Il vicepresidente del Senato attacca sul social network la società di Diego Della Valle e Luca Montezemolo, in corsa per diventare a ottobre il presidente della nuova Alitalia. Il gruppo, che secondo Repubblica potrebbe chiedere la mobilità per 300 dipendenti su mille, risponde: "E' la conferma della considerazione che la politica dà alla liberalizzazione del trasporto ferroviario"
“Italo treno. Ma che promozioni, presto chiuderete”. Con queste parole affidate alla rete Maurizio Gasparri ha attaccato via Twitter il tandem Luca Cordero di Montezemolo – Diego Della Valle sul progetto Nuovo Trasporto Viaggiatori. E ha incassato prima una serie di risposte piccate (con tanto di hashtag #tristegasparri) dal profilo ufficiale @ItaloTreno, poi l’annuncio di una querela per aver messo in dubbio la solidità finanziaria di un gruppo gravato da 691 milioni di passività non ricorrenti e che nel 2013 ha registrato 69 milioni di perdite contro un fatturato di circa 246 milioni. Proprio mentre circola l’indiscrezione, riportata da Repubblica, sulla possibile apertura di una procedura di mobilità per 300 lavoratori su un totale di circa mille unità, che sono già ora in contratto di solidarietà. “Siete quasi falliti, rischioso comprare i biglietti venduti da Della Valle & Montezemolo”, ha incalzato il vicepresidente del Senato, non nuovo alle boutade ad ogni costo via web e non solo. Questa volta però le esternazioni su Ntv rischiano di costare care. Soprattutto perché Montezemolo, in corsa per diventare a ottobre il presidente della nuova Alitalia, non ha gradito tanta visibilità sulla scricchiolante situazione finanziaria della società che ha appena rinegoziato i suoi debiti e ottenuto nuovo supporto finanziario da Intesa Sanpaolo.
Il clima è insomma decisamente caldo. Tanto più che alcuni sindacati come l’Ugl già parlano di “errori gestionali” che l’azienda vorrebbe coprire giustificando le misure straordinarie sulla forza lavoro con il taglio delle agevolazioni tariffarie per l’accesso alla rete ferroviaria gestita da Rfi. Tagli che, sanciti dal Decreto competitività, non arriveranno però prima del 2016, determinando per l’azienda un incremento dei costi da 15-20 milioni l’anno. Va detto però il gruppo ferroviario, nato sulla scia della liberalizzazione nel 2006 per far concorrenza alle Ferrovie dello Stato, non ha avuto finora vita facile, come testimoniano le polemiche legate ai ritardi nello sviluppo di stazione di Tiburtina e il percorso ad ostacoli per i passeggeri di Ostiense. Senza peraltro che ci sia mai stato un intervento incisivo da parte della neonata e ancora debole Authority dei trasporti a garanzia di una maggiore concorrenza nell’Alta velocità. “I tweet lanciati di Maurizio Gasparri contro l’acquisto dei biglietti Italo sono la conferma della considerazione che la politica dà alla liberalizzazione del trasporto ferroviario”, si legge in proposito in una nota del gruppo ferroviario che vede come soci, accanto a Montezemolo e al presidente di Tod’s, Gianni Punzo, Giuseppe Sciarrone, Intesa e la francese Sncf Voyages Développement. “Ntv è dispiaciuta e sorpresa che il vicepresidente del Senato, una delle più importanti istituzioni del Paese, si scagli contro una società privata che faticosamente sta cercando di affermare nel trasporto ferroviario ad Alta Velocità i principi della concorrenza”. Meno diplomatica la risposta su Twitter: “Oltre 10 milioni di italiani preferiscono la concorrenza al monopolio. Triste modo di fare politica”.
Nonostante le “gravissime” esternazioni di Gasparri, il presidente di Ntv Antonello Perricone, ex numero uno di Rcs e protagonista della fallimentare acquisizione della spagnola Recoletos, ha assicurato, in un’intervista all’agenzia Ansa, che la società non ha intenzione di mollare. “Rimarremo in pista, anche per evitare all’Italia l’onta del fallimento della più importante liberalizzazione degli ultimi vent’anni, ed è davvero paradossale che a preoccuparsi di questo debba essere un’impresa privata e non il governo stesso”, ha concluso Perricone lamentando la difficoltà di fare business in Italia.