Una folle escursione tra i boschi di Wicklow capitanata da un Peter McDonald in grande spolvero per il campione d’incasso irlandese The Stag. Ma anche un gruppo di amici assortiti, una splendida villa fuori città e tante baruffe con protagonista Lambert Wilson nella commedia francese Barbecue

La nuova stagione inizia per la distribuzione cinematografica Academy Two sotto il segno della commedia. Si comincia il 28 agosto con l’uscita di The Stag – Se sopravvivo mi sposo. Commedia di buoni sentimenti, da alcuni tratti demenziali a shakerarla, è stata in cima alla classifica dei boxoffice irlandesi. A pochi giorni dal suo matrimonio programmato e progettato nei minimi dettagli insieme alla futura moglie e a una consulente per ricevimenti, a Fionan non resta che avere in dono dagli amici di sempre un addio al celibato che si rispetti, o quasi. Così è il testimone Davin (Andrew Scott) a organizzare un’innocua gita montanara tra i boschi isolati della contea di Wicklow.

La piccola spedizione avrà una virata inevitabile con l’arrivo di “The Machine”, misterioso soprannome del famigerato fratello della sposa. Un vero e proprio cannone di egocentrismo e folle carisma che trascinerà questi turisti per caso in disavventure senza freni. “The Machine” ha fattezze e follia guascona di Peter McDonald, anche coautore della sceneggiatura insieme al regista John Butler.

Intorno a lui, catapultato non solo da istrione ma come mazziere per le storie dei singoli che si ricomporranno man mano, si snoda una narrazione condita da un linguaggio da commedia demenziale anni ottanta. Si viaggia su un ritmo comico più vicino a uno stile british, ma ammiccante al pubblico più giovane con battute all’americana, tutt’altro che sobrio, ma molto divertente in diversi momenti.

Dalla comicità fracassona e catastrofico-avventurosa d’Irlanda si passa in una Francia più compassata ma forse più turbolenta. Quante vite si possono intrecciare intorno a una ricca grigliata di carne? Lo mostra Èric Lavaine nel suo Barbecue partendo da un cast di pregio (Franck Dubosc, Florence Foresti e Guillaume De Tonquédec), pellicola che sarà nei cinema dall’11 settembre.

Giunto ai suoi primi cinquant’anni, Antoine, interpretato da Lambert Wilson, rivede tutta la sua vita dopo un infarto. Finemente scorbutico, tramutato dall’evento da indomito salutista a godereccio viveur, acuto e a tratti irrispettoso, tiene le fila del suo variegato gruppo storico di amici. Anche la moglie fatica a stargli dietro. Le due settimane passate in una grande villa in collina saranno allora teatro rivelatorio di manie e debolezze di ognuno di loro.

Si ride con intelligenza tra battute sagaci in un’atmosfera piacevole e vacanziera. Personaggi perlopiù disillusi compongono una bella coralità con gustosi dialoghi da far uscire sazi dal cinema. Barbecue è una commedia di grande raffinatezza sotto ogni punto di vista. Alla scrittura lampante, bilanciata riuscendo a evitare d’essere melensa, si aggiungono una bella regia di coralità su attori di tutto punto. Ci sono l’ingenuo Peter Pan, il noioso logorroico con la moglie appariscente ma invisibile, il preoccupato, e due acerrimi ex a lasciare che Lambert tenga banco tra amori, scaramucce, tradimenti, quiproquo e sketch verbali irresistibili. Una delle scene migliori è quella dello Chateau Petrus dell’89, vino pregiatissimo utilizzato per sbaglio dal più mite e distratto della compagnia per preparare una sangria.

“Volevo fare un film che facesse venire alla gente che esce dal cinema la voglia di mangiare e di vedere i loro amici”. Parola del regista Lavaine in una recente intervista, che poi ha continuato: “Il cibo è importante nel film, così come socializzare con gli amici intorno a un tavolo. E con l’età, il cibo assume un’importanza crescente. È proprio Antoine che dice: “La tenerezza sostituisce il sesso nelle vecchie coppie, come il cibo lentamente prende il posto delle cazzate fatte con gli amici”.

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