Pochi giorni dopo le violenze di gruppo avvenute a Malaga e Gandia, il ministero dell'Interno pubblica alcuni controversi suggerimenti rivolti alle donne. Allarme di politici e associazioni femminili. "Così si torna a dare colpa alle potenziali vittime"
La paura costa meno dell’educazione. Almeno questo è quello che si evince dal sito del Ministero degli Interni di Madrid, che da qualche giorno offre una serie di controversi consigli contro la violenza sulle donne. Tutte dirette esclusivamente al genere femminile. “Acquistare un fischietto per spaventare il delinquente” o “chiudere le tende per evitare sguardi indiscreti” sono solo due delle nove eccentriche raccomandazioni che il sito ufficiale del governo iberico propone alle donne per difendersi dai molestatori. Tutte sulla stessa scia: meglio nascondersi e non dare nell’occhio.
Consigli che non sono certo passati inosservati sui social network e che hanno allertato blog e associazioni femminili. Diverse deputate del partito socialista hanno accusato il dipartimento diretto dal ministro Jorge Fernández Díaz di voler colpevolizzare le donne: “Non c’è maggior pericolo che un governo di incompetenti: chiudere le tende per evitare di essere violentate, dice il Ministero degli Interni”. Così ha twittato ad esempio l’ex segretaria di Stato delle Pari opportunità Soledad Murillo. Anche Puri Cusapié, dell’esecutivo del Psoe, si è mostrata critica: “Si ritorna a dare la colpa della violenza alle donne. Mi ha ricordato la famosa ‘sentenza minigonna’ (quando nel 1989 si giustificò un’aggressione sessuale da parte di un datore di lavoro nei confronti di una dipendente di 17 anni per gli indumenti portati dalla vittima, ndr). Anche l’eurodeputata spagnola Elena Valenciano ha diffuso una nota, denunciando i consigli del ministero degli Interni sulla prevenzione alla violenza di genere in quanto “alimentano il mostro del machismo dominante”.
E la formazione di Izquierda Unida ha tacciato la lista come “indegna e intollerabile” e ne ha chiesto la rimozione. I nove punti pubblicati online dal governo iberico arrivano dopo due stupri di gruppo che hanno scosso l’opinione pubblica spagnola, avvenuti lo scorso fine settimana: il primo a Malaga (una giovane di 20 anni violentata da cinque ragazzi), il secondo a Gandia (una diciannovenne vittima di quattro uomini). Se il ministero degli Interni voleva dimostrare la propria vicinanza alle vittime di violenza, non ha però azzeccato neppure uno di queste raccomandazioni: “non passeggiare per vie solitarie”; “evitare di notte le fermate degli autobus”; “guardare attorno alla propria auto prima di utilizzarla o di parcheggiare”; “non mostrare il proprio nome per intero nella buca delle lettera se si vive sole”; “non entrare in ascensore se c’è un estraneo”; “accendere la luce in più stanze per far vedere che in casa vivono più persone”.
Ma dopo l’indignazione collettiva sui social network e le dure reazioni politiche e sociali, fonti del Ministero hanno annunciato all’agenzia di stampa iberica che i consigli antiviolenza verranno modificati. Resta solo da capire in che modo.