L'istituto di statistica nella sua nota mensile prefigura uno scenario di stagnazione. Colpa della "mancata ripresa degli investimenti, come negli altri paesi europei", mentre "i consumi mostrerebbero una dinamica lievemente positiva". Le tensioni internazionali rischiano di "amplificare la minore vivacità della domanda estera, condizionando le prospettive delle esportazioni"
“Stagnazione” anche nel terzo trimestre dell’anno. E’ la previsione dell’Istat per l’economia italiana nella sua nota mensile diffusa venerdì. “La variazione congiunturale del Pil prevista per il terzo trimestre è pari a zero, con un intervallo di confidenza compreso tra +0,2% e -0,2%”. In pratica, nella migliore delle ipotesi cresceremo dello 0,2%, nella peggiore l’economia calerà ancora come nel secondo trimestre. In mezzo c’è, appunto, la stagnazione. Motori spenti. Colpa, spiega l’istituto di statistica, “della mancata ripresa degli investimenti, come negli altri paesi europei”, mentre “i consumi mostrerebbero una dinamica lievemente positiva. Il proseguimento delle tensioni politiche internazionali potrebbe amplificare la minore vivacità della domanda estera, condizionando le prospettive delle esportazioni”.
All’orizzonte non si vede alcuna ripresa della produzione, mentre continuano le difficoltà sul fronte occupazionale: a luglio e agosto “le informazioni provenienti dalle inchieste (condotte sulle imprese, ndr) sono improntate a un ridimensionamento dei giudizi sull’attuale fase economica, determinando un clima non favorevole alla ripresa dei ritmi produttivi. Inoltre, le indicazioni sul mercato del lavoro segnalano attese di persistenti difficoltà occupazionali da parte di famiglie e imprese con riflessi sulla domanda interna”.