Dopo un tira e molla di mesi, l’italiana Federica Mogherini è stata nominata Alto Rappresentante per la Politica Estera Ue.

La caparbia del governo Renzi, indefesso nel far valere il peso in Europa del Pd italiano – il primo partito nella grande famiglia socialista europea – ha ottenuto alla fine l’ok dei partner europei alla nomina di Federica Mogherini. Una nomina osteggiata in queste settimane per la poca esperienza internazionale e le presunte simpatie russe. La domanda che nasce legittima è: si tratta di una mera prova di forza del governo Renzi o di un chiaro progetto politico europeo?

Il posto di Alto Rappresentante, in teoria, è molto importante in quanto interviene su tutte le questioni di politica estera europea. Ma nella sostanza dei fatti, si tratta di una carica più retorica che altro, in quanto l’Ue non ha ancora una comune politica estera, nessun esercito comune né tanto meno gli stessi interessi oltre confine. L’Italia avrebbe in effetti potuto ambire a un portafogli europeo magari meno prestigioso ma più concreto, come quello all’Immigrazione o al Commercio estero.

Tuttavia il grappolo di crisi, conflitti e guerre che stanno scoppiando attorno all’isoletta felice europea – dall’eterno scontro di Gaza, alla minaccia dell’Isis, all’incendio siriano alla quasi guerra tra Ucraina e Russia – potrebbero cambiare le carte in tavola. I Paesi europei, praticamente tirati per la giacchetta, potrebbero presto rendersi conto che 28 politiche estere nazionali, 28 eserciti e così via sono non solo schizofrenici ma completamente inutili. In questo contesto, l’Italia potrebbe trovarsi al centro di quell’embrione di politica estera comune della quale ha bisogno non solo l’Europa ma un’intera fetta di mondo. Nata forse da un capriccio del governo Renzi, questa nomina mette l’ormai ex ministro degli Esteri italiano di fronte a una sfida enorme. In conferenza stampa la Mogherini ha parlato di “nuova generazione di leader europei”. Staremo a vedere se questa generazione, della quale lei evidentemente si sente parte, saprà rispondere in modo adeguato: Ucraina, Siria, Libia, Iraq e Palestina stanno a guardare.

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