La notizia proveniente da Chieti, (più che notizia verrebbe voglia di scomodare Totò con il suo celebre : “Mi faccia il piacere!”) assume infatti i contorni di una farsa per la “disponibilità” di alcune aziende ad assumere disabili per mansioni da gruista e simili.
Se non ci fosse, come acutamente ipotizza il cittadino che ha denunciato l’accaduto, la volontà precisa di aggirare la legge a tutela del lavoro dei disabili si dovrebbe necessariamente ripetere come il principe De Curtis “mi faccia il piacere”.
Purtroppo questa è la storia di un Paese che sembra incapace di pensare INSIEME , un Paese che sceglie quasi sempre la apparenza alla sostanza (forse è molto più facile per un premier fare una doccia in favore di telecamera che mandare all’aria il criterio iniquo dei finanziamenti regionali secondo la cosiddetta spesa storica che penalizzano tutti gli interventi a sostegno dei soggetti deboli residenti nel mezzogiorno d’Italia). Se questo fosse un Paese serio dovrebbero fioccare interrogazioni parlamentari per chiedere chiarezza sull’operato di questa agenzia del lavoro e delle aziende coinvolte.
Se questo fosse lo stesso Paese che pensò con la legge 68/99 di contribuire a costruire una qualità di vita per i disabili proteggendone l’accesso al mondo del lavoro dovrebbero spuntare opinionisti, comici e chi più ne ha più ne metta , indignati per la offensiva richiesta di questa agenzia del lavoro.
Si, è proprio offensivo offrire a chi non può per motivi fisici o mentali la guida di una gru.
Eppure questo Paese non può essere solo un posto abitato da scaltri furbetti.
Speriamo che la politica risponda.