Alla guardia costiera di Livorno per le bugie di mare hanno ormai il sesto senso. Gli operatori della Capitaneria – la stessa che due anni e mezzo fa rincorreva Schettino da uno scoglio all’altro del Giglio – non c’hanno creduto neanche un secondo quando si sono sentiti rispondere “Stiamo aspettando ordini dall’armatore”. A parlare era il comandante libanese di una nave di bandiera del Panama che si trovava alla deriva a 8 miglia dall’isola di Gorgona, gioiellino di fronte alla costa toscana che dovrebbe essere più o meno incontaminato e intorno alla quale invece ne succedono sempre di ogni. Altro che ordini dell’armatore: il cargo City of Sidon – 110 metri di lunghezza e di 6500 tonnellate di stazza, con 95 autoveicoli a bordo, più volte coinvolta in salvataggi di migranti nel canale di Sicilia – era alla deriva già da 6 ore. Non poteva manovrare, i motori erano fuori uso. A muovere il mercantile, sul quale lavorano 19 persone, erano solo il vento e le correnti che lo stavano spingendo sempre più vicino alla Gorgona, isoletta a 37 chilometri da Livorno, area protetta come il resto dell’Arcipelago Toscano per giunta nel cuore del Santuario dei Cetacei. C’è voluta un’ora e mezza di trattativa per farsi dire dal comandante che, sì, ci voleva un rimorchiatore per fermare la corsa senza senso e portare la nave in porto, a Livorno evitando così problemi non solo di sicurezza della navigazione, ma anche di protezione dell’ambiente.
Se non fosse che tutto è accaduto alla luce del sole (un paio di giorni fa) e che al posto di oltre 3mila passeggeri c’erano un centinaio di auto, l’inizio della storia sarebbe molto simile alla tragedia della Costa Concordia. La Capitaneria di Livorno si è accorta che qualcosa non andava guardando il sistema di monitoraggio Ais, Automatic identification system. Quella nave va troppo piano, hanno pensato in sala operativa. E poi è fuori rotta. Era partita la sera prima da Savona ed era diretta a Zuara, in Libia. Invece quella City of Sidon stava lì in mezzo al mare. Così gli uomini della Capitaneria hanno chiamato in plancia di comando: “Tutto ok?”. All’inizio il capitano ha negato qualsiasi problema: tutto regolare, ha risposto, sono solo in attesa di ordini dall’armatore (la Saida Maritime, con sede a Beirut). In effetti capita, confermano fonti della guardia costiera, che una nave rallenti e perfino si fermi in attesa di qualche chiarimento dalla compagnia di navigazione. Ma in ogni caso mantiene una posizione baricentrica, nel senso che in certi momenti si lascia un po’ scarrocciare da mare e vento, ma torna sempre nella posizione di attesa. Insomma, non ci si lascia trasportare completamente. Come invece era il caso della City of Sidon.
Ma la risposta del comandante libanese non dev’essere stata molto convincente. Per giunta su quel monitor dell’Ais i militari della Capitaneria continuavano a notare che guarda caso gli spostamenti della nave erano del tutto compatibili con la spinta del vento. Quindi lo hanno incalzato con altre domande e le risposte continuavano a essere fuori fuoco. Alla fine – dopo un’ora e mezza di risposte reticenti e tira e molla – dal bordo hanno ceduto: “Sì, abbiamo un’avaria alle macchine”. Da quanto? “Da almeno 6 ore”. La nave non poteva più muoversi e si stava avvicinando pericolosamente alla Gorgona. Prenda provvedimenti, ha ordinato la guardia costiera al comandante, chieda un rimorchiatore. E lui ha cercato di evitare pure questo perché farsi trainare dai rimorchiatori costa non poco. Finché non è stato convinto da un nuovo intervento alla radio degli operatori della Capitaneria: guardi che in ogni caso la procedura d’intervento parte d’ufficio. E sarebbe stato ancora peggio, se possibile: alla sanzione per non aver segnalato (e anzi negato) l’avaria si sarebbe aggiunta sanzione. Così dal porto di Livorno è partito un rimorchiatore – il Piero Neri – che dopo qualche ora di navigazione ha agganciato la nave e l’ha rimorchiata fino all’ormeggio in porto. Lì rimarrà finché non sarà riparata e “marciante”. Magari questa volta con più successo: il City of Sidon era infatti partito da Savona dopo un periodo di fermo per risolvere alcuni problemi tecnici.