Quando viene chiesta la consulenza di psicologi nelle disparate aree di competenza umana, la nostra categoria dovrebbe esserne soddisfatta. Questo in teoria almeno. Siamo in tanti, poco e male utilizzati (in Italia è evidente), ogni iniziativa che ci tiri in ballo dovrebbe essere a vantaggio del riconoscimento pubblico del valore del nostro lavoro. Lo psicologo non si occupa solo di stress, patologia e marginalità, per dirne alcune, ma il suo campo di intervento dovrebbe essere la crescita dell’individuo in piena libertà e autonomia, dato che la prima causa di malessere è la costrizione e il non riconoscimento del proprio sentire.
L’inconscio esisteva ben prima di essere nominato, ma, da quando lo è stato, si è alla continua ricerca di dare un volto a ciò che non lo ha per definizione, dei labili contorni sono stati comunque tracciati, riconosciuti e utilizzati.
Inculcare negli altri idee diverse da quelle che avrebbero, se lasciati liberi di pensare con la propria testa, con informazioni corrette sugli eventi, è una realtà.
Con la nuova tecnologia forme di imbonimento e di intrattenimento mentale riescono paradossalmente a distoglierci dagli argomenti senza da essi deconcentrarci. Esisterebbe internet così come lo conosciamo per la gente comune, se non si avessero avute delle garanzie di controllo su quel che paradossalmente appare non controllabile ? Queste garanzie vengono proprio dallo studio scientifico della mente umana. Marketing e pubblicità sono l’effetto relativamente soft e più appariscente di un qualcosa che, dietro le quinte, deve assumere proporzioni maggiori e propositi maggiormente ambivalenti. D’altronde chi è che, avendo le chiavi per aprire una porta di una stanza sconosciuta, non la aprirebbe per entrarvi e curiosare? In seguito la differenza la fanno le intenzioni che si hanno quando si è all’interno con quel che vi si trova.
Angela Merkel ha deciso di assumere degli psicologi trainer per migliorare le tecniche di persuasione nella sua squadra di governo rendendo pubblica la notizia. Si legge: “Lo scopo: orientare positivamente i comportamenti dei cittadini.” In questa affermazione si nascondono due gravi sottintesi ossia la mancanza di fiducia nei confronti delle persone, pensando che non siano in grado di gestire da sole le loro scelte e le relative conseguenze (dal non riconoscimento delle capacità si genera incapacità) e la necessità di intraprendere azioni di persuasione scaturenti da questa convinzione(il potere autoreferenziale genera violenza).
L’ispirazione della decisione della cancelliera tedesca verrebbe dal libro La spinta gentile che evidenzierebbe come le persone tendano a prendere scelte sbagliate sulle questioni per loro più importanti e di conseguenza avrebbero bisogno di una “spinta gentile”, un direzionamento che non sembri tale. L’errore invece è il presupposto ineludibile per fare i conti con esperienza, assunzione di responsabilità e capacità di ripresa.
Non ho letto il libro e non vado quindi oltre i brevi commenti riportati nell’articolo linkato, ma ho accumulato ormai diversi anni di studio e di esperienza clinica per essere convinto che le spinte di gentile hanno solo l’idea che di esse si fa colui che le compie, anche quando si hanno le migliori intenzioni. La spinta prende la direzione che dà colui che compie l’atto che non necessariamente è la più adeguata per colui che lo subisce. Figurarsi cosa significhi tutto questo in un’ottica politica dove l’intenzionalità troppo spesso è a braccetto con l’interesse.
Propongo psicologi trainer per segnalare la retta via ai politici con molti training esperienziali tra gli effetti prodotti dalle loro “spinte gentili”. Utilizziamoli al meglio i nostri psicologi.