Come anticipato a fine agosto, le richieste di recesso ricevute da Fiat dopo l’assemblea che ha dato via libera alla fusione con Chrysler non hanno superato il limite di 500 milioni di euro, fissato dall’azienda come esborso massimo oltre il quale l’operazione sarebbe stata per ora annullata. In una nota diffusa giovedì mattina, il Lingotto informa che gli azionisti hanno esercitato il recesso per 60.002.027 azioni, per un controvalore di 463.635.662,63 euro visto che il prezzo di liquidazione era fissato a 7,727 euro. Con 36 milioni di margine, dunque, nulla osta al matrimonio che darà origine a Fca, con sede legale in Olanda e sede fiscale a Londra. Le stesse azioni da venerdì 5 settembre al 6 ottobre saranno offerte in opzione agli altri soci. Se non dovessero essere acquistate tutte, il gruppo provvederà ad un collocamento mediante offerta in Borsa della durata di 6 mesi. Se non si esaurissero nemmeno così, sarà Fca ad acquistarle.

Resta ancora da verificare il numero di opposizioni che saranno presentate dai creditori, che possono recedere entro il 4 ottobre.

 

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