Le opposizioni contro il sindaco democratico Paolo Dosi: "Il centro storico è sempre stato off limits per le manifestazioni di questo tipo". Il primo cittadino: "Nessun patrocinio, solo collaborazione". Il consigliere di Fratelli d'Italia: "Abbiamo le prove che mente"
La piazza centrale di Piacenza: vietata ai partiti, concessa al Pd. Piazza Cavalli, in pieno centro storico, è l’oggetto delle polemiche nell’estate cittadina. Il Comune ha infatti concesso al Partito democratico di allestire la Festa dell’Unità là dove altre organizzazione politiche erano sempre state respinte. Una scelta che ha mandato su tutte le furie gli altri partiti, i quali si sono scagliati verso l’amministrazione accusandolo di sostenere direttamente la kermesse (il sindaco è espressione dei democratici), di non aver mai dato il via libera ad altre manifestazioni politiche sotto l’ombra del Gotico e, addirittura, paventando il rischio di rovinare un patrimonio artistico come la pavimentazione in granito o i cavalli del Mochi. Dopo settimane di attacchi di ogni tipo – e altrettante smentite che la manifestazione avesse un sostegno diretto dell’Amministrazione -, proprio il giorno dell’apertura della festa (venerdì 29 agosto), in programma fino al 2 settembre, a gettare altra benzina sul fuoco ci ha pensato Tommaso Foti, ex parlamentare storico di An e Pdl e oggi in Fratelli d’’Italia.
E’ stato lui a trovare e rendere noto il documento legato alla richiesta di uso di suolo pubblico redatto dal segretario cittadino del Pd, Paolo Sckokai. In pratica, con questo atto, il segretario dichiara di aver ottenuto il patrocinio dal Comune, che sarebbe vietato per piazza Cavalli da parte dei partiti politici. “Il sindaco Paolo Dosi aveva dichiarato che non era un patrocinio ma una collaborazione, ora apprendiamo che il segretario cittadino in un atto pubblico del 21 agosto, quindi ben dopo le note polemiche, dichiara di avere il patrocinio – ha detto Foti -. Qualcuno mente, il sindaco ci dica se è lui o il suo segretario”.
Una questione che, nonostante i giorni che passavano, non si è certo risolta, con tutti i partiti che si sono scagliati contro questa scelta. Il primo a sollevare il contenzioso è stato il consigliere Paolo Garetti della lista Sveglia: “E’ una prevaricazione da parte del Pd” aveva detto. E lo ha seguito nella girandola di prese di posizione anche il Movimento 5 Stelle: “Il Partito democratico non rispetta le regole o le rispetta solo quando gli conviene”, hanno scritto in una nota i consiglieri Andrea Gabbiani, Barbara Tarquini e Mirta Quagliaroli. A loro si è poi accodata anche la segreteria provinciale della Lega Nord: “Il cuore di Piacenza resti super partes” e Forza Italia, che in ordine sparso è intervenuta con molti suoi esponenti, dichiarando sostanzialmente che “la piazza non è un piano di calpestio come gli altri ma il principale monumento cittadino e in quanto tale va tutelato”.
La querelle, comunque, non ha intaccato più di tanto le sicurezze democratiche, con il segretario cittadino Sckokai, al centro delle polemiche, che ha solo spiegato “di non aver trovato nulla di sconvolgente nel scegliere la piazza”. Ma dopo l’atto pubblico divulgato da Fratelli d’Italia che, secondo Foti, attesterebbe il patrocinio del Comune, gli imbarazzi tra i democratici si sono fatti palpabili. Tanto che è voluto intervenire direttamente il sindaco Dosi con una nota ufficiale: “Questioni di lana caprina – ha scritto -, le obiezioni si riferiscono alla compilazione di un modulo prestampato dove risulta essere scritto effettivamente che i promotori della festa hanno ricevuto il patrocinio. Ma nello stesso modulo è precisato che il patrocinio viene riferito in maniera estensiva perché distingue i luoghi del centro dove si richiede il patrocinio da quelli dove è richiesta la collaborazione, visto che entrambi sono disciplinati dallo stesso argomento. Fa fede la delibera di giunta che si riferisce alla collaborazione”.