La rassegna per oltre due mesi ha riempito le serate della Regione da Bologna a Rimini con alcuni degli artisti più importanti del panorama internazionale. Ora la chiusura finale con, tra gli altri, Sofija Gubajdulina, Jan Latham-Koeing e Yuri Bashmet
Il giro del mondo in musica arriva alla volata finale. Dopo due mesi in viaggio tra le cinque provincie di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, la XIV edizione dell’Emilia-Romagna Festival si prepara per le ultime tappe tra i suoni del mondo, dall’antico al contemporaneo. La chiave di volta di quest’anno è la versatilità: di luoghi, repertori ed espressioni artistiche. Partito dalla Russia, con la presenza di Sofija Gubajdulina, (recentemente insignita del Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia), protagonista della composizione inaugurale Warum? Wozu? Wodurch? eseguita in prima assoluta il 22 luglio scorso nell’Abbazia di San Mercuriale a Forlì, il festival ha ora iniziato il conto alla rovescia per la sua chiusura interamente dedicata alle sonorità latino americane. Il 16 settembre, infatti, sarà l’Orchestra Filarmonica dell’Università Autonoma Nazionale del Messico, il più antico gruppo sinfonico professionale nel panorama culturale di Città del Messico, ad accendere il Teatro Ebe Stignani di Imola attraverso i ritmi del continente latino americano, rivisitando alcune composizioni celebri come Libertango di Astor Piazzolla, sotto la guida della bacchetta del maestro Jan Latham-Koenig.
Non ci sono voluti 80 giorni come nel celebre romanzo di Jules Verne, ma in quasi due mesi il giro del mondo in musica nel patrimonio storico-architettonico e paesaggistico di oltre 20 comuni della regione ha radunato artisti di ogni provenienza. In mezzo alle due colonne d’Ercole della programmazione, altre 38 tappe, tra cui tre concerti del pianista iraniano Ramin Bahrami a Cotignola, Codigoro e Comacchio, le due Filarmoniche cinesi di Qingdao e Hangzhou (con un omaggio al maestro Claudio Abbado) a Cesenatico e Pesaro, il pianista montenegrino Ratimir Martinovic a Mordano, il chitarrista classico napoletano Edoardo Catemario a Castel Guelfo, e i coreani del Piano Trio «Ye» con musiche di Beethoven a Bologna. Spazio poi alla musica da camera, fra cui – il 17 agosto scorso all’Abbazia di San Benedetto in Alpe di Portico di Romagna – il concerto dedicato al 70° anniversario della morte della partigiana forlivese Iris Versari, una delle 19 donne italiane insignite della Medaglia d’Oro al Valor Militare della Resistenza, con il violoncellista Luigi Puxeddu ed Enrico Fagone, primo contrabbasso dell’Orchestra della Svizzera Italiana di Lugano. Tra i prossimi appuntamenti, lunedì 1 settembre sarà la volta del violinista Yuri Bashmet con i suoi Moscow Soloists al Teatro Arena di Castel San Pietro, alle prese con il concerto “olimpico”, che mescola compositori da tutto il mondo. A seguire, giovedì 4 settembre, il festival si sposterà in Argentina, con Recital Popular, nella Piazzetta della Misura di Forlì, dove la voce di Antonella Ruggiero incontra la band italo-argentina Del Barrio, già protagonista del festival, dedicando uno spettacolo alla poesia della musica popolare, con “canzoni che parlano il linguaggio della gente e ne esprimono i sentimenti, senza barriere di nazionalità”, tra tanghi argentini e alcune dei più noti brani italiani.
Tanta musica, ma anche scrittura, danza, teatro ed enogastronomia. Giovedì 11 settembre, al Palazzo Tozzoni di Imola, Chiara Guidi (voce) e Fabrizio Ottaviucci al pianoforte presentano Tifone, concerto per viola, liberamente tratto da un racconto di Joseph Conrad. Per gli intrecci tra danza e musica, sarò il Duo Petrouchka, composto dai pianisti Massimo Caselli e Alessandro Barneschi e affiancato da Valentina Caggio (danzatrice e coreografa faentina), a ricostruire l’atmosfera originaria musicale contenuta ne Le Sacre du Printemps di Stravinskij, domenica 31 agosto a Casola Valsenio. Per l’occasione, lo spettacolo sarà accompagnato da degustazioni di vini e cibi del territorio, esperienza che si ripeterà martedì 2 settembre a Bagnara di Romagna, accanto alla performance di Stefano Bagliano ai flauti e Federico Marincola, voce e chitarra spagnola.
Nato nel 1999, Emilia Romagna Festival in questi anni ha chiamato a raccolta artisti del calibro di Ennio Morricone, Philip Glass, Luis Bacalov, Michael Nyman, Renzo Arbore, Gigi Proietti, Catherine Spaak, l’Orchestra Sinfonica della RAI, la Filarmonica di Mosca e la Filarmonica Arturo Toscanini. Anche per questa stagione, è stato assegnato il Premio alla Carriera Emilia Romagna Festival, riconoscimento istituito nel 2010 con cui il Festival intende “omaggiare i grandi protagonisti della scena artistica internazionale che onorano la musica e le arti”. Consegnato nelle precedenti edizioni a Maxence Larrieu, Quirino Principe, Catherine Spaak e Ivano Marescotti, quest’anno il premio è stato assegnato il 24 agosto scorso a Bruno Canino, monumento del concertismo italiano, già direttore della Sezione Musica della Biennale di Venezia.