Vive a Vienna e fa l’interprete part time per una società d’informatica la 52enne Katharina Miroslawa. Quattordici mesi dopo l’uscita dal carcere l’ex ballerina polacca coinvolta nel caso Mazza racconta il suo primo anno di libertà alla Gazzetta di Parmanei primi mesi ero “un po’ confusa e disorientata: avevo bisogno di capire, imparare a gestire tutta quella libertà dopo 12 anni. Poi ho cominciato a conoscere persone e ad allargare le amicizie”. 

La Miroslawa era stata condannata nel ’93 a 21 anni e 6 mesi quale mandante dell’omicidio dell’industriale Carlo Mazza, suo amante, il cui cadavere venne ritrovato a Parma il 9 febbraio 1986, a bordo di una Renault coperta di neve. Secondo le tesi dell’accusa, movente dell’assassinio furono due polizze sulla vita, per oltre un miliardo di vecchie lire, che Mazza aveva stipulato a suo favore. Un’ipotesi che la donna ha sempre respinto: “Sulla revisione del mio caso non mollo, sarà un po’ come puntare sul rosso o il nero”, continua a dire, battagliera. Dopo 12 anni di carcere, passati in gran parte alla Giudecca di Venezia, e uno in affidamento ai servizi sociali, il 25 giugno 2013 ha lasciato per sempre la galera e si è trasferita nella capitale austriaca, dove vivono i genitori. Suo figlio, Niki, non è con lei: oggi ha 34 anni e vive ad Amburgo con la compagna e una figlia di 7 anni.

Alla Giudecca si era specializzata come stilista di borse: “Non ho abbandonato quelle strade, spero di trovare qualcuno che mi dia delle prospettive”. “In questo momento sto traducendo alcuni documenti dall’italiano al tedesco per la presentazione di un software”, spiega l’ex ballerina. “Mi è stato proposto anche di vendere vini italiani – aggiunge – e mi piacerebbe piazzarli in Polonia”.

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