Mi assicuro su ilmeteo.it che i nuvoloni che stanno abbuiando il cielo non riservino sorprese e fortunatamente mi procureranno un po’ di pioggia, ma solo dalle 10.30 alle 12.00, con schiarite e sprazzi di cielo azzurro almeno sino alle 14.00. Perfetto, ci può proprio stare un pranzetto in una bella trattoria collinare, sotto una pergola. Respirare aria fresca, infilzare qualche pietanza prelibata, gustare l’arcobaleno che il meteo lascia presagire. Tripadvisor mi consiglia uno splendido ristorantino, per la precisione il numero 3 in classifica nel comune in cui il cielo sarà azzurro anche alle 14.30, il tempo di prendere dolce e caffè. Non è che mi accontenti del terzo posto, è che il primo non ha la pergola, il secondo è chiuso il sabato a pranzo. Inoltre lallaemirko dicono che l’ambientazione è simpaticissima e informale, mentre lukaXXX è contentissimo della cameriera biondina. Google Maps suggerisce la statale, di 12 minuti più rapida rispetto alla provinciale. Mi fido, arriverò prima e avrò più tempo per consultare il menu. In ogni caso ho già deciso, roby66 su Tripadvisor dice grandissime cose degli agnolotti, mentre per genioGE non si può fare a meno di provare il dolce al limone.
Smette di piovere, esco a fare due passi, confuso e un po’ frustrato. Incontro Gigi, che invece è di buonumore. Mi racconta che stamattina nonostante la pioggerellina ha fatto un bel giro in bicicletta, vagando piacevolmente per stradine di collina, al largo dai capannoni. Si è perso varie volte, ma è stata l’occasione di scoprire scorci inaspettati. Ad un certo punto, preso dalla fame, ha chiesto consiglio ad un contadino che lo ha accompagnato alla locanda di suo cugino. Stava per chiudere la cucina, ma l’ha tenuta aperta per lui. Ha mangiato all’ombra di una pergola degli agnolotti strepitosi e un insospettabilmente squisito dolce al limone. E poi ha chiacchierato tutto il tempo con una graziosa cameriera bionda. Il ristoratore non gli ha fatto nemmeno pagare il conto, visto che l’ha mandato suo cugino. Poi Gigi mi dice che deve scappare. Ma dove vai, gli grido mentre si allontana. Corre, ci ha un gancio con la biondina, mi dice sorridendo con la barba da fare mentre in lontananza spunta l’arcobaleno che doveva comparire due ore fa.
Nella tasca la mia mano stringe nervosamente lo smartphone con tutti i dati che ci stanno dentro.
di Claudio Broggio
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