Hajo Meyer dall’Olanda, “sopravvissuto di Auschwitz“. Henri Wajnblum dal Belgio, “sopravvissuto e figlio di una vittima di Auschwitz”. Renate Bridenthal dagli Stati Uniti, “da bambina sfuggita a Hitler, nipote di una vittima di Auschwitz”. Marianka Ehrlich Ross dagli Stati Uniti, sopravvissuta alla pulizia etnica operata dai nazisti a Vienna. Sono le prime 4 firme delle 327 apposte in calce ad una lettera promossa dall’International Jewish Anti-Zionist Network in cui sopravvissuti e discendenti di vittime dell’Olocausto condannano “il massacro dei palestinesi a Gaza” operato da Israele e criticano gli Usa per il sostegno economico fornito allo Stato ebraico nelle sue operazioni militari nella Striscia, nonché l’Occidente in generale per la protezione dalle condanne che forniscono al governo israeliano. “Il genocidio comincia sempre con il silenzio“, si legge nel testo.
“Come ebrei sopravvissuti e discendenti di sopravvissuti e vittime del genocidio nazista – si legge nella lettera, pubblicata a pagamento sul New York Times il 23 agosto– inequivocabilmente condanniamo il massacro di palestinesi a Gaza e l’attuale occupazione e colonizzazione della storica Palestina”, affermano i 327 firmatari. L’iniziativa prende spunto da uno scritto pubblicato a pagamento da molti media internazionali tra cui lo stesso New York Times, il Wall Street Journal, il Washington Post e il Guardian, in cui il premio Nobel Elie Wiesel paragona Hamas ai nazisti e li accusa di” sacrificio di bambini”. “Siamo disgustati e oltraggiati dall’abuso fatto da Wiesel della nostra storia in quelle pagine per giustificare l’ingiustificabile: gli sforzi di Israele per distruggere Gaza e l’uccisione di oltre 2.000 palestinesi, tra cui centinaia di bambini. Nulla può giustificare il bombardamento di rifugi dell’Onu, case, ospedali e università”.
“Dobbiamo tutti alzare la voce e usare il nostro potere collettivo per arrivare alla fine di ogni forma di razzismo, compreso il genocidio di palestinesi in corso. Chiediamo un’immediata fine dell’assedio e dell’embargo a Gaza”, scrivono infine i firmatari della lettera, che si conclude con un appello per “un totale boicottaggio economico, culturale e accademico di Israele”. Lo slogan “‘Mai più‘, concludono i firmatari, deve valere per tutti”.