Mentre Precious Omobogbe veniva fermato da carabinieri e polizia – dopo aver minacciato con due machete i passanti di Jesi (Ancona) – una cinquantina di curiosi hanno immortalato il fermo del 25enne nigeriano scattandosi dei “selfie”. Un’ora e mezza prima, però, sulla città marchigiana era calata la paura per un nuovo caso Adam Kabobo (leggi).
Sono le 19 e 30 di lunedì primo settembre quando quel giovane in canotta verde e pantaloni bianchi ha iniziato ad aggirarsi nella zona di Porta Valle, a ridosso delle mura storiche della città minacciando di decapitare i passanti con due machete. Quello che successe a Milano, nel quartiere Niguarda, dove nel maggio 2013 vennero uccise tre persone a colpi di piccone, fortunatamente non è andato in scena. Omobogbe ha comunque ferito una persona, il comandante della locale Compagnia carabinieri, capitano Mauro Epifani, raggiunto di striscio al fianco sinistro, subito prima di riuscire a bloccare e arrestare l’uomo. E mentre l’ufficiale tentava di calmare il ragazzo, Omobogbe a un fotografo ha detto “vieni che ti faccio vedere la sua testa (del capitano; ndr)”.
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Jesi: armato di machete sulla scalinata della chiesa
Poco prima il giovane aveva infranto la vetrina di un’armeria in una vicina galleria commerciale e si era impadronito di tre coltelli. Uno gli era subito sfuggito di mano, gli altri li aveva branditi contro i passanti, pronunciando frasi sconnesse. Subito lo avevano inseguito carabinieri, poliziotti in borghese armati di bastoni e vigili urbani. Esplosi anche alcuni colpi di arma da fuoco, uno dei quali lo ha raggiunto di striscio ad una gamba. Il 25enne era comunque riuscito ad allontanarsi, cercando di rifugiarsi nella chiesa di San Pietro Apostolo. Sui gradini del portico della chiesa è stato circondato dalle forze di polizia. Il capitano Epifani gli si è avvicinato con le mani alzate, tirandosi dietro la madre del giovane per convincerlo ad arrendersi. Ma quando è stato a tiro l’ufficiale è stato raggiunto da un colpo laterale di machete, che lo ha lievemente ferito. L’aggressore è stato bloccato e arrestato. Il nigeriano, pluripregiudicato (anche per resistenza a pubblico ufficiale) e disoccupato, era stato arrestato la scorsa settimana. Tra gennaio e agosto era stato arrestato e liberato già quattro volte a Bologna, Pistoia, Fossato di Vico e a Jesi dove, l’11 agosto, aveva minacciato con un coltello l’ex compagna e aggredito un carabiniere. Quando ha agito forse aveva assunto sostanze stupefacenti.