Ci sono sabati sera che uno decide di non uscire. Per motivi più o meno validi, o magari, semplicemente, perché non si ha voglia di uscire. Ecco, io sabato scorso non sono uscito, e l’ho fatto ben sapendo che si trattava, è un fatto, dell’ultimo sabato passato lontano da casa, come dire: in vacanza. Non sono uscito, già vittima di quella saudade che, solitamente, mi coglie ogni qual volta sto per tornare a Milano, lasciando il mare, la mia terra natia, gli amici e i parenti. Ma questo, direte voi, non è argomento degno di essere parte di un post musicale. Convengo.
Quel che volevo raccontarvi, invece, è quel che è successo dentro nella (cit.) televisione, mentre me ne stavo a casa, sabato scorso. Essendo da mia suocera l’elettrodomestico, che avevo allegramente scansato per oltre un mese, se ne stava sintonizzato su Rai1, canale altrimenti da me assai evitato. Lei, la televisione, se ne sta lì, io, vittima della saudade, me ne sto a pochi metri da lei, chiacchierando del più e del meno con mia moglie e la titolare del piccolo apparecchio.
A un certo punto la mia attenzione viene rapita da uno di quegli incontri artistici che se lo vedi, fidatevi, poi te lo ricordi finché campi. E non è un bel ricordare. Gigi D’Alessio, Gigliola Cinquetti, Giancarlo Magalli e Pupo interpretano una canzone pop del cantautore napoletano. Una cosa abbastanza raccapricciante già nella versione originale, figuriamoci se a metterci bocca sono poi gli altri figuri appena citati. È solo l’inizio della fine, però. Questo, al momento, non posso nemmeno immaginarlo. Uno si dice: che ci potrà essere peggio di così? Ecco, peggio di così c’è una edizione di Castrocaro che sembra messa su per far passare Maria De Filippi e il suo Amici per una sorta di miracolo televisivo e musicale. Qualcosa che ci fa rimpiangere addirittura Operazione Trionfo. Prendete giovani senza un qualche talento specifico, fateli incrociare con un repertorio di classici che metterebbe in difficoltà un artista paludato e avete anche solo vagamente un’idea di come si può rovinare una carriera al momento, va detto, inimmaginabile. Braccia regalate all’agricoltura.
Su tutto mettete una giuria come quella composta da Cinquetti, Magalli e D’Alessio e la conduzione di Pupo.
Insomma, ho passato un sabato sera di quelli che lasciano il segno. Nel senso di cicatrici.