Il battesimo in panchina di Pippo Inzaghi tratteggia un Milan in fase di costruzione, prossimo a una rivoluzione in corsa grazie ai colpi di mercato last minute, ma che somiglia – e non poco – al suo allenatore. I rossoneri si tolgo di dosso la Lazio sfruttando i buchi della difesa biancoceleste, come faceva il loro allenatore quando del Diavolo – all’epoca di altra caratura tecnica – era il bomber. Il successo per 3-1 è frutto di grandi sgroppate chiuse con lucidità davanti alla porta e di un El Shaarawy tornato trascinatore dopo il periodo nero dettato dalla convivenza tattica con Balotelli. C’è poco gioco, molte incertezze difensive, ma i primi 90 minuti della stagione certificano che lo stato di salute del Milan è migliore delle condizioni di una Lazio dalle grandi ambizioni, figlie di un mercato mirato, ma in totale confusione tattica.
Peccato che la vittoria all’esordio venga festeggiata da appena 36mila persone, segno di un pubblico scettico sulla spending review estiva tamponata in queste ore con gli acquisti di Torres e Van Ginkel dal Chelsea. Se mancano i tifosi, lo stesso non si può dire per la parte politica del calcio che a San Siro si sente a casa. Ci sono tutti. Da Berlusconi che torna allo stadio dopo un anno e mezzo, al presidente della Figc Carlo Tavecchio, che ritrova i suoi grandi elettori Adriano Galliani e Claudio Lotito ma non Optì Poba, l’inesistente titolare della Lazio al centro della bufera durante la campagna elettorale. Ci sono anche il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e l’allenatore della Nazionale Antonio Conte, come promesso molto attivo nel seguire la A dal vivo. All’inizio sorride il presidente della Lazio, che parte meglio. Tutto è impostato sulla corsia di destra, dove Candreva ha una missione: puntare Bonera e buttarla in mezzo per la testa di Klose e gli inserimenti di Parolo. Scorrono così i primi brividi. Ma i biancocelesti spingono fin troppo su quel lato del campo. Così appena anche Basta si avventura in avanti, il Milan colpisce. L’ex Udinese lascia scoperta la difesa dove si scatena El Shaarawy, che brucia de Vrij e mette al centro per Honda. Prateria a disposizione e giapponese bravo a superare Berisha, tra i pali al posto di Marchetti, ufficialmente infortunato ma sul quale si aggirano voci di mercato (Sampdoria?).
Il vantaggio dei rossoneri addormenta un po’ la gara. Il Milan non ha fretta e si compatta dietro, pronto a ripartire in velocità. Ci riesce poco, nonostante Menez non dia punti di riferimento. A De Jong e Poli manca la qualità per innescare il tridente, la Lazio è spenta e prova a pungere solo sorprendendo il Milan a centrocampo. Così la partita diventa un pantano, con poche emozioni. Del resto le squadre sono ancora in costruzione: a Pioli manca Gentiletti in difesa, il Milan si è fatto il lifting nelle ultime ore e non può schierare il neo-acquisto Van Ginkel né Torres, arrivato ieri in città. Dopo la pausa per la prima dell’Italia post-Mondiale, le due squadre avranno un altro dna.
E più fiato, che diventa corto subito dopo l’intervallo. Il Milan arretra il baricentro, la Lazio pianta le tende nella metà campo avversaria e continua a recitare lo stesso copione del primo tempo. Candreva scorazza sulla destra, Parolo e Keita cercano tagli ma i frutti sono scarsi. E la tattica garibaldina di Pioli diventa un boomerang. Perché i rossoneri saranno anche refrattari alla costruzione ma quando hanno spazio sulle fasce sanno come sfruttarlo. Nell’azione del secondo gol cambia la fascia d’origine ma non la conclusione: percussione di Abate sulla destra, cross e Muntari puntuale. Da quel momento la Lazio sbanda vistosamente.
E al 63’ capitola per l’ennesima percussione di Abate, bravo a servire Menez. Il francese costringe de Vrij ad atterrarlo in area e poi trasforma il rigore. Game, set and match? No, c’è ancora da soffrire perché tre minuti dopo Alex sporca un cross di Candreva nel tentativo d’anticipare Djordevjc ma finisce per beffare Diego Lopez. Mauri e l’esterno della Nazionale hanno due buone chance per riaprire davvero la gara ma sfumano, mentre il Milan si diverte in contropiede senza trovare il poker. E Candreva si vede anche ribattere un rigore da Lopez in pieno recupero. San Siro applaude e ha già dimenticato Balotelli, i tifosi della Lazio continuano a contestare Lotito per un mercato ritenuto scarso. “Possiamo arrivare tra le prime tre”, dice Galliani. La realtà è notevolmente più dura, ma se i rossoneri sono questi San Siro tornerà a vestirsi a festa molto presto. Viste le premesse estive, sarebbe già una gran conquista.
MILAN (4-3-3): Diego Lopez; Abate, Alex, Zapata, Bonera; Poli, De Jong, Muntari (68’ Essien); Honda (Armero), Menez (82’ Niang), El Shaarawy. All.re Inzaghi
LAZIO (4-3-3): Berisha; Basta, de Vrij, Cana, Radu, Parolo, Biglia, Lulic (73’Mauri); Candreva, Klose (60’ Djordevjc), Keita (60’ Anderson). All.re Pioli
Ammoniti: 20’ De Jong, 25’ Radu, 37’ Lulic, 62’ de Vrij, 71’ Diego Lopez Reti: 7’ Honda; 56’ Muntari, 64’ Menez, 67’ Alex (aut)
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