Anche quest’anno il Meeting di Comunione e Liberazione ha tra i suoi sponsor i concessionari dell’azzardo legalizzato. Lottomatica e Sisal, rispettivamente per la dodicesima e per l’undicesima edizione consecutiva, figurano tra i partner del raduno ciellino, affiancandosi a colossi del calibro di Enel, Eni e Finmeccanica. Lo stesso gruppo Lottomatica, racconta Repubblica, sta per trasferire la sua residenza fiscale a Londra, sta per quotarsi in borsa a Wall Street e ha appena ingrandito il suo giro d’affari inglobando una società che gestisce casinò con sede a Las Vegas.
Entrambe le concessionarie sono presenti a Rimini con un loro padiglione, in cui organizzano giochi per bambini e attività sportive. Sul rischio di sovrapporre/identificare il gioco d’azzardo (cioè il reale business di queste aziende) con il gioco (cioè l’attività ricreativa che le stesse aziende offrono in occasioni come il Meeting) noi condividiamo il punto di vista di molti ludologi italiani.
Un articolo di Redattore Sociale riporta le parole dell’economista Luigino Bruni che, da ispiratore di Slot Mob e da cattolico, critica pesantemente i vertici di Cl. Gli interessati gli rispondono che senza i soldi di Sisal e Lottomatica il Meeting non si sarebbe potuto fare. Poi in sostanza aggiungono di avere la coscienza pulita, dal momento che i due sponsor nell’occhio del ciclone si prodigano nel promuovere iniziative di prevenzione dell’azzardopatia (quel che pensiamo al proposito, l’abbiamo detto qui).
Noi, miscredenti che al carisma di Don Giussani e al magistero di Papa Francesco preferiamo i libri del tedesco di Treviri, concordiamo però con Bruni: “I soldi che creano dipendenze non sono soldi puliti. […] Nella battaglia non devi scendere a compromessi con il nemico, devi combattere”.
Sulla questione degli sponsor, i canali della comunicazione di Cl sono sbarrati. Non una parola dai profili ufficiali del Meeting su Facebook e Twitter, solitamente solerti nel rispondere alle domande degli utenti. Nel tentativo di rompere il silenzio, alcuni giornalisti, attivisti e semplici persone attente al tema hanno iniziato a usare l’hashtag #Meeting14 (che gli addetti alla comunicazione di Cl vorrebbero si usasse per raccontare quel che succede a Rimini) nei post e nei tweet in cui pongono domande su questo e su altri fatti che hanno interessato l’ambiente ciellino di recente e su cui del pari Cl preferisce tacere, come il caso di Don Mauro Inzoli.
Per chi si occupa di azzardo, il Meeting di quest’anno è interessante anche per la partecipazione della Senatrice del Ncd –molto vicina a Cl – Federica Chiavaroli, che lo scorso dicembre fu prima e unica firmataria della proposta immediatamente battezzata “emendamento salvaslot”. In pratica l’idea era che lo Stato dovesse trasferire meno danaro a quei comuni che, adottando misure per tentare di ridurre la presenza delle slot sul loro territorio, avessero fatto diminuire i ricavi delle concessionarie.
Chiavaroli avrebbe potuto sfruttare il raduno riminese, palcoscenico che gode di un’enorme risonanza mediatica ed è per questo ambitissimo da imprenditori e politici, per parlare dell’emendamento salvaslot e chiarire la sua posizione sul problema, dato che all’epoca dei fatti le sue giustificazioni oscillavano tra l’esigenza di tenere i conti in regola (“Sono per la famiglia, l’ho fatto per l’erario”, diceva) e l’ammissione che l’emendamento era stato suggerito da Alberto Giorgetti. Un ostinato “non so chi siano” era la risposta ai giornalisti che le chiedevano se per caso ci fosse anche la mano dei lobbisti dell’azzardo.
Otto mesi più tardi, la senatrice non s’è schiarita le idee: dopo l’annuncio della sua presenza al Meeting, molti (tra cui qualcuno di noialtri) le hanno chiesto di nuovo conto dell’emendamento pro slot machine. Le sue repliche, questa volta in bilico tra il “non c’entro nulla”, il “comunque non vado a Rimini per parlare di questo” e il “rileggetevi le mie dichiarazioni di dicembre” sono riassunte in questo post di Marco Barone.
Riassumendo, da anni Comunione e Liberazione si fa finanziare il Meeting di Rimini, il suo evento più importante, dall’industria dell’azzardo. L’anno scorso lo abbiamo scritto anche nel nostro libro, e alle critiche di molti gli organizzatori avevano risposto che per il 2014 ci avrebbero pensato meglio. Evidentemente hanno pensato che fosse giusto proseguire il rapporto con i padroni delle slot. Dunque non è una disattenzione ma una vera e propria scelta di campo. Se poi dicono che senza quei soldi il Meeting non si farebbe, la sponsorizzazione col denaro dell’azzardo non è un dettaglio, ma un elemento essenziale di ciò che il Meeting è.
Infine, i politici di riferimento di Cl come Federica Chiavaroli non solo presentano leggi pro-slot, ma addirittura sostengono (per difendersi dalle accuse, ma è un’ammissione grave) che non è farina del loro sacco, che qualcuno gliele ha suggerite. Questi “generosi suggeritori di leggi”, come chi accetta di assecondarli, vanno fermati.