stress, gli infortuni. L’assenteismo è un’altra cosa, è un reato e va punito. I politici tuttavia dovrebbero frequentare di più gli ospedali per poter parlare di sanità”. Daniela Boem della segreteria provinciale degli autonomi del Fials invita a non trarre conclusioni affrettate e a evitare il termine “assenteismo”. E infatti precisa: “Servirebbe avere più chiarezza sui dati forniti da Lazzeri. Si può essere assenti dal lavoro per colpa di una malattia o di un infortunio ma anche per aver usufruito di una delle varie forme di aspettativa previste dalla legge”. La sindacalista tira in ballo anche la legge 104 sull’assistenza ai familiari disabili e i congedi per malattia del figlio piccolo: “Situazioni che sul dato complessivo delle assenze possono avere un peso importante: non dimentichiamoci infatti che i dipendenti dell’Asl 6 sono per circa l’80% donne”.
Non è la prima volta che il tema delle assenze nelle aziende sanitarie toscane finisce sui giornali. Nel maggio 2013 era stata l’allora direttrice generale dell’Asl di Livorno Monica Calamai a evidenziare il tasso di assenza. La percentuale di assenza dei dipendenti della Asl toscane è stato oggetto nei mesi scorsi di analisi anche da parte del laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il report sui dati del 2013 (il dossier era stato presentato lo scorso giugno, ndr) prende in considerazione il rapporto tra le ore di assenza per malattia, infortunio e permessi retribuiti e le ore lavorabili da contratto, al netto delle ferie effettuate, del distacco sindacale, del diritto allo studio, dell’astensione facoltativa per malattia del figlio e dell’aspettativa senza assegni. Cosa emerge dal raffronto tra le 19 strutture prese in esame? Il tasso più alto di assenze annue si riscontra a Massa e Livorno mentre quello più basso alla Fondazione per la ricerca medica Monasterio (operativo a Pisa e Massa), all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze e alla stessa Asl fiorentina. stessa tendenza per il capitolo tasso d’infortuni: anche in questo caso le posizioni più critiche sono rappresentate dalle Asl di Massa e Livorno.