“Prendi ora, paghi dopo”. O magari mai, meglio ancora. E’ l’offerta preferita dai dirigenti italiani, alle prese con gli assilli del bilancio, oramai preminenti rispetto alle richieste degli allenatori. Il calciomercato ai tempi della crisi è questo, e l’estate 2014 non ha fatto eccezione. Pochissimi soldi, qualche idea (se più o meno brillante lo stabilirà il campo). Tanti vecchi campioni, quasi nessun investimento futuribile. Ci si è rinforzati come si poteva, ciascuno a suo modo. L’Inter e Milan pensando soprattutto e non scompaginare i conti, il Napoli facendo il minimo indispensabile, la Fiorentina trattenendo i propri gioielli appetiti da tutto il mondo. E chi ha aperto di più i cordoni della borsa, come la Roma, alla fine è stato costretto a cedere almeno uno dei suoi gioielli, rischiando di vanificare quanto fatto nelle settimane precedenti. Tutti a caccia della Juventus, che ha speso ma probabilmente non quanto serviva per fare il salto di qualità in Europa (o almeno così ha pensato Antonio Conte, che se n’è andato sbattendo la porta). Alla fine è soprattutto il suo addio il movimento estivo che più potrebbe spostare gli equilibri. Perché i soldi sono finiti. E il calciomercato a costo zero non è più decisivo come in passato.
JUVENTUS E ROMA: PIU’ FORTI, SENZA FOLLIE
La Juventus è riuscita a metter su un prezioso tesoretto dalle cessioni (3 milioni da Quagliarella, 6 da Vucinic, uno dal prestito di Isla; più dolorose quelle di Immobile e Zaza, circa 15 milioni in due). Con questi soldi e quelli della Champions Marotta ha fatto mercato. In attacco ha preso Morata: i dubbi, più che sul valore, sono sul costo (20 milioni), la capacità di incidere da subito in Serie A e la clausola di riacquisto (a 30 milioni) lasciata al Real Madrid. Romulo e Pereyra a centrocampo sono arrivati solo in prestito (1,5 milioni per ciascuno, ma con riscatto pressoché obbligatorio a 6,5 e 11 milioni). Chiude il quadro Evra, dal Manchester United per un milione e mezzo. Risultato: squadra puntellata, saldo addirittura in attivo, ma senza il salto di qualità che si attendevano i tifosi. La sorpresa potrebbe essere alla fine il francese Coman, arrivato a zero dal Psg. In società sperano di ripetere il colpaccio Pogba. Discorso diverso per la Roma. I giallorossi sono stati a lungo la regina del mercato: Iturbe strappato proprio alla Juve per 22 milioni (più bonus), Astori scippato ai cugini della Lazio (2 milioni di prestito e 6 di riscatto obbligatorio), il turco Ucan (4,75 milioni per il prestito biennale), Ashley Cole a zero dal Chelsea e altre operazioni di corollario. Trenta milioni di esborso, quasi cinquanta comprendendo i futuri riscatti. Troppo. E così alla fine è stato sacrificato Benatia, il cui incasso (30 milioni complessivi) è stato in parte reinvestito sul greco Manolas (13 milioni), in parte utilizzato per ripianare le spese. La Roma resta la squadra che ha speso e si è rinforzata di più, ma ha comunque dovuto piegarsi alle logiche del bilancio.
LE MILANESI: MERCATO A COSTO ZERO
La formula preferita dai nerazzurri è stata quella del prestito biennale (la stessa di Torres al Milan, del resto), con cui sono arrivati Dodò (forse esagerato il riscatto obbligatorio a 8 milioni) e M’Vila (acquisto a 9 milioni, ma facoltativo). Poi Osvaldo in prestito secco e Vidic, il leader che serviva in difesa, senza scucire un centesimo. L’unico esborso è quello per Medel: 8 milioni, ma rateizzati in tre anni. Niente fuochi d’artificio, è mancata la ciliegina sulla torta (nelle ultime ore si era parlato di Lavezzi). E Guarin, alla fine rimasto in nerazzurro, andrà rimotivato. Ma la rosa è più completa dello scorso anno, ed è costata appena 4 milioni di euro. Il primo vero mercato di Erick Thohir può essere considerato positivo (alla luce delle preoccupazioni per il Fair-play finanziario). Il maggior movimento dell’estate rossonera, invece, è stato in uscita: via Balotelli, al Liverpool per venti milioni di euro. Quei soldi (insieme a quelli delle di Costant e Paloschi) sono serviti per far fronte ai mancati introiti dalla Champions. Poi a zero sono arrivati Menez, Alex, Diego Lopez, Van Ginkel in prestito e ovviamente Fernando Torres, su cui sono stati ridistribuiti gli ingaggi pesanti di altri partenti (da Robinho a Kakà). Il bilancio è ampiamente in attivo, almeno dal punto di vista finanziario. Anche le indicazioni dal debutto in campionato sono incoraggianti. Resta la nota stonata della cessione di Cristante, uno dei migliori prodotti della Primavera rossonera, andato al Benfica per 6 milioni. La sua partenza ha finanziato l’arrivo di Bonaventura, ma l’operazione resta poco comprensibile per il “progetto giovani” di Inzaghi.
DELUSIONE NAPOLI. LAZIO E FIORENTINA SPENDONO
La vera sconfitta dell’estate probabilmente è il Napoli. Le richieste di Benitez sono rimaste in ascoltate. De Laurentiis si è accontentato del gigante Koulibaly in difesa (per meno di 5 milioni dal Genk); a centrocampo De Guzman, buon giocatore nel giro della nazionale olandese a 6 milioni, e lo spagnolo David Lopez per 5; davanti la novità è Michu (in prestito oneroso). Il tutto finanziato dalla cessione di Fernandez (allo Swansea per 10 milioni, autentico colpo in uscita di Bigon), Dzemaili e Pandev (3 milioni in due dal Galatasaray di Prandelli). Nei piani della società il mercato doveva decollare dopo la qualificazione in Champions. Invece l’eliminazione contro l’Athletic ha rovinato tutto. Alla fine della giostra, con l’addio di Reina in porta (che non è stato sostituito) la squadra sembra addirittura indebolita. Dietro, invece, avanzano Lazio e Fiorentina. Claudio Lotito non ha badato a spese: il riscatto di Candreva (9 milioni), l’olandese De Vrij (uno dei migliori difensori de Mondiale, per 6,5 milioni), Parolo dal Parma (5,5 milioni) e Basta dell’Udinese (in prestito, riscatto a fine anno). Più di 20 milioni di euro per la miglior Lazio degli ultimi anni: a Pioli il compito di portarla in Europa. Il colpo dei Viola è stato riscattare e trattenere Cuadrado. La metà del colombiano è costata 15 milioni e da sola ha prosciugato l’intero budget di mercato: il terzino Basanta per 3,5 milioni ha completato la rosa. I Della Valle, comunque, hanno investito e sperano di continuare la crescita delle stagioni passate.
LE ALTRE
Il Parma si è preso un anno sabbatico: deluso probabilmente dall’esclusione a tavolino dall’Europa League, alla fine ha venduto Parolo, Amauri, Marchionni, Ceppitelli, e solo all’ultimo è saltata la cessione di Biabiany al Milan. Il Torino ha soprattutto incassato: più di venti milioni dalla coppia d’oro Immobile–Cerci, in parte reinvestiti nel nuovo duo Quagliarella–Amauri e in varie operazioni di prospettiva. Il Verona pure si gode una plusvalenza importante per Iturbe (circa 10 milioni, al netto del riscatto versato al Porto) e l’anno prossimo incasserà dalla Juventus per Romulo: per consolarsi sono arrivati un giovane e un “vecchio” (Nico Lopez e Saviola) di enorme talento. La Sampdoria ha piazzato Mustafi al Valencia per 8 milioni, il Cagliari ha lasciato andare Astori e Pinilla: anche sognano l’Europa le squadre minori non possono sottrarsi all’obbligo di vendere i pezzi pregiati per sopravvivere. In controtendenza solo il Sassuolo, che ha fatto un mercato importante: tra Peluso, Vrsaiko, Consigli e i riscatti di Zaza e Floro Flores, il patron Squinzi ha speso quasi quindici milioni di euro. Mentre una delle operazioni più interessanti di tutta l’estate l’ha fatta il Genoa, che si è garantita in prestito Maxime Lestienne, grande talento del calcio belga: il riscatto è fissato a 20 milioni (fuori portata per il Grifone, attirerà le attenzioni delle “big”). Sarà il campo ad emettere il verdetto sui trasferimenti estivi. Ma per il calcio italiano il saldo rischia di restare negativo. I vari Vidic, Torres, Cole ed Evra renderanno (forse) più competitive le loro nuove squadre nell’immediato, ma non garantiranno un salto di qualità nel tempo. Sono pochi gli acquisti in prospettiva e gli investimenti intelligenti: a parte De Vrij e Morata (e forse Ucan e Lestienne), non sembrano essere arrivati altri giocatori in grado di diventare top player e riportare il calcio italiano ai fasti di un tempo. Mancano i soldi, ma anche il coraggio e la capacità di saperli spendere. E la crisi si prolunga, anno dopo anno.
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Calciomercato 2014, tra pochi soldi e ancor meno idee la Serie A punta sull’usato sicuro
Il movimento in grado di cambiare gli equilibri del campionato è l'addio di Conte alla Juve: per il resto, tranne la Roma, tutte le altre big hanno piazzato colpi al risparmio. Ecco perché
“Prendi ora, paghi dopo”. O magari mai, meglio ancora. E’ l’offerta preferita dai dirigenti italiani, alle prese con gli assilli del bilancio, oramai preminenti rispetto alle richieste degli allenatori. Il calciomercato ai tempi della crisi è questo, e l’estate 2014 non ha fatto eccezione. Pochissimi soldi, qualche idea (se più o meno brillante lo stabilirà il campo). Tanti vecchi campioni, quasi nessun investimento futuribile. Ci si è rinforzati come si poteva, ciascuno a suo modo. L’Inter e Milan pensando soprattutto e non scompaginare i conti, il Napoli facendo il minimo indispensabile, la Fiorentina trattenendo i propri gioielli appetiti da tutto il mondo. E chi ha aperto di più i cordoni della borsa, come la Roma, alla fine è stato costretto a cedere almeno uno dei suoi gioielli, rischiando di vanificare quanto fatto nelle settimane precedenti. Tutti a caccia della Juventus, che ha speso ma probabilmente non quanto serviva per fare il salto di qualità in Europa (o almeno così ha pensato Antonio Conte, che se n’è andato sbattendo la porta). Alla fine è soprattutto il suo addio il movimento estivo che più potrebbe spostare gli equilibri. Perché i soldi sono finiti. E il calciomercato a costo zero non è più decisivo come in passato.
JUVENTUS E ROMA: PIU’ FORTI, SENZA FOLLIE
La Juventus è riuscita a metter su un prezioso tesoretto dalle cessioni (3 milioni da Quagliarella, 6 da Vucinic, uno dal prestito di Isla; più dolorose quelle di Immobile e Zaza, circa 15 milioni in due). Con questi soldi e quelli della Champions Marotta ha fatto mercato. In attacco ha preso Morata: i dubbi, più che sul valore, sono sul costo (20 milioni), la capacità di incidere da subito in Serie A e la clausola di riacquisto (a 30 milioni) lasciata al Real Madrid. Romulo e Pereyra a centrocampo sono arrivati solo in prestito (1,5 milioni per ciascuno, ma con riscatto pressoché obbligatorio a 6,5 e 11 milioni). Chiude il quadro Evra, dal Manchester United per un milione e mezzo. Risultato: squadra puntellata, saldo addirittura in attivo, ma senza il salto di qualità che si attendevano i tifosi. La sorpresa potrebbe essere alla fine il francese Coman, arrivato a zero dal Psg. In società sperano di ripetere il colpaccio Pogba. Discorso diverso per la Roma. I giallorossi sono stati a lungo la regina del mercato: Iturbe strappato proprio alla Juve per 22 milioni (più bonus), Astori scippato ai cugini della Lazio (2 milioni di prestito e 6 di riscatto obbligatorio), il turco Ucan (4,75 milioni per il prestito biennale), Ashley Cole a zero dal Chelsea e altre operazioni di corollario. Trenta milioni di esborso, quasi cinquanta comprendendo i futuri riscatti. Troppo. E così alla fine è stato sacrificato Benatia, il cui incasso (30 milioni complessivi) è stato in parte reinvestito sul greco Manolas (13 milioni), in parte utilizzato per ripianare le spese. La Roma resta la squadra che ha speso e si è rinforzata di più, ma ha comunque dovuto piegarsi alle logiche del bilancio.
LE MILANESI: MERCATO A COSTO ZERO
La formula preferita dai nerazzurri è stata quella del prestito biennale (la stessa di Torres al Milan, del resto), con cui sono arrivati Dodò (forse esagerato il riscatto obbligatorio a 8 milioni) e M’Vila (acquisto a 9 milioni, ma facoltativo). Poi Osvaldo in prestito secco e Vidic, il leader che serviva in difesa, senza scucire un centesimo. L’unico esborso è quello per Medel: 8 milioni, ma rateizzati in tre anni. Niente fuochi d’artificio, è mancata la ciliegina sulla torta (nelle ultime ore si era parlato di Lavezzi). E Guarin, alla fine rimasto in nerazzurro, andrà rimotivato. Ma la rosa è più completa dello scorso anno, ed è costata appena 4 milioni di euro. Il primo vero mercato di Erick Thohir può essere considerato positivo (alla luce delle preoccupazioni per il Fair-play finanziario). Il maggior movimento dell’estate rossonera, invece, è stato in uscita: via Balotelli, al Liverpool per venti milioni di euro. Quei soldi (insieme a quelli delle di Costant e Paloschi) sono serviti per far fronte ai mancati introiti dalla Champions. Poi a zero sono arrivati Menez, Alex, Diego Lopez, Van Ginkel in prestito e ovviamente Fernando Torres, su cui sono stati ridistribuiti gli ingaggi pesanti di altri partenti (da Robinho a Kakà). Il bilancio è ampiamente in attivo, almeno dal punto di vista finanziario. Anche le indicazioni dal debutto in campionato sono incoraggianti. Resta la nota stonata della cessione di Cristante, uno dei migliori prodotti della Primavera rossonera, andato al Benfica per 6 milioni. La sua partenza ha finanziato l’arrivo di Bonaventura, ma l’operazione resta poco comprensibile per il “progetto giovani” di Inzaghi.
DELUSIONE NAPOLI. LAZIO E FIORENTINA SPENDONO
La vera sconfitta dell’estate probabilmente è il Napoli. Le richieste di Benitez sono rimaste in ascoltate. De Laurentiis si è accontentato del gigante Koulibaly in difesa (per meno di 5 milioni dal Genk); a centrocampo De Guzman, buon giocatore nel giro della nazionale olandese a 6 milioni, e lo spagnolo David Lopez per 5; davanti la novità è Michu (in prestito oneroso). Il tutto finanziato dalla cessione di Fernandez (allo Swansea per 10 milioni, autentico colpo in uscita di Bigon), Dzemaili e Pandev (3 milioni in due dal Galatasaray di Prandelli). Nei piani della società il mercato doveva decollare dopo la qualificazione in Champions. Invece l’eliminazione contro l’Athletic ha rovinato tutto. Alla fine della giostra, con l’addio di Reina in porta (che non è stato sostituito) la squadra sembra addirittura indebolita. Dietro, invece, avanzano Lazio e Fiorentina. Claudio Lotito non ha badato a spese: il riscatto di Candreva (9 milioni), l’olandese De Vrij (uno dei migliori difensori de Mondiale, per 6,5 milioni), Parolo dal Parma (5,5 milioni) e Basta dell’Udinese (in prestito, riscatto a fine anno). Più di 20 milioni di euro per la miglior Lazio degli ultimi anni: a Pioli il compito di portarla in Europa. Il colpo dei Viola è stato riscattare e trattenere Cuadrado. La metà del colombiano è costata 15 milioni e da sola ha prosciugato l’intero budget di mercato: il terzino Basanta per 3,5 milioni ha completato la rosa. I Della Valle, comunque, hanno investito e sperano di continuare la crescita delle stagioni passate.
LE ALTRE
Il Parma si è preso un anno sabbatico: deluso probabilmente dall’esclusione a tavolino dall’Europa League, alla fine ha venduto Parolo, Amauri, Marchionni, Ceppitelli, e solo all’ultimo è saltata la cessione di Biabiany al Milan. Il Torino ha soprattutto incassato: più di venti milioni dalla coppia d’oro Immobile–Cerci, in parte reinvestiti nel nuovo duo Quagliarella–Amauri e in varie operazioni di prospettiva. Il Verona pure si gode una plusvalenza importante per Iturbe (circa 10 milioni, al netto del riscatto versato al Porto) e l’anno prossimo incasserà dalla Juventus per Romulo: per consolarsi sono arrivati un giovane e un “vecchio” (Nico Lopez e Saviola) di enorme talento. La Sampdoria ha piazzato Mustafi al Valencia per 8 milioni, il Cagliari ha lasciato andare Astori e Pinilla: anche sognano l’Europa le squadre minori non possono sottrarsi all’obbligo di vendere i pezzi pregiati per sopravvivere. In controtendenza solo il Sassuolo, che ha fatto un mercato importante: tra Peluso, Vrsaiko, Consigli e i riscatti di Zaza e Floro Flores, il patron Squinzi ha speso quasi quindici milioni di euro. Mentre una delle operazioni più interessanti di tutta l’estate l’ha fatta il Genoa, che si è garantita in prestito Maxime Lestienne, grande talento del calcio belga: il riscatto è fissato a 20 milioni (fuori portata per il Grifone, attirerà le attenzioni delle “big”). Sarà il campo ad emettere il verdetto sui trasferimenti estivi. Ma per il calcio italiano il saldo rischia di restare negativo. I vari Vidic, Torres, Cole ed Evra renderanno (forse) più competitive le loro nuove squadre nell’immediato, ma non garantiranno un salto di qualità nel tempo. Sono pochi gli acquisti in prospettiva e gli investimenti intelligenti: a parte De Vrij e Morata (e forse Ucan e Lestienne), non sembrano essere arrivati altri giocatori in grado di diventare top player e riportare il calcio italiano ai fasti di un tempo. Mancano i soldi, ma anche il coraggio e la capacità di saperli spendere. E la crisi si prolunga, anno dopo anno.
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Bruxelles, 18 mar. - (Adnkronos) - Gli amministratori delegati della Value of Beauty Alliance si sono riuniti oggi a Bruxelles per continuare un dialogo costruttivo con le istituzioni dell'UE sull'impatto delle politiche e dei regolamenti dell'UE sugli obiettivi globali di competitività e sostenibilità del settore. I Ceo - si legge in una nota - hanno sottolineato l'impegno di lunga data del settore per un futuro sostenibile e hanno chiesto un processo decisionale collaborativo che riconosca le caratteristiche uniche, le sfide e i contributi significativi del settore all'economia dell'UE.
L'Alliance ha anche presentato un nuovo rapporto redatto da Oxford Economics, che sottolinea il significativo impatto socio-economico della filiera della bellezza e della cura della persona. La filiera della bellezza e della cura della persona contribuisce per 180 miliardi di euro al PIL dell'UE, pari a 496 milioni di euro generati ogni giorno, e sostiene quasi 3,2 milioni di posti di lavoro. Le aziende produttrici di prodotti di bellezza e cura della persona dell'UE inoltre esportano beni per un valore di 26 miliardi di euro a clienti al di fuori dell'UE rendendo l'UE-27 il più grande esportatore di prodotti di bellezza e cura della persona al mondo. L'industria della bellezza e della persona dell'UE continua a crescere e a essere leader nella concorrenza globale, con 5 delle 7 maggiori aziende di bellezza con sede nell'UE, ma questo successo non è scontato.
I Ceo hanno invitato le istituzioni dell'UE a impegnarsi in un dialogo costruttivo per discutere l'impatto delle politiche e della legislazione dell'UE, al fine di garantire che la catena del valore della bellezza e della cura della persona possa mantenere la sua posizione di leader sulla scena globale.
Ad esempio, l'Alleanza invita l'UE a rivedere urgentemente la legislazione recentemente adottata sul trattamento delle acque reflue urbane per garantire che tutti i settori che contribuiscono ai microinquinanti nelle acque siano ritenuti responsabili, in linea con il principio "chi inquina paga". Ciò non solo guiderà lo sviluppo di prodotti più sostenibili in tutti i settori industriali, ma garantirà anche che ciò non imponga un onere di costo sproporzionato a uno dei pochi settori leader a livello mondiale in Europa. L'Alleanza ritiene che l'imminente processo Omnibus rappresenti un'opportunità ideale per correggere questo squilibrio e promuovere condizioni di parità per tutte le industrie che contribuiscono all'inquinamento delle acque.
Guardando al futuro, gli amministratori delegati hanno anche esortato l'UE a dare priorità ai seguenti settori chiave: Revisioni del regolamento REACH e del regolamento sui prodotti cosmetici: concentrarsi sulla sicurezza dei consumatori e sulla protezione dell'ambiente sulla base di una solida valutazione del rischio e dell'uso reale degli ingredienti, mantenendo elevati standard scientifici; Accordi commerciali: dare priorità all'accesso al mercato, ridurre le barriere normative e sostenere l'esportazione di prodotti europei di alta qualità. Rafforzare i controlli doganali e applicare rigorosamente i requisiti ambientali e di sostenibilità per i prodotti importati, sia online che offline, per garantire condizioni di parità. - Transizione verso la bioeconomia: attuare politiche che sostengano la produzione sostenibile di ingredienti, affrontare il "green premium" per le tecnologie sostenibili e garantire un approvvigionamento affidabile a lungo termine di materie prime sostenibili. - Sviluppo della forza lavoro: collaborare con l'industria per sviluppare programmi di formazione mirati e strumenti di investimento per migliorare le competenze della forza lavoro e soddisfare le esigenze in evoluzione del settore.
La Value of Beauty Alliance continua a lavorare a stretto contatto con le istituzioni dell'UE per sviluppare politiche che promuovano l'innovazione, creino posti di lavoro e garantiscano la continua competitività globale dell'industria europea della bellezza e della cura della persona. Questo approccio collaborativo sarà essenziale per garantire il continuo contributo dell'industria all'economia europea e a un futuro sostenibile.
(Adnkronos) - Terremoto oggi martedì 18 marzo a Potenza. Registrata alle 10.01, la potente scossa di magnitudo 4.2, si è verificata - secondo i dati dell'Ingv - a sei chilometri dal Comune di Vaglio Basilicata e a una profondità di 14 chilometri. La scossa è stata avvertita anche in Puglia.
A seguito dell’evento sismico, la Protezione civile si è messa in contatto con le strutture locali del Servizio nazionale della Protezione civile. Dalle prime verifiche effettuate, in seguito all’evento non risulterebbero danni a persone o cose.
Dopo la scossa, sono state sospese le attività scolastiche nel capoluogo dove è stata avvertita in modo molto forte. Gli studenti sono usciti dalle scuole per precauzione, poi è stata disposta la sospensione delle attività didattiche in tutti gli istituti di ogni ordine e grado per oggi, a eccezione dell'università, con ordinanza del sindaco Vincenzo Telesca.
Verifiche sono in corso in scuole e ospedali a Potenza e nei Comuni della provincia, limitrofi all'area epicentrale della scossa. Al momento non risultano problemi. "Nessuna criticità riscontrata'', ha fatto sapere il presidente della provincia di Potenza, Christian Giordano. Inoltre la direzione dell'azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza ha dato mandato all'unità operativa della gestione tecnico-patrimoniale di effettuare ''una scrupolosa procedura di verifica delle cinque strutture ospedaliere afferenti all'azienda''. L'attività ospedaliera e amministrativa prosegue regolarmente, senza alcuna interruzione, e viene garantita la piena operatività dei servizi sanitari e amministrativi per pazienti, operatori e cittadini.
Per i controlli agli edifici pubblici a Potenza e nei Comuni della provincia è stato intanto rinforzato con dieci unità il dispositivo di soccorso dei vigili del fuoco. Cinque squadre dei vigili del fuoco sono operative per verifiche sugli edifici di interesse pubblico. Una ricognizione dall'alto è stata effettuata dall'elicottero Drago VF67 del reparto volo di Pontecagnano (Salerno) nell'area tra Potenza e Vaglio Basilicata, Comune in cui è stato rilevato l'epicentro dall'Ingv. La situazione è monitorata anche dalla sala operativa della protezione civile regionale. Non si registrano problemi, stando a quanto finora accertato.
La circolazione ferroviaria è stata bloccata temporaneamente e in via precauzionale tra Tito e Potenza. I treni Intercity e regionali possono registrare ritardi e subire cancellazioni o limitazioni di percorso. A Potenza è stato attivato il centro operativo comunale, contattabile ai numeri 0971415832 e 3669394022.
Milano, 18 mar. (Adnkronos) - Condanna ridotta in appello per il trapper Shiva. La Corte d'Appello di Milano ha accolto la proposta di concordato raggiunta dalla procura generale e dalla difesa del cantante, nome d'arte Andrea Arrigoni, di una pena a 4 anni e 7 mesi per aver sparato e ferito l'11 luglio 2023 due presunti aggressori all'interno del cortile degli uffici della casa discografica a Settimo Milanese.
In primo grado, lo scorso 10 luglio, i giudici del tribunale di Milano avevano condannato il trapper a sei anni, sei mesi e 20 giorni per il reato di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose per la sparatoria avvenuta in via Cusago, a Settimo Milanese, nel corso della quale due giovani milanesi erano stati gambizzati. Il 24enne si era difeso con lunghe dichiarazioni spontanee, oggi invece 'festeggia' con una storia Instagram con la scritta 'free' (libero, ndr). La riduzione della condanna gli consente di concentrarsi solo sulla musica.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Sia un po' più sovranista, perché mi pare che lei stia cercando il bacio della pantofola con Trump: è andata più volte a incontrare Trump in occasioni non ufficiali, ma ancora non l'hanno invitata alla Casa Bianca come hanno fatto con Macron e Starmer, spero che accada presto. Ma sia sovranista, anziché inseguire Trump riprenda la lezione di Alcide De Gasperi del 1951 sulla difesa comune europea. Lei ha un grande statista che non appartiene alla sua storia politica ma noi lo apprezziamo; si chiama Alcide De Gasperi, quando dice non può essere soltanto una questione di armi ma di giustizia sociale, di libertà. Questo è il modello a cui deve guardare l'Italia non inseguire Trump come sta facendo lei". Lo ha affermato Matteo Renzi, intervenendo in Senato dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Confindustria, la sua base, quelli che hanno votato per lei, sono terrorizzati dai dazi, non dia retta a Salvini e a Lollobrigida, lei -ha aggiunto l'ex premier- non può rispondere li mette Trump, dazi vostri. Sono dazi amari, una cosa un po' diversa".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Una risoluzione che dimostra che se il Pd discute sa fare la sintesi. Spendere di più per la difesa europea in linea con libro bianco che ottiene il via libera e impegno a non aumentare i bilanci nazionali senza condizionalità che spingano verso la difesa comune”. Lo scrive Simona Malpezzi, senatrice del Pd, sui social.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - “Giorgia Meloni oggi ha parlato di tutto tranne che del ruolo che l’Europa deve avere. Ha però parlato molto di Trump, a cui si è affidata per la soluzione della guerra in Ucraina. In pratica, sulle grandi questioni internazionali, Meloni scarica l’Europa e, politicamente, consegna l’Italia totalmente nelle mani degli Usa, omettendo tra l’altro che le proposte da lei avanzate sono state tutte puntualmente ignorate dal presidente americano. Altro che sovranismo, autorevolezza e ruolo ritrovato dell’Italia”. Lo afferma il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
“L’Europa che vuole Meloni è una Europa vassalla di Trump e di Musk, che non costruisce una propria difesa, che accetta passivamente i dazi e che osserva immobile che Russia e Usa si spartiscano l’Ucraina. In questo scenario, Meloni non disegna nè immagina un ruolo dell’Europa, sperando che la zatterina Italia non affondi nell’Atlantico. Tutto l’opposto di quello che chiediamo noi: Europa federale fino agli Stati Uniti d’Europa, esercito comune, politica estera comune, e più integrazione europea. In due parole: più Europa”, conclude Magi.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Nel valzer di poltrone Rai, che inizierà giovedì con una prima tornata di nomine, entrerà presto anche Roberto Genovesi, in procinto di assumere l'incarico di direttore di Rai Kids. A quanto apprende l'Adnkronos, lo scrittore e docente, attuale direttore di Rai Libri (la casa editrice della Rai), prenderà presto la guida di Rai Kids, quando Luca Milano (67 anni il 31 marzo) andrà in pensione. La nomina di Genovesi dunque dovrebbe riguardare una delle prossime sedute del Cda ma non quella di giovedì prossimo.
In pensione, a maggio, dovrebbe andare, a quanto si apprende, anche Marco Varvello, corrispondente Rai da Londra. E al suo posto andrà con ogni probabilità Nicoletta Manzione che lascerà la sede di Parigi, per la quale sarebbe in pole position Gennaro Sangiuliano.
Al momento non è stato ancora deciso chi a Rai Libri prenderà il posto di Genovesi, che ricopre il ruolo da luglio 2023: il nome verrà infatti scelto, successivamente, dal Cda di RaiCom. E l'incarico potrebbe anche essere affidato momentaneamente ad interim ad un dirigente di RaiCom.