Resto stupita davanti agli argomenti di chi si scaglia contro la sentenza che ha riconosciuto alla compagna di una donna l’adozione della figlia di lei. Per inciso, è bene ricordarlo, coloro che oggi sbraitano contro quella sentenza, in realtà sono contrari a tutti i diritti delle persone omosessuali: sono contro una legge che punisca l’omofobia, sono contrari al riconoscimento dei legami d’amore tra persone dello stesso sesso, sono persino contrari a che si parli di affettività e nuove famiglie nella scuola, ma aggiungono sempre che non hanno nulla contro gli omosessuali.
Non nego che la sentenza sopravanzi l’iniziativa del Parlamento, ma provo una sensazione di accoglimento delle ragioni di noi persone omosessuali, altrimenti ignorate da parlamenti che rimandano sine die di dare risposte alle vite reali di tante persone.
Quando ho sentito la notizia della sentenza, ho pensato alle tante che hanno rinunciato ad avere figli credendo che fossero incompatibili con il loro amore per un’altra donna e a quelle che invece hanno rinunciato all’amore per un’altra donna per avere un figlio, credendo che per questo fosse imprescindibile avere un marito. Ho pensato anche alle tante donne che a causa del lesbismo sono state separate dai loro figli, per ritorsione di mariti abbandonati, una in particolare è una mia amica. Nessuno può ridare loro ciò che hanno perso, ma mi viene da sperare che ora è finita.